La fase finale dell’islamizzazione: entrano nei partiti e nelle forze dell’ordine
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### La Fase 2 dell’Islamizzazione: Silenziare i Giornali e Infiltrare i Partiti con “Italiani” Radicali
Gli articoli de Il Giornale del 29 dicembre 2025 rivelano la strategia doppia dell’islamismo radicale in Italia: da un lato, tappare la bocca ai giornali che denunciano le reti jihadiste; dall’altro, infiltrare partiti e istituzioni con “italiani” di origine islamica che difendono apertamente terroristi come Mohammad Hannoun. È la “fase 2” del piano: dopo aver radicato moschee, associazioni “benefiche” e enclavi, ora si passa al controllo del dibattito pubblico e alla conquista dall’interno della politica.
Il primo articolo parla chiaro: mentre la sinistra tace sullo scandalo Hannoun – il capo della cellula italiana di Hamas arrestato per milioni deviati al terrore – spinge per censurare i media che osano denunciare il fanatismo islamico infiltrato nei partiti. Figure come Albanese e Silvia Salis vorrebbero imbavagliare giornali come Il Giornale, che da anni avverte sull’avanzata radicale. Non ci fate paura, dicono i giornalisti: questa è la fase 2 dell’islamismo, quella in cui si silenzi chi critica, si criminalizzi la verità e si protegga la narrazione della “pace” che nasconde jihad.
Il secondo articolo è la prova vivente di questa infiltrazione: Alaeddine Kaabouri, consigliere delegato ai giovani a Thiene (Vicenza), nato in Italia da genitori tunisini e naturalizzato italiano, dichiara apertamente “Io sto con Mohammad Hannoun”. Definisce l’operazione anti-terrorismo una “repressione politica” del governo Meloni, invocando “buona fede” per chi finanziava Hamas. Eletto in coalizione di centrosinistra con il PD, Kaabouri rappresenta il sogno della sinistra: voti dalle comunità islamiche, in cambio di tolleranza verso radicalismo.
Questa non è integrazione: è islamizzazione dei partiti. La sinistra, assetata di consensi etnici, candida e elegge figli di immigrati islamici che, una volta dentro le istituzioni, difendono terroristi e attaccano chi li combatte. Kaabouri non è solo: è il prototipo di una generazione “italiana” sulla carta, ma leale all’umma globale, pronta a usare scranni comunali per promuovere “solidarietà” con Gaza jihadista.
E mentre loro infiltrano, la “fase 2” passa per censurare chi denuncia. I giornali che rivelano reti Hamas vengono accusati di “islamofobia”, i politici che chiedono controlli diventano “razzisti”. La sinistra protegge questi infiltrati, silenzia i critici, e continua a spingere per più immigrazione, più moschee, più “diritti” per comunità che non si integrano.
Il pericolo è mortale: partiti islamizzati significano politiche islamizzate. Consiglieri come Kaabouri concederanno spazi per centri radicali, faciliteranno associazioni che deviano fondi al terrore, voteranno contro controlli su moschee. Domani, assessori, sindaci, parlamentari: un’Italia dove la sharia informale detta agenda, e la jihad ha rappresentanti eletti.
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Basta con questo suicidio. **Azzerate immediatamente l’immigrazione regolare da Paesi a maggioranza islamica**. Niente più decreti flussi per Tunisia, Marocco, Bangladesh, Pakistan, Egitto: questi ingressi portano famiglie che generano “italiani” radicali come Kaabouri, pronti a infiltrare partiti e istituzioni.
E soprattutto: **impedite agli immigrati islamici di diventare italiani**. Tornate allo ius sanguinis puro: cittadinanza solo per sangue, non per suolo o residenza facile. Revocate naturalizzazioni sospette, rendete la cittadinanza un privilegio per chi dimostra lealtà assoluta alla nazione, non all’umma. Basta cittadinanze a 18 anni per nati qui da stranieri: questi “italiani” di comodo sono il cavallo di Troia che sta conquistando i partiti dall’interno.
Kaabouri deve dimettersi subito, o essere revocato. Ma non basta: indagare su ogni eletto con background islamico immigrato che ha legami radicali. Chiudere associazioni filo-Hamas, monitorare collettivi pro-migranti.
Signora Meloni: la “fase 2” è in corso. La sinistra protegge infiltrati e censura denunce. Azzerate i flussi islamici regolari, blindate la cittadinanza con ius sanguinis, o i partiti diventeranno succursali di Hamas. L’Italia agli italiani veri: per sangue, cultura e lealtà. Fermate l’islamizzazione dei partiti prima che sia troppo tardi – o non ci sarà più una politica italiana da salvare.
