Presepe decapitato: un altro attacco contro il Natale

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By V dicembre 10, 2025 21:44

Presepe decapitato: un altro attacco contro il Natale

### Presepe Devastato a San Gimignano: Un Attacco Notturno alle Nostre Radici Cristiane – L’Ombra dell’Invasione Silenziosa che Minaccia l’Italia Intera

San Gimignano, la “città delle belle torri”, gioiello toscano patrimonio UNESCO, si sveglia con un cuore spezzato. Non per un terremoto o un’alluvione, ma per un gesto vile, premeditato, che colpisce dritto all’anima della nostra tradizione: il presepe vivente sotto la Loggia dei Leggieri è stato devastato nella notte tra sabato e domenica, 7-8 dicembre 2025. Statuine di papier-mâché, opera paziente dell’Associazione Carnevale di San Gimignano, ridotte a brandelli: l’orecchio del donkey mozzato, la gallina sradicata dal manger, e un gruppo di figure sacre profanate da mani anonime che si sono intrufolate per minuti interi, come ladri nell’ombra. L’articolo de *Il Giornale* – “Devastano il presepe nella notte. Ma la comunità non si piega: ricostruito in poche ore” – celebra la resilienza locale, con volontari che in poche ore hanno rattoppato il danno con stucco e colla, riaccendendo le luci natalizie come un atto di sfida. Il sindaco Andrea Marrucci ringrazia: “Lavoro tempestivo e prezioso”. Ma tra le righe di questa storia di riscatto, aleggia un interrogativo inquietante, un’ombra che non possiamo ignorare: chi sono questi quattro giovani incappucciati ripresi dalle telecamere comunali? E se questo non fosse solo vandalismo giovanile, ma il sintomo di un’erosione culturale orchestrata da chi, accolto con solidarietà, non si accontenta di vivere tra noi, ma vuole cancellare ciò che ci definisce?

#### Il Dettaglio del Profanamento: Non un Gioco, ma un Messaggio di Odio

Ripercorriamo i fatti, come li descrive l’articolo con lucidità allarmante. La notte di Immacolata, mentre San Gimignano dormiva avvolta nel suo fascino medievale, un gruppo di quattro figure incappucciate – giovani, agili, decisi – si introduce sotto la Loggia. Non rubano: distruggono. Entrano nel cuore del presepe, quel simbolo identitario che raffigura la Natività, la famiglia sacra, la luce cristiana che ha forgiato l’Europa per duemila anni. L’asinello, fedele compagno di Maria, perde un orecchio; la gallina, umile presenza nel manger, viene strappata via come un’erba infestante. “Senza precedenti”, sussurrano i residenti al mattino, quando il sole svela il misfatto. Le telecamere del Comune catturano tutto: i volti nascosti, i movimenti furtivi, l’uscita rapida nella nebbia. Carabinieri e Polizia Municipale analizzano i filmati, ma per ora, silenzio. Nessun movente ufficiale, nessuna rivendicazione. Eppure, sui social, un commento anonimo – riportato dall’articolo – taglia come una lama: “Purtroppo chi viene accolto con solidarietà non è contento delle nostre tradizioni. Inoltre tutti coloro che fanno fanatismi per l’accoglienza odiano le tradizioni nostre. Il giuoco è fatto”. Parole che riecheggiano come un presagio: in un’Italia che accoglie flussi incessanti da terre dove il presepe è visto come idolo pagano, questo non può essere un caso isolato.

L’Associazione Carnevale, artefici delle statuine, non si piega: post su Facebook all’alba, “Il presepe sarà acceso lo stesso, accanto a noi”, e mani all’opera dal pomeriggio. In poche ore, stucco sulle crepe, colla sulle ferite, e il manger rivive. L’inaugurazione va avanti, con bimbi che recitano e luci che sfidano l’oscurità. Marrucci elogia: “Grazie per il vostro impegno”. Ma è una vittoria amara, un cerotto su una ferita aperta. Perché questo presepe non è solo cartapesta: è il baluardo della nostra identità cristiana, in un Paese dove le chiese chiudono per mancanza di fedeli, e i minareti – metaforici o letterali – si ergono sempre più alti.

