Bondi Beach: governo australiano di sinistra vuole vietare le armi invece dei musulmani
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### Strage di Bondi Beach: attentatori padre e figlio musulmani di origine pakistana giurarono fedeltà all’ISIS. Ma il governo laburista di Albanese pensa solo a vietare le armi ai cittadini onesti
**Sydney, 15 dicembre 2025** – La strage antisemita a **Bondi Beach**, durante la celebrazione di Hanukkah, ha causato **almeno 16 morti** (tra cui una bambina di 10 anni e il rabbino Eli Schlanger) e oltre **40 feriti**. I due attentatori, identificati come **Sajid Akram** (50 anni, ucciso dalla polizia) e suo figlio **Naveed Akram** (24 anni, ferito gravemente e in custodia), sono musulmani di origine pakistana. Secondo fonti investigative citate da ABC News Australia e confermate da media internazionali, i due avevano **giurato fedeltà allo Stato Islamico (ISIS)** e nel loro veicolo sono state trovate **bandiere nere dell’ISIS** (una addirittura sul cofano), oltre a ordigni esplosivi improvvisati.
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Naveed era già noto all’ASIO (i servizi di intelligence australiani) dal 2019 per legami con una cellula ISIS a Sydney, ma era stato “scagionato” dopo indagini. Il padre, titolare di licenza regolare per sei armi da fuoco, aveva fornito l’arsenale usato nell’attacco.
Mentre l’Australia piange le vittime di questo atto di terrorismo islamista mirato contro la comunità ebraica, il governo di sinistra guidato dal laburista **Anthony Albanese** ha reagito in modo prevedibile: convocando un vertice urgente del National Cabinet per **rafforzare le già severe leggi sulle armi**. Si parla di limitare il numero di armi per licenza, audit su quelle esistenti, licenze solo per cittadini australiani e rinegoziazione dell’Accordo nazionale sulle armi del 1996 (post-Port Arthur). Una mossa ideologica che colpisce i cittadini onesti, ignorando completamente il vero problema: **l’ingresso e la radicalizzazione di individui pericolosi provenienti da contesti islamisti**.
In Italia, mercoledì è previsto un comitato sicurezza al Viminale con attenzione a mercatini di Natale e siti ebraici: un monito che anche da noi non si può abbassare la guardia sull’immigrazione incontrollata e sul radicalismo islamico.
**E se ci fosse stata una pistola invece di un telefonino?**
Video verificati mostrano che l’attacco è durato **circa 6 minuti**, con oltre 100 colpi sparati. Un testimone ha ripreso per lunghi minuti la scena dal sicuro, con lo smartphone in mano. Immaginate se, come negli Stati Uniti dove i cittadini possono difendersi, qualcuno tra la folla avesse avuto una pistola concessa per legittima difesa: i terroristi sarebbero stati neutralizzati immediatamente, salvando decine di vite. Invece, in un Paese con leggi anti-armi tra le più restrittive al mondo, la gente è rimasta disarmata e inerme di fronte a due jihadisti armati fino ai denti.
Il governo Albanese preferisce disarmare ulteriormente gli australiani per bene, piuttosto che affrontare la realtà: **chi spara non rispetta le leggi sulle armi, ma arriva spesso da flussi migratori non controllati**. La priorità dovrebbe essere impedire l’ingresso e monitorare chi predica odio o ha legami con l’ISIS, non togliere strumenti di difesa a chi non ha mai fatto del male a nessuno.
L’Australia, come l’Europa, paga il prezzo di politiche immigrazioniste lassiste e multiculturalismo cieco. Bondi Beach non dimenticherà: 16 vite spezzate da fanatismo islamista, mentre i politici di sinistra pensano a come rendere i cittadini ancora più vulnerabili.


Problemi loro…
Ma l’Australia non è quella che non fa entrare gli immigrati?
l’australia è quella che 3 anni fa se non ricordo male fece il festival po satana, ed il padreterno incendio’ mezza australia per mesi , visto che per loro satana va glorificato, che assaggino, quello che assaggeranno per l’eternità
, un altro popolo di coglioni dove se sei rikkione sei normale…eT inCULOsivo..
fai entrate i beduini? e mo sono katzi tuoi!
nun ce scassa’ a sguallera!