La sinistra predica accoglienza mentre i suoi migranti stuprano le donne italiane
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### Donne Sacrificate sull’Altare del Buonismo: Bertinotti Predica “Accogliete!” Mentre i Predatori Stranieri Macellano le Nostre Figlie – Basta con Questa Follia Multiculturale che Ci Sta Uccidendo!
**Roma, 11 dicembre 2025** – “Accogliete, accogliete, accogliete!”
Queste non sono parole di un profeta del Vangelo, ma di Fausto Bertinotti, il giornalista che, con la sua penna intrisa di retorica buonista, ci vuole convincere che l’unica via per la “pace” sia aprire le porte a chiunque bussi – anche se bussa con un coltello in mano e un ghigno da predatore. Mentre lui, dal suo salotto televisivo, pontifica che “se disprezzi un altro, è intrinseca nel rapporto quello che tu costruisci”, le nostre donne italiane continuano a essere sacrificate sull’altare della “società multiculturale”: stuprate in gruppo, accoltellate nei parchi, sfregiate per strada, violentate nei vicoli bui. E Bertinotti? Invece di chinare la testa davanti a questo bollettino di sangue, ha il coraggio di ribattere che le vittime – come Pamela Mastropietro, sventrata da un nigeriano; Desirée Mariottini, drogata e uccisa da un branco di africani; Sharon Verzeni, massacrata da un egiziano – devono aver “disprezzato” i loro carnefici. Come se il “disprezzo” giustificasse il massacro. Che ipocrisia nauseante, che tradimento delle nostre sorelle! Questo non è giornalismo: è complicità con l’invasione, un velo pietoso su una guerra etnica che miete vittime innocenti mentre élite come Bertinotti incassano applausi da salotti radical-chic. Basta: è ora di smascherare questa propaganda letale, di contare le bare e pretendere muri, espulsioni e giustizia vera – non chiacchiere che costano la vita alle nostre donne!
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Partiamo dal cuore del veleno: l’articolo di Francesca Totolo su *Il Primato Nazionale*, che inchioda Bertinotti e la sua retorica con una ferocia che fa bene all’anima. Totolo non ci gira intorno: mentre il giornalista democratico invoca “accoglienza infinita” come panacea contro la “sicurezza”, l’Italia conta quasi una violenza sessuale su due e un omicidio di donna su tre commessi da stranieri – solo il 9% della popolazione, ma responsabili del 50% degli stupri e del 33% dei femminicidi nel 2024 (dati ISTAT e Ministero Interno). E Bertinotti? Risponde con la solita solfa: “Accogliete di più, e la violenza sparirà”. Come se bastasse un caffè etnico per domare bestie che arrivano da culture dove la donna è bottino di guerra. Totolo lo smaschera con esempi che gelano il sangue: immaginate Jessica Stappazzollo Custodio de Lima, 33enne brasiliana ma italiana d’adozione, sventrata da 27 pugnalate dall’ex compagno Douglas Reis Pedroso – un immigrato con DASPO e braccialetto elettronico che non l’ha fermato. O Sadjide Muslija, 49enne macedone, massacrata di botte dal marito Nazif – un caso “domestico” che puzza di violenza importata. E non dimentichiamo l’algerino clandestino di 35 anni a Cardano al Campo che palpeggia una bambina di 3 anni all’uscita della scuola, o il branco di marocchini e tunisini che stupra un’18enne a Tor Tre Teste mentre il fidanzato guarda impotente. “Queste donne non hanno disprezzato i loro assassini”, ribatte Totolo a Bertinotti, “eppure sono morte lo stesso. La tua accoglienza non le ha salvate: le ha condannate”.