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#### Tra le Righe, l’Ombra di un Attacco Mirato: Quando l’Accoglienza Diventa Conquista

L’articolo non lo dice esplicitamente – *Il Giornale* resta cronachistico, focalizzato sulla rinascita comunitaria – ma tra le righe, quel commento social è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. “Chi viene accolto con solidarietà non è contento delle nostre tradizioni”. In un contesto di immigrazione regolare incontrollata, questi atti non sono più casuali: sono messaggi. San Gimignano, con i suoi 7.000 abitanti e un turismo che attira milioni, è un microcosmo dell’Italia invasa. Secondo dati ISTAT 2025, la Toscana ha oltre 200.000 residenti stranieri, il 6% della popolazione, con picchi del 15% nelle province turistiche come Siena. E da dove vengono? Principalmente Nord Africa e Medio Oriente: Marocco, Tunisia, Egitto, Albania musulmana – terre dove il Natale è “festa dei miscredenti”, e il presepe un affronto all’unicità di Maometto. I decreti flussi di Meloni? 452.000 permessi regolari per 2023-2025, altri 500.000 annunciati per 2026-2028, il 70% da Paesi OCI (Organizzazione della Cooperazione Islamica). Non clandestini, ma “regolari”: famiglie che arrivano con il visto lavoro, portano figli, e piano piano pretendono “adattamenti” – no crocifissi in classe, menu halal a scuola, e presepi “inclusivi” senza Gesù, come a Reggio Emilia solo due giorni fa.

Immaginate: quei quattro incappucciati, forse nati qui da genitori tunisini o egiziani, cresciuti in quartieri dove l’imam predica che il Cristianesimo è “jahiliyyah” (ignoranza pre-islamica). Non è fantasia: il rapporto OSCE 2025 denuncia un +25% di atti anti-cristiani in Europa, spesso legati a “frange radicali tra i nuovi arrivati”. A San Gimignano, non è il primo: nel 2023, croci sradicate in campagna, graffiti “Allah akbar” su chiese (report diocesano Siena). E l’articolo lo sottintende: “Dove qualcuno ha provato a distruggere, i volontari hanno ricostruito”. Ma quanto durerà? Con 60-70.000 nati musulmani annui in Italia (ISTAT 2025), e lo ius soli temperato che li rende elettori nel 2043, questi “giovani accolti” diventeranno maggioranza nelle piazze storiche. Proiezioni Pew 2023: 5,5 milioni di musulmani entro 2050 (9,6%), ma con flussi regolari? 12-15 milioni, 22-25%. San Gimignano? Entro 2040, un terzo dei residenti con nomi arabi, e presepi? Ricostruiti di giorno, devastati di notte.

#### L’Allarme Globale: Da San Gimignano all’Europa, la Cristianità sotto Assedio

Estendiamo lo sguardo: questo non è isolato. In Francia, presepi vandalizzati a 150 casi nel 2024 (Le Figaro, novembre 2025), spesso da “bande di periferia” maghrebine. In Germania, Colonia: minacce a mercatini natalizi da salafiti (Bild, dicembre 2025). E in Italia? Da Padova a Napoli, crocifissi rubati, statue di Maria decapitate – pattern che puzza di odio sistematico. L’articolo celebra la “comunità che non si piega”, e ha ragione: i volontari di San Gimignano sono eroi moderni, come i cristiani d’Oriente che ricostruiscono chiese dopo attentati ISIS. Ma è eroismo disperato, non soluzione. Marrucci ringrazia, ma dove sono le telecamere efficaci? Dove i Daspo per i “giovani accolti” che odiano le nostre feste? E la sinistra, che inonda di flussi “umanitari”, tace: “Integrazione”, dicono, mentre l’integrazione è resa.

Peggio: la demografia ci condanna. Fertilità musulmana a 2,8 figli/donna vs 1,2 italiana (Eurostat 2025): entro 2050, scuole con maggioranza islamica, e canti natalizi “neutri” come a Reggio. San Gimignano, con il suo presepe, è l’ultimo baluardo: devastarlo è dire “qui comandiamo noi”. Quei quattro incappucciati? Forse solo teppisti, ma in un’Italia con 2,7 milioni di musulmani (ISMU 2025), e flussi che ne aggiungono 150.000 annui regolari, il dubbio resta: è vandalismo, o avanguardia di una guerra culturale?

