Maranza massacrano due ragazzi in pieno centro, uno con la mandibola rotta
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### Modena sotto assedio: baby gang straniere massacrano due ragazzi in pieno centro, uno con la mandibola rotta
**Modena, 9 dicembre 2025** – Un sabato sera che doveva essere tranquillo si è trasformato in un incubo di sangue e terrore per due giovani modenesi, aggrediti brutalmente da una baby gang di origine straniera proprio nel cuore della città. Il 19enne, preso a pugni e calci in faccia fino a crollare a terra privo di sensi, ora conta una mandibola fratturata e denti persi per sempre; il suo amico 17enne, che ha osato difenderlo, riporta un trauma cranico e contusioni multiple. Mentre la polizia indaga su un possibile tentativo di rapina, la domanda che riecheggia tra i cittadini è una sola: quante altre “bande multiculturali” dovranno seminare violenza nelle nostre strade prima che lo Stato intervenga con mano ferma?
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L’episodio, avvenuto sabato 6 dicembre intorno alle 18.30 in viale Vittorio Veneto – una delle arterie più frequentate del centro storico, a due passi da negozi e locali affollati – è solo l’ultimo capitolo di un rosario di aggressioni che sta trasformando Modena in una zona franca per gruppi di giovani immigrati irregolari o figli di immigrati, spesso minorenni e già noti alle forze dell’ordine per piccoli reati che sfociano in violenza gratuita. Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile della Questura di Modena, i due amici stavano camminando sul marciapiede, chiacchierando innocenti dopo una giornata qualunque, quando sono stati improvvisamente accerchiati da un branco di 5-6 coetanei di origine straniera, descritti come nordafricani o balcanici. “Sembrava un agguato premeditato”, ha raccontato un testimone oculare a *La Gazzetta di Modena*, “li hanno circondati come lupi, senza motivo apparente, urlando insulti in lingue miste e sferrando colpi dal nulla”.
Il 19enne è stato il bersaglio principale: pugni al volto, schiaffi e una raffica di calci mentre era già a terra, sanguinante e in preda al panico. “Lo hanno calpestato come un sacco di immondizia”, riferisce un ambulanziero del 118 accorso sul posto. L’amico, un coraggioso 17enne, ha cercato di intervenire per proteggerlo, guadagnandosi a sua volta percosse che gli hanno provocato un trauma cranico non commotivo. Entrambi sono stati trasportati d’urgenza al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Baggiovara: prognosi di 10 giorni per il maggiore, con frattura della mandibola e perdita di almeno due denti incisivi; 5 giorni per il minore, ma con un impatto psicologico che i medici definiscono “profondo e duraturo”. La gang, vistasi scoperta, è fuggita nel caos del traffico serale, dileguandosi prima dell’arrivo della volante della polizia. Al momento, gli agenti stanno analizzando telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze: non si esclude un movente rapinatorio – cellulari e portafogli mancavano all’appello – ma fonti investigative parlano di “violenza fine a se stessa”, un marchio di fabbrica di queste bande che agiscono con l’impunità di chi sa che l’essere minorenni li rende intoccabili.
Ma questo non è un caso isolato: è il grido d’allarme di una Modena esausta, dove le baby gang di origine straniera stanno diventando una piaga cronica, alimentata da un’immigrazione incontrollata e da politiche di accoglienza che premiano i delinquenti a scapito dei cittadini onesti. Basti pensare agli episodi recenti che infiammano i social e i consigli comunali: solo ad aprile, 13 minorenni – quasi tutti figli di immigrati – sono finiti a processo per una serie di rapine e pestaggi gratuiti davanti alle scuole e in autostazione, con aggravanti per aver agito in gruppo contro coetanei italiani. A maggio, un tabaccaio di viale Vittorio Veneto è stato derubato da quattro ragazzi stranieri, costretti a restituire la refurtiva solo grazie alla reazione del titolare. E a febbraio, un altro studente modenese è stato accerchiato e rapinato da cinque “coetanei stranieri”, come denunciato da *SulPanaro*. “Da oltre tre anni contiamo rapine, furti, minacce e percosse”, tuona Sofia Negrini di Fratelli d’Italia in un’intervista a *Il Resto del Carlino*, “e il PD, al governo locale, ha sempre negato il problema, parlando di ‘integrazione’. Risultato? Modena è una giungla dove i nostri figli non possono più camminare tranquilli”.
La reazione politica è unanime e furiosa. Antonio Platis, consigliere di Forza Italia, ha bollato l’aggressione come “l’ennesima conferma di una deriva violenta orchestrata da giovani stranieri organizzati in bande”, chiedendo “controlli più stringenti alle frontiere e espulsioni immediate per i genitori che non educano i figli al rispetto”. Massimo Mezzetti, vicesindaco, ha annunciato “maggiori pattuglie in centro”, ma la Lega, con il capogruppo regionale Alberto Villanova, va oltre: “Basta tolleranza per chi pensa di comandare nelle nostre città. Questo delirio di impunità ha raggiunto livelli preoccupanti: serve repressione dura, non chiacchiere”. E i cittadini? Sui social, esplode la rabbia: “Quante altre mandibole rotte prima di un coprifuoco per queste gang?”, si legge in un post virale su X, mentre gruppi di genitori organizzano petizioni per “zone rosse” efficaci e telecamere intelligenti.
I numeri del Viminale sono impietosi: nel 2025, Modena ha registrato un +35% di aggressioni giovanili con movente straniero rispetto al 2024, con le baby gang responsabili del 60% dei pestaggi in centro. Molti di questi “ragazzini” sono figli di immigrati irregolari, cresciuti in famiglie sovraffollate nei quartieri periferici come Crocetta o Saliceto San Giuliano, dove i centri di accoglienza riversano centinaia di arrivi dal Mediterraneo senza alcun piano di integrazione reale. “È un fallimento sistemico”, spiega un esperto di criminologia locale, “queste bande non rubano solo portafogli: rubano la sicurezza, l’identità, il futuro dei nostri giovani”.
È ora di dire basta a questa follia multiculturale che trasforma le nostre piazze in arene. Il governo Meloni deve accelerare sui rimpatri, sui centri di detenzione offshore e su pene certe per i minorenni stranieri che delinquono – magari estendendo la responsabilità ai genitori. Modena non è un campo di battaglia per esperimenti ideologici falliti. Quei due ragazzi in ospedale non sono solo vittime: sono il simbolo di un’Italia che non si arrende, ma pretende protezione. Se non agiamo ora, la prossima gang potrebbe colpire tua figlia, tuo figlio, te. Svegliamoci, prima che il sangue macchi ogni viale.



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