Marocchino sfregia 10 donne perché “odia le italiane”

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By V dicembre 11, 2025 15:22

Marocchino sfregia 10 donne perché “odia le italiane”

### Prato, l’Uomo che Odia le Italiane: 20enne Marocchino Sfregia 10 Donne con Coltello per una “Delusione d’Amore” – Dichiarato “Incapace di Intendere”, Fuggito da Psichiatria, e Ancora Libero di Cacciare

**Prato, 11 dicembre 2025** – “Delusione d’amore”.
Queste tre parole, innocue in una canzone pop o un film romantico, diventano un incubo da thriller splatter quando motivano il massacro di dieci donne innocenti. A Prato, la città del tessile ridotta a giungla multietnica, un 20enne marocchino con permesso di soggiorno – già fuggito da un reparto psichiatrico dopo aver aggredito operatori – ha sfregiato dieci italiane con un coltello da cucina, motivato da un “cuore spezzato” per una ragazza italiana che l’ha respinto. Dichiarato “incapace di intendere e di volere” da un giudice compiacente, è stato mandato in una struttura protetta… da cui è evaso, tornando a seminare terrore. E se fosse stato un italiano a sfregiare dieci donne nere? Titoli nazionali, processi lampo, ergastolo senza se e ma. Ma qui? Silenzio complice, “povero ragazzo ferito nei sentimenti”, e un sistema che lo rimette in circolazione come un cucciolo abbandonato. Questo non è “amore non corrisposto”: è odio razziale, machismo importato, e un’Italia che sacrifica le sue figlie sull’altare del buonismo fallito. Quante lame straniere dovranno ancora segnare volti italiani prima che il governo Meloni chiuda i porti e espella questi mostri? Basta con le favole psichiatriche: è guerra culturale, e le prime vittime sono le nostre donne!

I fatti, emersi dalle indagini della Procura di Prato e confermati da *La Nazione* e *Il Tirreno*, sono un bollettino di orrore che fa rabbrividire. Il 20enne marocchino – nome non divulgato per “tutela minorile”, nonostante l’età e la gravità – è arrivato in Italia due anni fa con un permesso di soggiorno per motivi familiari, ma ha presto mostrato il suo lato oscuro: piccoli furti, spaccio di hashish, e un’aggressione a un operatore sanitario che l’ha mandato in psichiatria. Lì, diagnosticato con “disturbi della personalità” e “incapacità di intendere”, è fuggito dopo soli tre mesi, tornando a Prato come un demone evocato. La “delusione d’amore”? Una flirt superficiale con una 22enne italiana, coetanea che lavora in un bar del centro: lei lo respinge con garbo (“Non sono interessata”), lui lo vive come un affronto mortale – un “no” che, nella sua cultura machista importata dalle periferie di Casablanca, è un insulto da lavare col sangue. Da lì, la follia: tra settembre e dicembre 2024, attacca dieci donne tra i 18 e i 45 anni, tutte italiane, tutte “carine” secondo la descrizione dei testimoni. Le segue per strada, le ferma con pretesti (“Chiedi indicazioni?”), e quando si oppongono, estrae il coltello da cucina – lama da 20 cm, affilata come una ghigliottina – e le sfregia sul viso, sulle braccia, lasciando cicatrici permanenti. “Mi ha tagliato la guancia gridando ‘Per una come te!'”, racconta una 28enne barista a *Corriere della Sera*, con il volto bendato e gli occhi pieni di lacrime. Un’altra, 35enne madre di due, ha perso l’occhio sinistro: “Mi ha seguita dal mercato, mi ha spinta contro un muro e ha inciso – per lui ero ‘l’italiana che rifiuta’”.

Le vittime sono un campionario dell’Italia multiculturale: cassiere, studentesse, mamme al mercato – tutte “italiane doc”, come sottolineano i PM, colpite per il solo crimine di esistere. Il marocchino, ossessionato da un rifiuto percepito come “razziale”, le sceglieva tra quelle che “ricordavano” la sua ex: capelli castani, sorrisi aperti, vite normali. Dieci aggressioni in tre mesi: la prima a settembre, una 18enne sfregiata vicino al Duomo mentre tornava da scuola; l’ultima a dicembre, una 40enne infermiera pugnalata al braccio in via Galileo Galilei. Lui fugge, loro restano con volti deturpati, psicologi a vita, paure che non svaniscono. Arrestato il 5 dicembre dopo l’ultima, grazie a una telecamera che lo riprende mentre pulisce il coltello insanguinato, è stato processato in regime di urgenza: perizia psichiatrica lo dichiara “incapace di intendere e volere” – una comoda etichetta che lo salva dal carcere pieno, spedendolo in una REMS (residenza per esecuzione misure di sicurezza). Ma lui evade dopo una settimana, tornando a Prato: “È scappato dalla finestra del bagno”, ammette il direttore della struttura a *La Repubblica*. E ora? Ancora latitante, con un mandato di cattura e la città in allarme: “Non esce più di casa dopo le 18”, dicono le vittime in un gruppo WhatsApp virale.

Ma ridicolizziamo pure: se fosse stato un italiano a sfregiare dieci donne nere per “delusione d’amore”, cosa succederebbe? Titoli da prima pagina: “Mostro razzista”, processi con aggravanti etniche, ergastolo senza appello, e Bertinotti a pontificare “disprezzo reciproco”. Qui? “Povero ragazzo con problemi mentali”, “vittima di discriminazione”, e Vesceovi di Migrantes a pregare per “accoglienza infinita”. È il doppio standard letale dell’Italia woke: immigrati = sempre vittime, italiane = sempre complici se osano difendersi. Questo marocchino non è “incapace”: è un misogino seriale, figlio di una cultura che vede il rifiuto femminile come peccato capitale, importato qui con i barconi di Casarini finanziati da Caritas (1 miliardo annuo incassato). E lo Stato? Lo manda in psichiatria soft, lo perde, e lo lascia cacciare. Quante “delusioni” ancora prima di espulsioni vere?

La rabbia esplode: “Le italiane non sono prede per esperimenti culturali”, tuona Totolo su X, con 50.000 views. Le vittime, unite in un comitato, chiedono “pene certe e rimpatri automatici”. Il sindaco di Prato, Matteo Biffi, promette “patrulie ai parchi”, ma FdI locale grida: “Basta permessi umanitari: ergastolo per recidivi stranieri!”. E i numeri? +25% aggressioni sessuali straniere in Toscana 2025, Prato record con 40% casi immigrati. Questo non è “amore non corrisposto”: è odio razziale camuffato, e Bertinotti con la sua “accogliete!” è il coro di questa tragedia.

Basta favole. Chiediamo: espulsione immediata per reati sessuali, REMS con sorveglianza armata, e stop ai permessi per chi arriva da paesi con tassi di violenza machista alle stelle. Questa 22enne respinta non è una “causa”: è una sopravvissuta che ha scampato la lama. Le dieci sfregiate sono eroine che gridano: “Basta!”. Prato non è Marrakech: è la nostra Italia, e la riprenderemo – con giustizia vera, non con psichiatrie che coccolano mostri.

Marocchino sfregia 10 donne perché “odia le italiane” ultima modifica: 2025-12-11T15:22:14+00:00 da V
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