Un’altra ragazza stuprata da africano: la mattanza continua
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### Conegliano, l’Inganno Letale del “Buonismo”: 25enne Italiana Stuprata dall’Ex Fidanzato Nordafricano in un “Appuntamento Chiarificatore” – Basta Propaganda, Salviamo le Nostre Ragazze!
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**Conegliano, 10 dicembre 2025** – Un “appuntamento chiarificatore”.
Queste parole, innocenti e cariche di speranza, dovevano essere l’ultimo capitolo di una relazione finita male. Invece, si sono trasformate nell’ennesimo incubo per una ragazza italiana di 25 anni, violentata brutalmente dal suo ex fidanzato, un 32enne di origine nordafricana, in un comune del coneglianese. L’episodio, avvenuto lo scorso marzo ma che oggi arriva in aula con il processo a porte chiuse davanti al giudice monocratico del Tribunale di Treviso, è un pugno nello stomaco per ogni padre, madre e sorella italiana: quante volte la propaganda immigrazionista ha dipinto questi “nuovi italiani” come partner ideali, romantici e “integrati”, trasformando le nostre figlie in prede indifese, convinte che l’amore non abbia confini né pericoli? È ora di suonare l’allarme: per troppo tempo, spot, film e retorica PD hanno illuso le giovani che un “amore multietnico” sia un sogno innocuo, mentre la realtà è un incubo di violenza, gelosia possessiva e tradimenti culturali che ci costano la pelle delle nostre donne. Basta, governo: fermate questa fabbrica di vittime, o la prossima “chiarificazione” finirà in un obitorio!
I fatti, emersi dal fascicolo della Procura di Treviso e riportati da *Treviso Today*, sono un dramma che fa ribollire il sangue. La 25enne, una giovane trevigiana – lavoratrice, indipendente, figlia di una famiglia operaia che credeva nell’uguaglianza – aveva chiuso la relazione con il suo ex, un 32enne nordafricano (tunisino secondo le indagini, con permesso di soggiorno per lavoro ma un passato di piccoli reati che l’ha reso “conosciuto” alle volanti locali). Lui, ossessionato e incapace di accettare la fine, l’ha convinta a un “ultimo incontro” per “chiarire i malintesi”, promettendo rispetto e chiusura serena. Lei, fidandosi – come tante, ingannate da anni di propaganda che dipinge gli immigrati come “vittime da salvare” e l’amore come “ponte tra culture” – ha accettato, incontrandolo in un’auto parcheggiata in una zona periferica di un comune vicino a Conegliano, tra vigneti e casolari silenziosi. Ma l’”appuntamento” si è mutato in agguato: lui l’ha immobilizzata con forza, abusandola sessualmente con violenza inaudita, colpendola e lasciandola con lesioni gravi al volto e al corpo. “Mi ha presa per i capelli, mi ha picchiata e non mi ha lasciata andare finché non ha finito”, ha raccontato lei ai Carabinieri del Commissariato di Conegliano, arrivando al Pronto Soccorso di Treviso con 20 giorni di prognosi, traumi fisici e un terrore psicologico che la perseguita ancora oggi.
Il processo, iniziato il 9 dicembre davanti al giudice monocratico, accusa il nordafricano di stupro e lesioni personali aggravate: pene che potrebbero arrivare a 12 anni, se non di più con le aggravanti per la “relazione pregressa” che lui ha usato come trappola. La vittima ha deposto a verbale, confermando ogni dettaglio: “Credevo fosse cambiato, ma era solo una scusa per farmi del male”. Lui, difeso d’ufficio, nega la violenza – “era consenziente” – ma le prove mediche e i testimoni oculari (un passante che ha sentito urla) inchiodano la sua bugia. Eppure, è libero in attesa del verdetto, con il braccialetto elettronico: un “gesto di fiducia” che, in un’Italia invasa, significa solo rischio per altre donne.
Ma andiamo al cuore del dramma: questo non è “un caso di violenza domestica”. È il veleno della propaganda immigrazionista che ha reso le nostre ragazze prede indifese. Per anni, film come *Perfetti Sconosciuti* o spot Rai hanno glorificato relazioni “interculturali” come panacea contro il “razzismo”, ignorando statistiche impietose: il 48% degli stupri di gruppo in Italia ha autori stranieri (dati Viminale 2025), con nordafricani over-rappresentati nei casi di ex partner violenti. A Conegliano, come a Roma o Sassari, le giovani crescono convinte che “l’amore non guarda il passaporto”, ma finiscono in “appuntamenti chiarificatori” che puzzano di trappola culturale: gelosia machista, possesso tribale, rifiuto del “no” femminile che in certi paesi è un affronto da punire. Quante storie come questa? A Genova, ottobre 2025: una 27enne stuprata dall’ex albanese e dal suo collega; a Milano, Capodanno: 22enne violentata da un nordafricano in un bagno; a Treviso, gennaio: 29enne drogata e abusata da due senegalesi. E a Roma? La 23enne alla Jonio da tre gambiani, la 60enne a Tor Tre Teste da un gambiano strafatto, la 18enne in auto da marocchini. Nove violenze in 48 ore, tutte con movente straniero.
È indispensabile mettere in guardia le ragazze: la propaganda ha creato un’illusione letale, dipingendo immigrati come “salvatori romantici” mentre li scarica nelle nostre periferie senza filtri. Gualtieri a Roma butta 400.000 euro per “ospitare gratis” single maschi nelle case italiane, definendo “stupidi” chi dice no. Meloni promette muri, ma gli sbarchi sono 300.000, espulsioni al 12%. Risultato: ex fidanzati nordafricani liberi di “chiarire” con pugni e stupri.
Basta favole multietniche. Chiediamo: corsi obbligatori nelle scuole su “rischi reali dell’amore straniero”, espulsioni automatiche per reati sessuali, pene minime 20 anni senza sconti “culturali”. Questa 25enne di Conegliano non è una “vittima qualunque”: è il simbolo di generazioni ingannate. Salviamole, prima che l’”appuntamento chiarificatore” diventi un funerale. L’Italia non è un campo di addestramento per predatori: è casa nostra, e le difenderemo con i denti.


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