Stupri Capodanno in Duomo, Toghe graziano i Maranza: “Non sono stati identificati”

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By V dicembre 10, 2025 14:00

Stupri Capodanno in Duomo, Toghe graziano i Maranza: “Non sono stati identificati”

# L’Italia del Silenzio: Centinaia di Violentatori Africani e Islamici Faranno la faranno franca: Decine di Vittime Senza Giustizia, Proprio Mentre Milano Contingenta Capodanno per Evitare Nuovi Stupri Etnici!

**Roma, 10 dicembre 2025** – L’Italia sanguina in silenzio, un fiume di lacrime e traumi versato da decine di donne – italiane, straniere, giovani, mature – che hanno osato festeggiare Capodanno nelle piazze del nostro Paese, solo per essere inghiottite da branchi di lupi umani, immigrati africani e islamici che le hanno palpeggiate, trascinate, violentate in una notte di terrore che puzza di taharrush gamea, quel rituale mediorientale di molestie collettive importato dai barconi e protetto dal velo del buonismo ideologico. Eppure, mentre il bilancio sale a otto vittime confermate a Milano – tra cui la turista belga Laura Barbier, 20 anni, accerchiata da 30-40 uomini nordafricani che la palpavano sotto i vestiti mentre urlava “Temevo di morire, si eccitavano per la mia angoscia” – e l’inchiesta della Procura milanese arranca verso l’archiviazione per mancanza di identificazioni dalle telecamere fumose di piazza Duomo, i grandi media nazionali seppelliscono la notizia sotto strati di distrazioni festive, come se stupri etnici fossero “incidenti collaterali” di una “festa multiculturale”. È una mattanza premeditata, un jihad sessuale che trasforma le nostre piazze in arene da Colonia 2015 o Tahrir Square, con autori – giovani maghrebini, tunisini, algerini di prima e seconda generazione – che confessano spudoratamente “Se vedo una così, faccio lo stesso”, come quel 22enne marocchino interrogato dalla Squadra Mobile, che ha giustificato l’assalto a una 19enne inglese con un ghigno: “Ero ubriaco, ma è normale”. E mentre otto donne – belga, italiana, sudamericana, inglese – denunciano abusi da “muro umano” di corpi maschili che le isolano dai fidanzati per toccarle ovunque, l’inchiesta rischia il binario morto: “Non sono stati identificati gli autori”, ammette la PM Alessia Menegazzo, con filmati inutili per la calca e vittime che, traumatizzate, esitano a querelare temendo ritorsioni o indifferenza. Centinaia di questi violentatori – statistiche Viminale 2025 parlano di +25% stupri da stranieri, 48% autori africani/islamici – faranno franca, liberi di colpire ancora, mentre le vittime – decine solo a Milano, con storie di “mani dappertutto” e “fiume di uomini che mi risucchiava” – bruceranno in un limbo di PTSD e ingiustizia, proprio nei giorni in cui il Comune di Milano annuncia un Capodanno 2026 “contingentato” con varchi e metal detector per evitare “nuovi stupri etnici”, ammettendo tacitamente che le nostre feste sono campi di battaglia per branchi immigrati.

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La notte tra il 31 dicembre 2024 e il 1 gennaio 2025 a piazza Duomo non è stata festa, ma orrore collettivo, un taharrush gamea – “molestie collettive” in arabo, rituale di disprezzo per le donne importato da Egitto e Nord Africa – che ha inghiottito otto vittime confermate, tra cui Laura Barbier, la 20enne belga di Liegi che, con cinque amici (quattro ragazze, due ragazzi), ha raccontato a Sudinfo.be un incubo da “prigione umana”: “Circondati da 30-40 uomini, 20-40 anni, non italiani, ci tenevano le mani mentre altri ci toccavano sotto i vestiti; temevo di morire, si eccitavano per la mia angoscia”. Accerchiate all’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele, separate dai fidanzati da un “muro di corpi”, palpeggiate per minuti eterni in una calca di fumogeni e fuochi d’artificio che ha accecato le telecamere – sei ore di filmati inutili per la nebbia festiva – le belga non hanno denunciato in Italia per paura, ma oggi, sentita via Eurojust, conferma tutto: “Intrappolati, impotenti, trascinati da un fiume di uomini che ridevano”. E non è sola: l’emiliana di 20 anni, testimone in Procura da PM Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, descrive “un corridoio umano che mi bloccava, mani dappertutto, eccitati dalla mia paura”; la sudamericana da identificare parla di “assalto organizzato, come a Colonia”; la coppia inglese, denunciando da Londra, urla “Umiliati in una notte che doveva essere magica”. Otto donne – belga, italiana, sudamericana, inglese – violate da branchi di nordafricani, tunisini e algerini di 20-40 anni, che confessano spudoratamente: il 22enne marocchino a Rete4: “Se vedo una così ubriaca, faccio lo stesso, è normale”. Eppure, l’inchiesta arranca verso l’archiviazione: “Autori non identificati”, dice la Procura, con filmati fumosi e vittime esitanti per traumi o ritorsioni; è la stessa beffa del 2022, quando nove denunce portarono a quattro condanne blande, mentre centinaia di violentatori islamici – dati Viminale 2025: 48% stupri da africani/maghrebini – faranno franca, liberi di colpire al prossimo Capodanno, lasciando decine di vittime – PTSD cronico, fiducia spezzata, vite rubate – senza giustizia, in un’Italia che finge “integrazione” mentre le piazze diventano sharia festiva.

