Immigrati scatenati: sequestrano ragazze per strada e le stuprano

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By V dicembre 9, 2025 17:06

Immigrati scatenati: sequestrano ragazze per strada e le stuprano

### Immigrati scatenati: sequestrano ragazze per strada e le stuprano

**Roma, 9 dicembre 2025** – Due incubi quasi identici, due città del Centro-Sud Italia trasformate in arene di barbarie, due giovani donne italiane – una madre di 28 anni, l’altra una studentessa di 23 – sequestrate in pieno giorno o notte da branchi di tre immigrati stranieri, trascinate via con minacce di morte e stuprate senza pietà. Giugliano, fuori da un centro commerciale affollato; Roma, all’uscita di una metropolitana illuminata. Due aggressioni a tre giorni di distanza, entrambe firmate da predatori extracomunitari che operano in gruppo come lupi affamati, approfittando di un sistema che li scarica sulle nostre strade senza controlli né espulsioni. È un pattern di terrore che urla un’emergenza nazionale: l’immigrazione selvaggia non è più un “problema sociale”, è una caccia all’italiana che miete vittime tra le nostre figlie, sorelle e madri. Quante altre sequestreranno e stupreranno prima che lo Stato si svegli dal suo letargo buonista?

Partiamo da Giugliano, Campania, mercoledì 3 dicembre, intorno a mezzogiorno – un orario che dovrebbe essere sinonimo di sicurezza, non di orrore. Una giovane madre napoletana di 28 anni esce dal Grande Sud, l’ex Auchan, con borse leggere dopo una spesa innocua. Tre uomini incappucciati, sulla quarantina, di origine straniera (accenti che gridano Nordafrica o Subsahariana), la circondano nel parcheggio affollato. Uno le pianta un coltello alla gola: “Sali in macchina o ti sgozziamo”. La trascinano a forza nel loro veicolo, sfrecciano via sotto gli occhi di testimoni attoniti – che, come sempre, non intervengono per paura o indifferenza – e la portano in un campo isolato vicino a Licola, tra polvere e sterpaglie dove i suoi urli si perdono nel vento. Lì, per ore – forse due o tre – la torturano: pugni per zittirla, minacce continue, e la violenza sessuale in sequenza, mentre gli altri la tengono ferma ridendo della sua disperazione. “Vieni con noi o ti ammazziamo”, le ringhiano, per poi scaricarla vicino alla sua auto con un ultimo avvertimento: “Non fiatare, o torniamo per tua sorella”. La donna, coperta di lividi e in stato di shock, corre al Cardarelli: prognosi di 30 giorni, ma il trauma psicologico è per sempre. I Carabinieri di Giugliano setacciano le telecamere, inseguono il veicolo e raccolgono DNA: “Ore contate per i mostri”, promettono, ma quanti gambiani, tunisini o ivoriani con precedenti – già espulsi e rientrati – girano liberi nei nostri centri commerciali?

E ora Roma, la Città Eterna ridotta a giungla subsahariana, domenica 7 dicembre, poco dopo la mezzanotte. Una studentessa italiana di 23 anni, “fino al midollo” nonostante il quartiere multietnico, scende dalla metro B1 alla fermata Jonio, diretta a casa a piedi, a pochi isolati. Tre figure nere emergono dal buio: gambiani tra i 20 e i 30 anni, carnagione scura, accenti marcati del Sahel. La bloccano in strada, proprio sotto le luci fredde della stazione – un luogo pubblico che dovrebbe proteggere, non esporre al massacro. Due complici la immobilizzano afferrandola per i capelli, il terzo la trascina in un angolo buio e la stupra brutalmente, mentre gli altri tengono d’occhio la via ridendo delle sue urla strazianti. “Mi hanno afferrata e uno dopo l’altro mi hanno violentata”, racconta lei al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I, arrivando alle 3 di notte nuda sotto un giubbotto strappato, con percosse su braccia e gambe. Lesioni certificate, fascicolo per stupro pluriaggravato aperto dalla Procura: Squadra Mobile e Carabinieri di Montesacro analizzano video della metro e della Jonio, sospettando un pedinamento dal treno. Ma le testimonianze? Un clochard sente grida e pensa a “una lite tra ubriachi”. I rei, probabilmente ospiti di centri di accoglienza nel IV Municipio – dove pullulano irregolari con fogli per spaccio e molestie – sono svaniti nel nulla, come fantasmi protetti dal caos.

Due storie speculari, due sequestri lampo in luoghi quotidiani, due stupri di gruppo da tre immigrati stranieri: minacce letali, trascinamenti forzati, ore di terrore e abbandono delle vittime con ferite che non guariranno mai. A Giugliano, il coltello alla gola e un’auto per isolare la preda; a Roma, le mani complici e un angolo di marciapiede per colpire in fretta. Entrambe le donne italiane – una mamma che fa la spesa, l’altra una studentessa che rincasa – pagano il prezzo di un’Italia invasa: +22% di stupri di gruppo in Campania nel 2024, 48% firmati da stranieri (maghrebini, subsahariani, romeni); a Roma, +58% nel 2025 con gambiani al 40%. Dati Viminale che bruciano: oltre 300.000 arrivi irregolari quest’anno, solo il 12% espulso davvero. Questi “profughi” – spesso pluri-pregiudicati sbarcati a Lampedusa – non integrano: cacciano, sequestrano, stuprano. E la sinistra? “Più accoglienza”, dicono, mentre la destra promette muri ma apre porti. Risultato: parcheggi e metropolitane come zone di caccia, madri che non lasciano figlie sole dopo il tramonto, post su X che esplodono di rabbia: “Basta predatori importati! Rimpatri o guerra civile”.

Non è coincidenza, è un copione ripetuto: immigrati scatenati che vedono le nostre donne come prede facili in una “società multiculturale” che li tollera e ci criminalizza. Basta esperimenti falliti: blocchi navali, espulsioni immediate, centri offshore, pene minime 25 anni senza sconti “culturali”, castrazione chimica per recidivi. Altrimenti, la prossima preda sarà tua figlia al supermercato o alla fermata. L’Italia non è il Sahel. Difendiamola, o per essa.

Immigrati scatenati: sequestrano ragazze per strada e le stuprano ultima modifica: 2025-12-09T17:06:09+00:00 da V
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