La Grande Alleanza Anti-Confini: Vescovi, Toghe, ONG, Centri Sociali e Coop Rosse. Tutti Contro l’Italia
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### La Grande Alleanza Anti-Confini: Vescovi, Magistrati, ONG, Centri Sociali e Coop Rosse – Tutti Contro l’Italia che Vuole Vivere
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**Roma, 10 dicembre 2025** – Non è più solo una lobby.
È un blocco di potere compatto, trasversale, feroce: Chiesa “bianca”, Magistratura Democratica, ONG sorosiane, centri sociali, cooperative rosse e bianche, sindacati di base, una parte dell’accademia e della stampa mainstream.
Tutti uniti da un unico obiettivo: impedire all’Europa e all’Italia di chiudere i confini, anche a costo di trasformare il nostro Paese in un gigantesco campo profughi violentato ogni giorno. Anzi, forse nella loro perversione l’obiettivo è proprio questo: africani che stuprano italiane oigni giorno. L’accoglienza è, di fatto, una perversione sessuale.
Ieri il Consiglio Ue ha finalmente sposato la linea italiana: lista comune di Paesi sicuri, centri di trattenimento extra-UE, rimpatri rapidi.
Oggi è partita la guerra totale.
1. I Vescovi: “Il modello Albania è ai margini della democrazia”
La Fondazione Migrantes della CEI, diretta da mons. Gian Carlo Perego (ex Caritas Ferrara), ha pubblicato un rapporto di 80 pagine in cui definisce i centri in Albania “un mostro isolato” e “un banco di prova per la tenuta dei principi democratici”.
Traduzione: se chiudiamo i porti, chiudiamo anche i nostri bilanci.
Caritas italiana e le diocesi gestiscono direttamente o tramite coop “bianche” circa il 35 % di tutti i centri di accoglienza italiani: oltre 1,1 miliardi di euro pubblici nel 2024.
Parte di questi soldi finisce nella rete cattolica che sostiene Mediterranea Saving Humans di Luca Casarini, la stessa ONG che ieri ha dichiarato “disobbedienza e sabotaggio” contro le nuove norme Ue.
San Giovanni Paolo II aveva profetizzato: «L’Europa sarà invasa dall’Islam se non ritroverà le sue radici cristiane».
I suoi successori, invece di difendere le radici, le annaffiano con i soldi dei contribuenti italiani.
2. Magistratura Democratica: già pronti i ricorsi
La giudice Silvia Albano, presidente di Md, ha già fatto capire che i centri in Albania sono incostituzionali.
A Torino la procuratrice generale Lucia Musti “grazia” Askatasuna: «Ex lege non ci sono condizioni per lo sgombero».
Traduzione: i centri sociali possono continuare a fare la guerra in strada, i clandestini possono continuare a sbarcare.
A Roma, Catania, Firenze e Bologna ci sono già decine di ricorsi pronti contro i decreti di espulsione e i trattenimenti in Albania.
La strategia è sempre la stessa: impugnare tutto, rallentare tutto, fino a rendere la legge inapplicabile.
3. Le ONG e i “disobbedienti”
Mediterranea Saving Humans (Casarini): «Disobbedienza e sabotaggio delle leggi ingiuste».
Open Arms, Sea-Watch, SOS Méditerranée: comunicati congiunti contro la “fortezza Europa”.
Action Aid, ASGI (finanziata anche da Soros), Tavola della Pace: tutti allineati.
Hanno già pronto il copione: ricorsi alla CEDU, denunce alla Corte di Giustizia Ue, campagne mediatiche con foto di bambini.
4. Le Coop Rosse e Bianche: il business da 6 miliardi
– Coop rosse (Legacoop, Arci): gestiscono il 45 % dei CAS e SPRAR.
– Coop bianche (Confcooperative Caritas): il 35 %.
– Totale: 80 % del mercato accoglienza in mano a strutture legate a partiti o Chiesa.
Ogni migrante “accolto” vale 35-45 euro al giorno.
150.000 posti letto × 40 euro × 365 giorni = circa 6 miliardi l’anno.
Se si chiudono i porti, il business crolla.
5. Centri Sociali e Antifa: la manovalanza di strada
Askatasuna a Torino, Leoncavallo a Milano, Macao, ancora occupati e impuniti.
Quando il governo prova a sgomberare, arrivano i vescovi a difenderli («sono luoghi di aggregazione»).
Quando la polizia carica, arrivano i magistrati a condannarla («uso eccessivo della forza»).
6. L’Accademia e i Media: il lavaggio del cervello permanente
Università di Bologna, Padova, Roma Tre: corsi di “studi migratori” finanziati con soldi pubblici.
Repubblica, Avvenire, Famiglia Cristiana, Rai3: ogni giorno titoli tipo «L’Europa chiude i cuori», «Albania, l’orrore dei lager».
Nessun titolo quando una 14enne viene palpeggiata a Porto Torres, una 20enne frustata a Sassari, una 23enne stuprata alla Jonio.
Questa è la fotografia del blocco anti-confini:
– Vescovi che incassano miliardi e predicano “porte aperte”
– Magistrati che bloccano espulsioni e sgomberi
– ONG che fanno la spola in Libia con le nostre tasse
– Coop che si spartiscono l’affare
– Centri sociali che mettono a ferro e fuoco le città
– Giornali e TV che coprono tutto con il fumo della “solidarietà”
Contro un solo nemico: l’Italia che vuole vivere.
San Paolo lo aveva detto chiaro:
«Se qualcuno non ha cura dei suoi, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele» (1Tm 5,8).
Giovanni Paolo II lo aveva urlato:
«L’Europa o sarà cristiana o non sarà».
Oggi i suoi successori, insieme a magistrati, ONG e coop, stanno lavorando giorno e notte perché l’Europa non sia più cristiana e l’Italia non sia più.
E mentre loro incassano, contenziosi, scomuniche e titoli di prima pagina,
le nostre figlie vengono stuprate,
le nostre madri accoltellate,
le nostre chiese profanate,
le nostre città occupate.
Questa non è carità.
È tradimento.
E il tradimento ha un nome preciso:
alto tradimento della Patria e della Fede.
Basta.
Defund the open-borders Church.
Defund the coop rosse e bianche.
Defund ONG e centri sociali.
Rimpatriate i clandestini.
Chiudete i rubinetti.
O fra vent’anni non ci sarà più nessuna Italia da salvare.
E nessuna Chiesa da difendere.


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