Nel giorno della morte di Brigitte Bardot algerini bruciano le città francesi

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By V dicembre 29, 2025 23:46

Nel giorno della morte di Brigitte Bardot algerini bruciano le città francesi

Non voleva morire in una Francia islamizzata, è morta in una Francia islamizzata.

### Francia in Fiamme dopo la Vittoria dell’Algeria: L’Italia Rischia lo Stesso Destino se Non Fermiamo l’Immigrazione Islamica

La Francia brucia di nuovo. Non è una metafora: strade bloccate, incendi appiccati con carrelli della spesa e frigoriferi, tiri di mortai contro la polizia, tentativi di strappare la bandiera francese dalle mairie, tram degradati e reti di trasporto paralizzate. Tutto questo è accaduto la sera del 28 dicembre 2025, dopo la vittoria dell’Algeria sul Burkina Faso (1-0) nella Coppa d’Africa delle Nazioni (CAN 2025), che ha qualificato i Fennecs agli ottavi.

Le scene di caos si sono ripetute in diverse città: a Lille e Roubaix nel Nord, dove gruppi di sostenitori hanno terrorizzato automobilisti (due conducenti, prese dal panico, hanno investito pedoni causando feriti), incendiato oggetti in strada e attaccato le forze dell’ordine con fuochi d’artificio usati come armi. A Toulouse, nel quartiere Mirail, una cinquantina di individui ha preso di mira un commissariato con mortai e ha cercato di rimuovere il tricolore dalla mairie del quartiere Desbals. A Marseille, sulla Canebière, circa 800-1000 persone hanno invaso il centro, degradato un tram fermando l’intera rete e lanciato mortai contro la polizia al Quai des Belges.

E poi Lione, dove l’episodio più simbolico e inquietante: l’influencer franco-algerina Sofia Benlemmane, già condannata in passato per minacce di morte e odio, ha guidato una folla nel quartiere Guillotière cantando ad alta voce: “Vous nous avez colonisés, vous êtes dans la merde. Ce pays est le nôtre, on fait ce qu’on veut” – “Ci avete colonizzato, ora siete nella merda. Questo paese è nostro, facciamo quello che vogliamo”. Un grido di rivalsa anti-francese, ripreso in video e diffuso sui social, che ha portato la prefetta del Rodano a segnalare il caso al procuratore per incitamento all’odio.

Questi non sono semplici “débordements” da festa calcistica, come li minimizzano alcuni media mainstream. Sono atti di sfida all’autorità francese, simboli di un rifiuto dell’integrazione e di un sentimento di conquista territoriale. Scene che si ripetono da anni ogni volta che l’Algeria vince qualcosa: dal famoso Francia-Algeria del 2001 interrotto per invasione di campo, alle violenze post-vittoria alla CAN 2019. E ogni volta, il denominatore comune è lo stesso: quartieri ad alta concentrazione di immigrazione islamica nordafricana, dove la lealtà va prima al paese d’origine che alla nazione che li ospita.

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La Francia di oggi è il laboratorio fallito del multiculturalismo forzato e dell’immigrazione di massa senza controlli. Decenni di flussi regolari – ricongiungimenti familiari, visti di lavoro, asilo politico – principalmente da paesi islamici, hanno creato enclavi parallele dove l’identità francese è vista come un nemico da abbattere. Il risultato? Una nazione frammentata, con zone dove la polizia entra con cautela, dove bandiere straniere sventolano più orgogliosamente del tricolore, e dove una vittoria sportiva diventa pretesto per affermare: “Questo paese è nostro”.

L’Italia sta seguendo la stessa traiettoria. Abbiamo già visto episodi simili: festeggiamenti per vittorie magrebine che degenerano in caos, quartieri dove l’islam radicale cresce indisturbato, e un’immigrazione regolare – spesso islamica – che continua a gonfiare numeri già insostenibili. Se non blocchiamo subito questi flussi, se non imponiamo regole ferree su integrazione, espulsioni immediate per chi delinque e stop ai ricongiungimenti indiscriminati, finiremo esattamente come la Francia: con le nostre strade in fiamme, le nostre bandiere strappate e voci che gridano “Questo paese è nostro”.

Non è xenofobia: è sopravvivenza nazionale. La Francia ci ha mostrato il futuro che ci attende se non agiamo ora. Bloccare l’immigrazione regolare islamica non è un’opzione: è una necessità urgente per preservare l’identità, la sicurezza e la sovranità italiana. Altrimenti, la prossima CAN vittoriosa potrebbe infiammare anche le nostre città. E a quel punto, sarà troppo tardi per pentirsi.

Nel giorno della morte di Brigitte Bardot algerini bruciano le città francesi ultima modifica: 2025-12-29T23:46:17+00:00 da V
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