La lobby LGBT vuole insegnare il sesso gay nelle scuole ai bambini di 7 anni

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Il fatto che sia orripilante bruciare libri, non significa che alcuni libri non debbano essere bruciati.

### La lobby LGBT tenta di imporre l’indottrinamento gender ai bambini: il caso del libro “Cos’è il sesso?” svela l’ipocrisia della sinistra

In questi giorni, un caso emblematico ha acceso i riflettori sulla pressione costante della lobby LGBT e dei suoi alleati per introdurre contenuti di educazione sessuo-affettiva – spesso camuffati da “inclusivi” – nelle scuole e tra i più piccoli. Il libro **”Cos’è il sesso?”** (Edizioni Momo), destinato a bambini dai 7 anni in su, è finito al centro di una polemica proprio perché propone temi espliciti come il toccarsi, abbracciarsi, baciarsi e la masturbazione, illustrati con immagini di bambini nudi in contesti che evocano relazioni omosessuali.

Il giornalista e attivista LGBT Simone Alliva, sulle pagine di *Domani* (16 dicembre 2025), ha gridato allo scandalo, accusando la “cancel culture della destra” per aver “censurato” il volume. Ma i fatti raccontano un’altra storia: il libro è stato oggetto di critiche legittime da parte di genitori, parlamentari e opinione pubblica, preoccupati per l’ipersessualizzazione precoce dei minori. Frasi come “Quando si vuole fare l’amore ci si può toccare, abbracciare, baciare, carezzare in tanti modi quanti ne contiene la nostra fantasia. Si può anche fare da soli con la masturbazione” non sono educazione neutra: sono un tentativo di normalizzare comportamenti adulti in bambini che dovrebbero essere protetti dall’innocenza dell’infanzia.

La destra, con deputati come Rossano Sasso (Lega), ha denunciato il rischio di materiali che promuovono un’agenda ideologica, non scientifica. E ha ragione: in un Paese dove l’educazione sessuale non è obbligatoria, introdurre testi del genere senza consenso esplicito dei genitori equivale a un’indottrinamento mascherato. Il post su X di Francesca Totolo ha condiviso proprio queste pagine, scatenando un dibattito sano: **giù le mani dai bambini!**

Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio. Mentre la lobby LGBT spinge per portare questi temi nelle scuole primarie e medie – spesso attraverso associazioni esterne o progetti “inclusivi” – il governo di centrodestra ha approvato misure per tutelare le famiglie. Il DDL Valditara, passato alla Camera a dicembre 2025, richiede il consenso informato dei genitori per attività su temi sensibili come sessualità e affettività alle medie e superiori, vietandole del tutto alle elementari e materne. Una scelta di buonsenso: i genitori, non attivisti o editori ideologizzati, devono decidere cosa è appropriato per i propri figli.

Le opposizioni di sinistra gridano all'”oscurantismo”, ma la verità è opposta: è la loro insistenza a imporre la “teoria gender” – un’ideologia che nega la biologia in favore della fluidità – a rappresentare una forma di propaganda. In Italia, sondaggi mostrano che la maggioranza degli italiani (oltre il 70% tra gli elettori di centrodestra) è contraria a progetti gender nelle scuole, e petizioni come quelle di Pro Vita & Famiglia raccolgono decine di migliaia di firme per dire “Mio figlio no!” all’indottrinamento arcobaleno.

L’ipocrisia raggiunge l’apice quando figure come Alliva accusano la destra di “cancel culture”, mentre sono proprio ambienti progressisti a boicottare voci dissenzienti (come accaduto alla fiera Più Libri Più Liberi con editori non allineati). La vera cancel culture è quella che vuole silenziare i genitori che dicono no all’ipersessualizzazione dei bambini.

È tempo di difendere l’infanzia: l’educazione affettiva e sessuale, se mai necessaria, deve essere graduale, basata su scienza e valori familiari, non su un’agenda ideologica che confonde i più piccoli. La lobby LGBT non si fermerà, ma le famiglie italiane sì: proteggeremo i nostri bambini dalla propaganda gender. Giù le mani dalle scuole!