E qui sta il dramma, il cuore nero di questa follia: la “società multiculturale” tanto cara a Bertinotti e ai suoi sodali non è un sogno inclusivo, è un incubo predatorio dove le italiane diventano “serie B”, prede facili per culture importate che vedono la nostra libertà come un invito al saccheggio. Totolo evoca le “Marocchinate” – quel capitolo orrendo della Seconda Guerra Mondiale dove soldati coloniali marocchini stuprarono decine di migliaia di donne italiane nel Sud liberato dagli Alleati – non per nostalgia storica, ma per ricordare che certe violenze non sono “incidenti”: sono eredità culturali di un machismo tribale che l’immigrazione di massa ripropone oggi, amplificato da un sistema giudiziario che rimette in libertà i mostri con un foglio. Pensate al gambiano di 26 anni a San Mauro Pascoli: già espulso, già denunciato per molestie a una 70enne, stupra una 50enne che faceva jogging nei campi. O al tunisino di 39 anni a Trieste, con un curriculum da incubo, che palpeggia una minorenne e aggredisce il padre: 5 anni e 6 mesi, ma era libero di colpire. A Terni, due egiziani trasformano un centro estetico in un “mattatoio sessuale”, stuprando tre ragazze inclusa una minorenne. A Prato, un marocchino di 20 anni sfregia sette donne italiane – una con un coltello da cucina – e finisce in psichiatria perché “incapace di intendere”. E a Brescia, un nigeriano clandestino di 36 anni spacca la faccia a una passante con un pugno: trasferito in un CPR, ma quante volte rientrerà?
Totolo non si ferma qui: ridicolizza Claudia Fusani, che blatera “se ci fosse un minimo di accoglienza in più, probabilmente qualche caso lo eviteremmo” – come se bastasse un corso di cucina etnica per fermare un branco di nordafricani che stupra una 23enne alla Jonio di Roma, o un ghanese che tortura una 20enne a Sassari con una cintura al limone, filmando tutto per estorcere 600 euro alla madre. E Valerio Nicolosi, nel suo podcast Fanpage, accusa la destra di “cavalcare il razzismo”: ma chi è il razzista vero, colui che denuncia un algerino che afferra una 14enne per i capelli a Porto Torres, o chi lo rimette in libertà con un obbligo di firma ridicolo? Bertinotti, con la sua “accogliete!”, è il coro greco di questa tragedia: ignora che il 64% delle domande d’asilo in Italia sono respinte (contro il 51% UE), che i dinieghi salgono al 69,5% nel 2025, e che nonostante ciò gli sbarchi continuano (159.000 richieste record nel 2024). Lui vede “disprezzo reciproco”, Totolo vede un “diritto di preda” culturale: immigrati che arrivano da paesi dove la donna è proprietà, e qui, protetti da un sistema che li coccola, la trattano come tale.
Ma il vero scandalo è il silenzio assordante: mentre Bertinotti pontifica, le nostre donne muoiono in silenzio. Pamela, sventrata a Macerata da un nigeriano spacciatore; Desirée, violentata e uccisa a San Lorenzo da un branco di subsahariani; Sharon, seviziata da un egiziano che l’ha fatta a pezzi. Casi “serie B”, come dice Totolo, perché firmati da stranieri: la censura mediatica le seppellisce sotto titoli evanescenti, mentre se l’aggressore fosse italiano, sarebbero inchieste nazionali. E i vescovi? Quelli di Migrantes che bollano i centri Albania come “mostri democratici”, incassando miliardi per Caritas mentre finanziano le navi di Casarini. Gualtieri a Roma butta 400.000 euro per ospitare single maschi nelle case dei romani, e Bertinotti applaude: “Accogliete!”. Accogliere chi? I gambiani che stuprano jogger, i marocchini che sfregiano donne, i ghanesi che torturano fidanzate?
Totolo ha ragione: questa non è “percezione”, è realtà. L’immigrazione selvaggia – 300.000 arrivi irregolari nel 2025, solo 12% espulsi – non integra: colonizza, violenta, distrugge. E Bertinotti, con la sua retorica da salotto, è il volto di chi preferisce il “disprezzo reciproco” alle bare delle nostre sorelle. Basta: pretendiamo espulsioni immediate, muri alle frontiere, pene draconiane senza sconti “culturali”. Le donne italiane non sono sacrifici umani per esperimenti sociologici falliti. Bertinotti, rifletti: quante “accoglienze” ancora prima di dire basta? O preferisci che la prossima vittima sia tua figlia? L’Italia non è un altare pagano: è la nostra Patria, e la difenderemo – con o senza il tuo consenso buonista.


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