Askatasuna: decenni di violenze, sgomberato appena tocca il giornale della sinistra
Related Articles
### Sgombero dell’Askatasuna: dopo decenni di impunità, basta toccare i salotti della sinistra progressista
**Torino, 18 dicembre 2025** – All’alba di oggi, le forze dell’ordine hanno eseguito il sequestro e lo sgombero del centro sociale **Askatasuna**, storico covo dell’area antagonista torinese occupato abusivamente dal 1996 in corso Regina Margherita 47. L’operazione, condotta dalla Digos con il supporto di reparti mobili di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, ha portato alla muratura degli ingressi, al taglio dell’acqua e alla rimozione di bombole del gas. Dentro lo stabile sono stati trovati sei attivisti, mentre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha commentato: “Dallo Stato un segnale chiaro: non ci deve essere spazio per la violenza nel nostro Paese”.
Lo sgombero arriva nell’ambito delle indagini sugli assalti compiuti durante manifestazioni pro-Palestina, tra cui l’attacco alla redazione del quotidiano **La Stampa** (parte del gruppo Gedi, simbolo dell’establishment progressista italiano) e azioni contro le Officine Grandi Riparazioni (Ogr) e l’azienda Leonardo. Ma è proprio l’assalto a **La Stampa** – percepito come un affronto diretto al “salotto radical chic” della sinistra istituzionale e mediatica – a aver accelerato la resa dei conti.
#### Una lunga storia di violenze tollerate
Per quasi trent’anni, l’Askatasuna è stato teatro di episodi gravissimi, spesso impuniti o minimizzati da amministrazioni di centrosinistra. Il centro sociale, ascrivibile all’area dell’Autonomia e legato a movimenti No Tav e pro-Pal, è stato ripetutamente accusato di essere una “fonte costante di aggressione e violenza”:
– **Aggressioni alle forze dell’ordine**: Decine di episodi documentati, con agenti feriti durante cortei, scontri ai cantieri Tav (oltre 100 attacchi negli ultimi anni) e manifestazioni violente. Politici come Antonio Tajani e Paolo Zangrillo hanno più volte chiesto la chiusura, definendolo un “campione di violenza”.
– **Impedimento ai rimpatri e sostegno a clandestini**: Come molti centri sociali antagonisti, Askatasuna ha ospitato attività di supporto a migranti irregolari, inclusi sportelli legali che ostacolano procedure di espulsione, in linea con l’ideologia no-border.
– **Intimidazioni ai cittadini**: Devastazioni in città, barricate, lancio di bombe carta e atti vandalici che hanno terrorizzato quartieri e commercianti. Eppure, fino a ieri, il Comune di Torino (guidato dal pd Stefano Lo Russo) aveva siglato un “patto di collaborazione” per trasformare lo stabile in “bene comune”, rinnovato nonostante processi in corso per associazione a delinquere e violenze.
Fonti di centrodestra, come Libero e Il Giornale, hanno sottolineato l’ipocrisia: tolleranza zero solo quando si colpisce un pilastro del progressismo mediatico come La Stampa, mentre per anni aggressioni a poliziotti, carabinieri e cittadini sono passate in secondo piano.
#### Il “patto” spezzato e la reazione della sinistra
Il sindaco Lo Russo ha annunciato la “fine del patto” proprio per la presenza di attivisti nello stabile, violando gli accordi. Ma critici di destra vedono nello sgombero la conferma di un doppiopesismo: “Per decenni coccolato dalla sinistra, chiuso solo dopo aver osato toccare uno dei loro salotti”, come commenta l’articolo linked nel post virale di Francesca Totolo.
Mentre attivisti annunciano presidi e cortei, il governo Meloni celebra l’operazione come ripristino della legalità. Resta il quesito: se l’assalto non fosse stato alla Stampa, Askatasuna sarebbe ancora lì?
Lo sgombero segna la fine di un’era di occupazioni abusive tollerate, ma evidenzia come solo certi “tabù” progressisti accelerino l’intervento dello Stato.
Sì ma calmati @SalisIlaria.
Non sei in un centro sociale e nemmeno a Budapest. https://t.co/3mGTq7GudR
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 18, 2025


Che domanda… 2+2 fa 4, no?
SE stanno buone le zecche rosse prosperano indisturbate da quasi 30 anni, ma appena la fanno fuori dal vaso li cacciano via … la domanda è “lo Stato interveniva se toccavano la redazione di un giornale di Destra?
Probabilmente si ma gli zeccaioli avrebbero pianto stracciandosi le vesti finchè non gli avremmo dato ragione per farli smettere… 😁