Un altro ragazzo massacrato da immigrati: nordafricani a caccia di italiani a Treviso
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### Treviso, il Sottopassaggio della Stazione: 26enne Trevigiano Picchiato a Sangue da Tre Giovani Nordafricani – L’Immigrazione che Trasforma le Nostre Stazioni in Zone di Paura
**Treviso, 16 dicembre 2025** – Poco prima della mezzanotte di domenica 14 dicembre, il sottopassaggio della stazione di Treviso – un luogo che migliaia di trevigiani usano ogni giorno per tornare a casa – si trasforma in un’arena di violenza gratuita. Un giovane trevigiano di 26 anni viene affrontato da tre giovani di origine nordafricana, tra i 20 e i 25 anni, con carnagione olivastra: insulti, pugni, aggressione senza motivo. Finisce a terra, sotto gli sguardi attoniti e spaventati di passanti che chiamano la polizia. Gli agenti della Polizia di Stato e i sanitari del 118 intervengono: contusioni multiple, ma per fortuna niente di grave. I tre aggressori? Fuggiti senza lasciare traccia, svaniti nei vicoli del centro. Le indagini sono in corso: telecamere di videosorveglianza al setaccio per identificare i responsabili, che dovranno rispondere di lesioni. Ma questo è l’ennesimo episodio di violenza importata da immigrati nordafricani in una città che non è più sicura. Quanti sottopassaggi dovranno diventare trappole prima che lo Stato espella questi predatori? Treviso non è un ghetto nordafricano: è la nostra Marca Gioiosa, e la riprenderemo – senza immigrati che picchiano per “divertimento”!
L’ennesimo episodio di violenza in città si è verificato domenica poco prima della mezzanotte. Il 26enne stava percorrendo la galleria quando è stato affrontato da tre giovani, che secondo la descrizione che è riuscito a fornire, dovrebbero essere stati di origine nordafricana, e senza alcuna ragione è stato preso a pugni. Il giovane è finito a terra sotto gli sguardi attoniti e spaventati di alcuni passanti che sono riusciti a dare immediatamente l’allarme. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia di Stato e i sanitari del 118 che hanno prestato i primi soccorsi al 26enne. Nel frattempo, i tre aggressori sono riusciti a scappare senza lasciare traccia. Una volta raccolte le testimonianze della vittima e di quanti hanno assistito alla scena, gli agenti hanno fatto scattare le ricerche degli autori del pestaggio.
Secondo la descrizione offerta dai testimoni, gli aggressori sarebbero stati tre giovani di età compresa tra i 20 e i 25 anni, con carnagione olivastra. A dare grande supporto allo sviluppo delle indagini saranno le immagini estrapolate dalle videocamere di sorveglianza che sono al vaglio delle autorità. Nelle prossime ore con ogni probabilità il cerchio si stringerà e i tre verranno identificati e dovranno rispondere di lesioni. La città si riscopre, intanto, ancora una volta senza difese nei confronti di una microcriminalità che non accenna ad affievolirsi.
La reazione da parte dell’amministrazione è puntuale e perentoria: questi episodi non possono ripetersi. «Ci impegneremo perché questi episodi succedano sempre meno frequentemente» ha commentato il sindaco di Treviso, Mario Conte, ai microfoni di Antenna Tre, «stiamo installando nuove telecamere di sicurezza, stiamo incrementando gli organici e qui mi ricollego alla richiesta che faremo come Anci al ministro Piantedosi di incrementare anche gli organici delle forze dell’ordine e poi chiediamo di inasprire le pene ma soprattutto chiediamo certezza della pena».
È passata appena una settimana da quello che doveva rimanere l’ultimo episodio di violenza in città. Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 dicembre un gruppo di otto componenti di una baby gang alle 22 di sabato hanno aggredito e picchiato senza motivo un gruppetto di quattro ragazzi che si trovavano all’esterno dei locali della movida di porta San Tomaso. Tre delle quattro vittime hanno presentato querela (hanno tutti prognosi di guarigione inferiore alla soglia limite per cui si poteva procedere d’ufficio). Il più grave, che è stato operato nei giorni scorsi alla mandibola all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, ha 20 di giorni di prognosi. Gli aggressori sono stati praticamente tutti identificati. Anche in quel caso le immagini delle videocamere di sicurezza hanno avuto un ruolo essenziale per dare un nome ai volti dei responsabili di tale violenza gratuita.
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L’aggressione di Porta San Tomaso ha generato nei trevigiani due sentimenti contrastanti. Da parte la preoccupazione di non sentirsi più sicuri nella propria città, anche nei luoghi più frequentati e dall’altra, un sentimento -predominante- di rabbia. I trevigiani si dicono esasperati dagli episodi di violenza perpetrati da ragazzini poco più che maggiorenni, quando non sono più giovani. I locali della zona di piazzale Burchiellati hanno reagito aumentando la sorveglianza privata, mentre alcuni rappresentanti dell’associazione Prima i trevigiani hanno manifestato il loro dissenso: «Baby gang e maranza, è finita la tolleranza».
Questo è il prezzo dell’immigrazione: sottopassaggi che diventano zone di guerra, italiani picchiati per un passaggio, aggressori nordafricani che fuggono impuniti. Treviso, una settimana fa, quattro ragazzi massacrati da otto stranieri; ora, un 26enne a terra per mano di tre nordafricani. L’immigrazione porta questo: violenza tribale, impunità, italiani in fuga dalle loro stazioni.
Basta con questa Treviso assediata. Chiediamo: espulsione per immigrati con reati e ronde libere. Questo 26enne non è una statistica: è un trevigiano umiliato nella sua stazione da predatori stranieri. Treviso non è il Maghreb: è la città delle acque, e la riprenderemo – con giustizia vera, non con “indagini in corso” mentre i violenti fuggono. Altrimenti, il prossimo sottopassaggio sarà fatale. L’Italia si svegli: sicurezza prima di tutto!


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