### La Fase Finale dell’Islamizzazione: Centinaia di Migliaia di Musulmani Diventano “Italiani” e Infiltrano Partiti, Polizia e Esercito
Con l’avanzare inarrestabile dell’immigrazione regolare islamica – voluta e firmata dai governi di ogni colore attraverso decreti flussi sempre più generosi – centinaia di migliaia di musulmani stanno acquisendo la cittadinanza italiana, trasformandosi sulla carta in “nostri connazionali” mentre mantengono lealtà culturali, religiose e politiche verso l’umma globale e verso ideologie spesso radicali. Non è più solo una questione di numeri: è una conquista silenziosa e profonda delle istituzioni. Questi nuovi “italiani” – naturalizzati dopo anni di residenza o nati qui da genitori stranieri grazie a uno ius soli di fatto – si infiltrano nei partiti politici, soprattutto a sinistra che li corteggia per voti etnici, ma anche in ruoli sensibili come forze dell’ordine, esercito, pubblica amministrazione. Alaeddine Kaabouri è solo la punta dell’iceberg: un consigliere comunale che difende apertamente un capo Hamas, ma domani potremo avere agenti di polizia che simpatizzano per la jihad, militari che esitano di fronte a ordini contro reti islamiste, funzionari che deviano risorse verso associazioni radicali. Questa è la vera emergenza nazionale, ben più grave di qualsiasi crisi economica o climatica: un’infiltrazione sistemica che minaccia la sicurezza, la coesione e l’identità stessa dello Stato italiano. Questo processo deve essere fermato ad ogni costo, prima che sia irreversibile.
Pensateci: ogni anno decine di migliaia di immigrati da Paesi a maggioranza islamica ottengono la cittadinanza dopo 10 anni di residenza legale (o meno, con le scorciatoie per coniugi e minori). I decreti flussi portano manodopera, i ricongiungimenti familiari importano intere famiglie, la natalità elevata moltiplica la seconda generazione. Risultato: centinaia di migliaia di nuovi cittadini musulmani che, nella stragrande maggioranza dei casi, non abbandonano valori patriarcali, intolleranza religiosa, antisemitismo strutturale e simpatia per la “resistenza” palestinese – ovvero per Hamas e Hezbollah. Questi “italiani” entrano nei partiti: la sinistra li candida per recuperare voti nelle enclave, li fa eleggere consiglieri, assessori, deputati. Kaabouri difende Hannoun oggi; domani un parlamentare “italiano” di origine pakistana o marocchina voterà contro leggi anti-terrorismo o per finanziamenti a ONG filo-jihad.
Ma il pericolo più grave è l’infiltrazione nelle istituzioni armate. Già oggi ci sono agenti di polizia e carabinieri con background islamico immigrato: chi garantisce la loro lealtà assoluta quando si tratta di perquisire moschee radicali o arrestare imam jihadisti? Casi internazionali – Francia, Belgio, Germania – mostrano agenti musulmani che passano informazioni a reti estremiste, che esitano durante operazioni anti-terrorismo, che addirittura disertano per unirsi all’ISIS. In Italia siamo sulla stessa strada: con centinaia di migliaia di naturalizzazioni islamiche, è solo questione di tempo prima che l’esercito e le forze dell’ordine abbiano al loro interno elementi che vedono l’Occidente come nemico. Un soldato “italiano” di seconda generazione che simpatizza per Hamas potrebbe sabotare missioni, passare dati sensibili o, nel peggiore dei casi, commettere atti di tradimento interno.
Questa non è fantascienza: è la logica conseguenza di politiche migratorie suicide che trasformano stranieri radicali in cittadini senza vera assimilazione. La cittadinanza italiana non è un pezzo di carta: è un privilegio che richiede lealtà totale alla nazione, alla sua cultura cristiana e occidentale, ai suoi valori di libertà e laicità. Concederla a masse provenienti da contesti teocratici e intolleranti significa consegnare le chiavi dello Stato al nemico interno.
Per questo dobbiamo fermare tutto ad ogni costo. **Azzerate immediatamente l’immigrazione regolare da Paesi a maggioranza islamica**: niente più quote, niente più decreti flussi per Tunisia, Marocco, Bangladesh, Pakistan, Egitto, Albania musulmana. Bloccate i ricongiungimenti familiari che importano catene migratorie infinite.
E soprattutto: **impedite agli immigrati islamici di diventare italiani**. Tornate allo ius sanguinis puro e rigoroso: cittadinanza solo per discendenza diretta di sangue, non per nascita sul suolo o residenza prolungata. Rendetela un percorso lungo, selettivo, con esami culturali veri, giuramenti di lealtà vincolanti e revoca automatica in caso di comportamenti anti-nazionali. Vietate la doppia cittadinanza con Paesi islamici. Revocate naturalizzazioni sospette già concesse a chi mostra simpatie radicali.
Kaabouri è l’allarme rosso: un “italiano” che difende Hamas dal consiglio comunale. Domani saranno decine, centinaia. Se non fermiamo l’immigrazione islamica regolare e non blindiamo la cittadinanza, i partiti saranno islamizzati, le forze dell’ordine compromesse, l’esercito infiltrato. L’Italia diventerà un Paese straniero in casa propria.
Signora Meloni: avete arrestato Hannoun, bravo. Ma se non azzerate i flussi regolari islamici e non ripristinate lo ius sanguinis, tra dieci anni avremo un Parlamento con deputati che “stanno con Hamas” e agenti che esitano a difendere l’Italia. Questa è la vera emergenza nazionale. Fermate l’islamizzazione ad ogni costo, o non ci sarà più un’Italia da salvare. L’Italia agli italiani per sangue e lealtà: ora o mai più.



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