Stupri Roma e Giugliano: i 6 Africani sono ancora liberi dopo 10 giorni

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By V dicembre 15, 2025 22:55

Stupri Roma e Giugliano: i 6 Africani sono ancora liberi dopo 10 giorni

### Giugliano e Roma: Due Stupri Fotocopia da Immigrati Africani – A Settimane di Distanza, i Sei Predatori Sono Ancora Tutti Liberi

**Italia, 16 dicembre 2025** – Due stupri quasi identici, due branchi di tre immigrati africani, due vittime italiane sole e indifese: una madre di 28 anni rapita nel parcheggio di un centro commerciale a Giugliano, una studentessa di 23 anni bloccata all’uscita della metro Jonio a Roma. Entrambe sequestrate, violentate in gruppo, lasciate traumatizzate per sempre. Entrambi i casi accaduti a una settimana di distanza (inizio dicembre 2025), entrambi con aggressori nordafricani/subsahariani – e, a oggi, tutti e sei i responsabili ancora liberi, latitanti o non identificati. Indagini “in corso”, telecamere al setaccio, DNA analizzati – ma zero arresti, zero fermi, zero nomi. Lo Stato italiano, con le sue Procure lente e i suoi giudici buonisti, continua a proteggere i predatori importati mentre le vittime piangono in silenzio e temono ritorsioni. Questo non è “cronaca nera”: è un fallimento sistemico che grida vendetta – un sistema che scarica migliaia di immigrati africani nelle nostre città, li lascia liberi di stuprare, e solo dopo mesi (se va bene) pensa a cercarli. Quante donne dovranno ancora essere violentate in gruppo prima che Meloni chiuda i porti e espella questi branchi al primo sbarco? Basta con questa impunità etnica: i sei africani di Giugliano e Jonio sono ancora là fuori, pronti a colpire di nuovo!

Ricostruiamo l’orrore fotocopia. A **Giugliano (Napoli)**, inizio dicembre: una donna di 28 anni parcheggia al Grande Sud, centro commerciale affollato. Tre immigrati nordafricani (pelle chiara, intorno ai 40 anni) la circondano: coltello alla gola, “Vieni con noi o ti uccidiamo”. La trascinano in auto, la portano in una stradina isolata di campagna vicino a Licola, e la stuprano per ore – violenza di gruppo brutale, umiliazione totale. Lei fugge miracolosamente, denuncia: choc, prognosi lunga, indagini immediate con videosorveglianza del parcheggio al setaccio. Ma a oggi, 16 dicembre? I tre sono latitanti, liberi di girare per Napoli o Campania, forse già con nuova preda.

A **Roma**, notte tra 7 e 8 dicembre: studentessa 23enne esce dalla metro B1, zona Val Melaina-Tufello deserta dopo mezzanotte. Tre immigrati africani (sospettati gambiani o subsahariani) la bloccano: due la immobilizzano afferrandola per i capelli, il terzo la violenta in mezzo alla strada mentre lei urla disperata aiuto. Fuggitivi a piedi, svaniti nei quartieri multietnici. Denuncia al Pertini alle 3 di notte: traumi certificati, Procura aperta per stupro pluriaggravato. Telecamere interne metro e esterne al setaccio, testimonianze raccolte – ma a oggi, 16 dicembre? I tre sono ancora liberi, probabilmente nascosti in centri accoglienza o enclave romane, pronti a ripetere.

Sei immigrati africani, sei stupratori seriali potenziali, tutti liberi dopo settimane. Lo Stato? Indagini “serrate”, ma zero risultati: nessuna cattura, nessuna foto-segnalazione pubblica, nessuna espulsione. Perché? Perché sono “vulnerabili”, “profughi”, protetti da Asgi, ONG e toghe rosse che bloccano rimpatri con ricorsi. A Giugliano, videosorveglianza chiara – ma i tre svaniti. A Jonio, pedinamento sospetto dal treno – ma i tre fantasmi. E le vittime? Traumi irreversibili, paura cronica, vite spezzate – mentre i predatori ridono, forse già con nuova vittima.

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Questo è il prezzo dell’immigrazione africana incontrollata: branchi che importano “taharrush gamea” – la violenza collettiva sulle donne – dalle loro culture, e lo Stato che li coccola con permessi, accoglienza, e indagini eterne. Dodici stupri in due giorni in Italia, quasi tutti africani: da Prato a Cardano, da Terni a Brescia. E qui? Sei liberi di stuprare di nuovo.

La rabbia è un vulcano: “Quante donne ancora prima di arresti veri?”, post virali su X. Genitori: “Le nostre figlie non escono più”. Sindaci balbettano “controlli”, ma la comunità urla: “Espulsioni immediate!”. Meloni? Promesse, ma i sei africani girano liberi.

Basta con questa Italia violata. Chiediamo: taglia sui sei stupratori, esercito alle frontiere, espulsione al primo sospetto. Queste due donne non sono “casi”: sono italiane stuprate da un sistema che importa violenza. Giugliano e Jonio non sono eccezioni: sono la norma. L’Italia si svegli: vittime italiane prima, predatori fuori! Altrimenti, la prossima violenza sarà fatale.

Stupri Roma e Giugliano: i 6 Africani sono ancora liberi dopo 10 giorni ultima modifica: 2025-12-15T22:55:14+00:00 da V
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By V dicembre 15, 2025 22:55
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