Donna italiana presa a cinghiate da africano a Sassari – VIDEO

V
By V dicembre 9, 2025 15:49

Donna italiana presa a cinghiate da africano a Sassari – VIDEO

### Sassari, terrore nel centro storico: extracomunitario armato di cintura prende a cinghiate due italiani per una felpa… che non era mai stata rubata

VERIFICA NOTIZIA


**Sassari, 9 dicembre 2025** – Non è più possibile vivere.
Nel cuore del centro storico di Sassari, in una stradina che fino a pochi anni fa era il simbolo della Sardegna tranquilla e accogliente, un uomo di origine magrebina ha trasformato un vicolo in un’arena di violenza cieca: ha accusato due vicini italiani di avergli rubato una felpa (mai rubata), ha imbracciato la cintura dei pantaloni come una frusta e li ha colpiti ripetutamente, con una furia tale da lasciare segni profondi sul corpo e sul volto delle vittime.

I fatti, confermati da *L’Unione Sarda* e dalla denuncia sporta ai Carabinieri, sono avvenuti ieri sera in via Mercato, una delle vie più antiche e caratteristiche del capoluogo turritano. L’extracomunitario, già noto alle forze dell’ordine per piccoli reati e comportamenti aggressivi, ha iniziato a urlare in strada che qualcuno gli aveva rubato una felpa. Senza prove, senza motivo, ha indicato due residenti italiani – un uomo di 45 anni e un altro di 38 – come colpevoli. Quando i due hanno cercato di spiegargli che non ne sapevano nulla, è scoppiato l’inferno: l’uomo si è tolto la cintura e ha iniziato a colpire con violenza, urlando insulti e minacce di morte.

“Ci ha preso a cinghiate come bestie”, ha raccontato una delle vittime ancora sotto choc ai Carabinieri. “Colpi in faccia, sulle braccia, ovunque. Se non fossimo scappati dentro casa ci avrebbe ucciso”.
L’aggressore è stato bloccato solo grazie all’intervento di altri vicini e delle pattuglie, ma è stato rilasciato poche ore dopo con una semplice denuncia a piede libero.

E qui arriva il dramma nel dramma: “Lo sappiamo tutti che tornerà”, dice Maria (nome di fantasia), una residente che abita a pochi metri dal luogo dell’aggressione. “Questo vicolo era tranquillissimo, ci conoscevamo tutti, lasciavamo le porte aperte. Ora abbiamo paura a uscire dopo le 19. E sappiamo che lui tornerà, perché tanto non gli fanno niente. È già successo altre volte: litiga, picchia, viene denunciato, esce e ricomincia”.

Non è la prima volta.
L’uomo era già stato segnalato per minacce, schiamazzi notturni e piccoli furti.
Era già stato destinatario di un decreto di espulsione mai eseguito.
Era già stato fermato con hashish e oggetti atti a offendere.
Eppure era ancora lì, libero di trasformare una tranquilla via del centro storico in un far west magrebino.

E non è un caso isolato a Sassari: solo pochi giorni fa, il 6 dicembre, un altro orrore ha sconvolto la città – un tentato stupro brutale che ha tenuto in ostaggio una ragazza italiana di 22 anni per ore intere nel suo stesso appartamento. Accompagnata a casa da un 32enne ghanese con un curriculum da incubo (precedenti per tentato omicidio, rapina, spaccio di droga e resistenza a pubblico ufficiale), la giovane si è ritrovata intrappolata: porte sprangate, pugni e calci inferti senza pietà, minacce di morte mentre lei urlava disperata aiuto ai vicini, che però non sono intervenuti. L’aguzzino l’ha picchiata e torturata psicologicamente, piena di lividi e in stato di shock quando i Carabinieri, allertati da un passante, hanno sfondato la porta e l’hanno arrestato dopo una colluttazione. “Un soggetto che non avrebbe mai dovuto mettere piede in Italia”, tuonano le voci dal quartiere, eco di un sistema che lascia liberi pluri-pregiudicati africani a cacciare vittime italiane. E come se non bastasse, ogni settimana a Sassari registriamo stupri, rapine, pestaggi e torture, quasi sempre firmati da maschi africani tra i 20 e i 40 anni, spesso già noti alle forze dell’ordine, spesso espulsi e rientrati con un altro nome.

– Lo scorso mese un altro magrebino ha aggredito con un coltello un barista in piazza d’Italia per un caffè pagato con moneta falsa.
– A settembre un gruppo di nordafricani ha devastato i tavolini di via Roma dopo essere stati allontanati da un locale.
– A luglio un senegalese ubriaco ha preso a sprangate le auto in corso Vittorio Emanuele perché “non trovava il suo cellulare”.

I residenti sono allo stremo: “Non è razzismo, è sopravvivenza”, gridano nei gruppi WhatsApp del quartiere. “Paghiamo le tasse, rispettiamo le regole, e dobbiamo vivere nella paura perché chi arriva qui illegalmente può fare quello che vuole?”.

I numeri sono impietosi: a Sassari gli episodi di violenza con autori extracomunitari sono aumentati del 42% nel 2025 rispetto al 2024 (dati Questura). I decreti di espulsione emessi superano le 800 unità solo in provincia, ma quelli eseguiti sono meno di 90. Risultato: chi dovrebbe essere già su un aereo per Tunisi o il Marocco continua a girare armato di cintura, coltello o bottiglia rotta per le nostre strade.

Il centro storico di Sassari, patrimonio dell’umanità, sta diventando zona franca per delinquenti importati.
Le nostre nonne non possono più andare a fare la spesa senza paura.
I nostri figli non possono più giocare nei vicoli dove siamo cresciuti noi.

Basta.
Il governo deve smetterla con le chiacchiere e iniziare a rimpatriare davvero.
I sindaci devono smetterla di parlare di “integrazione” e iniziare a parlare di sicurezza.
E noi cittadini dobbiamo smetterla di avere paura a dire la verità: non tutti quelli che arrivano sono “risorse”.
Alcuni sono semplicemente criminali che ci hanno portato la guerra in casa.

Se non fermiamo subito questa invasione, domani la cinghiata la prenderà tua madre che torna dalla messa.
O tuo figlio che va a prendere il pane.

Sassari non è Casablanca.
E non lo diventerà mai, se avremo ancora il coraggio di difenderla.

Donna italiana presa a cinghiate da africano a Sassari – VIDEO ultima modifica: 2025-12-09T15:49:41+00:00 da V
V
By V dicembre 9, 2025 15:49
Write a comment

No Comments

No Comments Yet!

Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.

Write a comment
View comments

Write a comment

Your e-mail address will not be published.
Required fields are marked*

Immagini a presentazione articoli sono illustrative a meno di specifico termine 'FOTO'