Proprio mentre Milano annuncia un Capodanno 2026 “contingentato” – varchi controllati, metal detector, numero chiuso per “evitare nuovi stupri etnici”, come ammette il vicesindaco Marco Piazza in un’intervista al Corriere, citando “rischi da branchi immigrati come nel 2022 e 2025” – emerge il paradosso grottesco di un Paese che ammette il fallimento ma non lo ferma: otto vittime confermate, ma centinaia di violentatori africani e islamici – tunisini, marocchini, algerini sbarcati con barconi sovvenzionati da ONG e protetti da ritardi giudiziari – faranno franca, con inchieste archiviate per “mancanza di prove” e pene ridicole per “minorità culturale”. Immaginate: la belga Laura, 20 anni, “risucchiata da un fiume di 30-40 uomini che mi palpavano ridendo, eccitati dalla mia angoscia”, sentita via Eurojust ma senza identificazioni dai filmati nebbiosi; l’emiliana di 20 anni, “bloccata in un corridoio umano, mani ovunque mentre i fidanzati urlavano invano”; la sudamericana, “assalto come a Colonia, separata e toccata da decine”; la coppia inglese, “umiliati in una calca di nordafricani che ci isolavano per violentarci”. E il marocchino 22enne? “Se vedo una così, faccio lo stesso”, confessa a 4 di Sera, un ghigno che rivela il veleno: taharrush gamea, molestie collettive arabe, rituale di disprezzo per le “donne bianche” importato da Tahrir e Colonia, ora a Milano con branchi di 20-40 uomini che accerchiano, isolano e palpano in gruppo, filmando per umiliazione perpetua. La Procura, con PM Alessia Menegazzo e aggiunta Letizia Mannella, indaga su cinque casi (ora otto), ma arranca: “Autori non identificati”, con telecamere accecate da fuochi e nebbia, vittime traumatizzate che esitano a querelare temendo ritorsioni, e un sistema che privilegia “diritti migranti” su giustizia per donne. Centinaia di questi predatori – Viminale 2025: +25% stupri da islamici/africani, 48% autori stranieri – faranno franca, liberi al prossimo veglione, mentre decine di vittime – PTSD, fiducia spezzata, vite rubate – bruceranno in limbo eterno, proprio mentre Milano “contingenta” il 2026 con varchi e detector per “evitare nuovi stupri etnici”, ammettendo tacitamente che le nostre feste sono campi di battaglia per branchi immigrati.

La beffa è cosmica: otto denunce confermate – belga Laura “intrappolata, impotente, trascinata da un fiume di uomini che ridevano”; emiliana “corridoio umano, mani dappertutto”; sudamericana “assalto come Colonia”; coppia inglese “umiliati in calca nordafricana” – ma l’inchiesta verso archiviazione: “Non identificati gli autori”, con filmati inutili per calca e fuochi, PM Menegazzo che ammette “binario morto” per mancanza querela belga (ritirata per trauma), e un 22enne marocchino che confessa “Se vedo una così, faccio lo stesso” – un ghigno che rivela il taharrush gamea, molestie collettive arabe da Tahrir a Colonia, ora a Milano con 30-40 uomini che isolano e palpano, eccitati dall’angoscia. Eppure, centinaia di violentatori islamici/africani – tunisini, marocchini, algerini sbarcati con barconi ONG – faranno franca: Viminale 2025 +25% stupri da stranieri (48% autori islamici/africani), pene blande per “minorità culturale”, espulsioni procrastinate, mentre decine di vittime – PTSD cronico, fiducia annientata, famiglie spezzate – languono senza giustizia, in un’Italia che finge “integrazione” mentre piazze diventano sharia festiva. Proprio mentre Milano “contingenta” Capodanno 2026 con varchi/metal detector per “evitare stupri etnici” (vicesindaco Piazza al Corriere: “Rischi da branchi immigrati come 2022/2025”), emerge il paradosso: ammettiamo il fallimento ma non lo fermiamo, lasciando predatori liberi di colpire, vittime sole contro coltelli afghani/maghrebini. È abdicazione: Europa che spalanca porti a jihad sessuali, donne europee prede in casa propria. Ribelliamoci: espulsioni sommarie, quote zero islamici/africani, muri porti, pene 25 anni senza sconti. Per le otto di Milano, per l’Italia che non tace più.

Stupri Capodanno in Duomo, Toghe graziano i Maranza: “Non sono stati identificati” ultima modifica: 2025-12-10T14:00:03+00:00 da V
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