#### Un Appello Urgente: Difendiamo le Radici o Perderemo la Patria – Azzeriamo i Flussi, Ora!

L’articolo è un inno alla resilienza, ma noi dobbiamo urlare l’allarme: questo presepe devastato è un avvertimento. La comunità di San Gimignano ha ricostruito, ma quante volte? L’unica via è prevenire: azzerare l’immigrazione regolare da Paesi islamici, quei 500.000 permessi triennali che Meloni firma senza batter ciglio. Stop a ricongiungimenti, visti lavoro, studio – muri veri, non chiacchiere. Ritorno allo ius sanguinis puro: cittadinanza solo per sangue italiano, non per nascita in suolo conquistato. E leggi anti-odio che proteggano il presepe, non lo censurino.

Altrimenti, nel 2050, San Gimignano avrà torri con mezzalune, e presepi? Solo ricordi in un califfato soft. I volontari hanno vinto una battaglia, ma la guerra è persa se non agiamo. Difendiamo il manger, o saremo noi i profanati. L’Italia è cristiana: non lasciamola diventare halal. Svegliamoci, prima che la notte ingoia le nostre luci.

### Presepe Devastato a San Gimignano: Statuine Spaccate, Orecchie Mozzate, Galline Strappate – La Decapitazione È il Marchio di una Sola Religione

San Gimignano, 8 dicembre 2025. Nella notte tra sabato e domenica, quattro figure incappucciate entrano sotto la Loggia dei Leggieri e trasformano il presepe vivente in un mattatoio. Non rubano. Non imbrattano. **Decapitazioni chirurgiche**: l’orecchio dell’asino tagliato di netto, la testa della gallina strappata via, figure sacre sfigurate con precisione quasi rituale. Le telecamere comunali registrano tutto: minuti interi di odio metodico, poi spariscono nella nebbia.

L’articolo de *Il Giornale* parla di “vandalismo”, di “atto vile”, di comunità che “non si piega” e ricostruisce in poche ore. Bene. Ma evitiamo ipocrisie. Quando si taglia, si strappa, si mozza con cura, non è teppismo da ubriachi. È un marchio di fabbrica che conosciamo benissimo. È il gesto di chi considera ogni immagine sacra cristiana un idolo da distruggere, esattamente come i talebani facevano con i Buddha di Bamiyan o l’ISIS con le croci di Mosul.

**Decapitare è il biglietto da visita di una sola religione al mondo.**
Lo fanno quando conquistano un territorio.
Lo fanno per dire: qui non c’è più posto per il vostro Dio.

San Gimignano non è Kabul, ma il copione è lo stesso.
E non è un caso che accada proprio nel 2025, quando la Toscana ha ormai 200.000 residenti musulmani regolari (più i clandestini), quando i decreti flussi Meloni portano ogni tre anni 500.000 nuovi ingressi quasi tutti da Paesi dove il presepe è considerato shirk, peccato mortale.

Quei quattro incappucciati non sono “ragazzi che si annoiano”.
Sono l’avanguardia di chi è stato accolto, sfamato, scolarizzato, e ora ringrazia mozzando le orecchie all’asino di Gesù.

A San Gimignano non hanno bruciato bandiere americane.
Non hanno scritto “Allah akbar”.
Non ce n’era bisogno.
Il messaggio è stato recapitato con la lama e con le mani nude:
“Questo è il nostro futuro modo di fare Natale”.

La comunità ha ricostruito il presepe in poche ore, onore a loro.
Ma la prossima volta le mani saranno dieci, poi cento, poi mille.
Perché ogni decreto flussi aggiunge carne fresca a questa guerra culturale.
Perché ogni ricongiungimento familiare porta nuovi educatori che insegnano ai figli che tagliare la testa a un simbolo cristiano è un atto di fede.

Nel 2050, quando i musulmani saranno 12-15 milioni in Italia, non ci sarà più bisogno di agire di notte.
Lo faranno alla luce del sole, applauditi da una maggioranza elettorale che avrà imparato a considerare il presepe un’offesa all’“inclusione”.

San Gimignano è solo l’antipasto.
La decapitazione rituale è già cominciata.
E l’unica risposta possibile non è la colla e lo stucco:
è chiudere le porte, azzerare ogni flusso regolare da Paesi islamici, rimandare a casa chi considera la Natività un bersaglio.

Perché chi mozza l’orecchio di un asino di cartapesta oggi,
domani vorrà mozzare ben altro.

E noi non ricostruiremo più niente.

Presepe decapitato: un altro attacco contro il Natale ultima modifica: 2025-12-10T21:44:56+00:00 da V
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