La Consulta sugli stupri di gruppo: «Sì allo sconto di pena»

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By V dicembre 31, 2025 14:21

La Consulta sugli stupri di gruppo: «Sì allo sconto di pena»

### Nuova vergogna della Corte Costituzionale: sì allo sconto di pena per gli stupri di gruppo “meno gravi”

L’Italia chiude il 2025 con l’ennesima perla di saggezza delle toghe rosse della Consulta. Con la sentenza n. 202/2025, depositata il 29 dicembre, i 15 saggi di Palazzo della Consulta hanno deciso che per la violenza sessuale di gruppo – quel reato che già di per sé evoca branchi di predatori che umiliano e distruggono la dignità di una donna – deve esserci uno “sconto di pena” nei casi di “minore gravità”. Come se esistesse uno stupro di gruppo “leggero”, un palpeggiamento collettivo che merita clemenza perché durato pochi secondi o fatto sopra i vestiti.

La decisione arriva da un ricorso del Tribunale dei minori di Milano, su un caso di un ragazzino accusato di toccate fugaci. E boom: la Consulta dichiara incostituzionale l’articolo 609-octies del codice penale, perché non prevedeva la diminuente fino a due terzi della pena per condotte con “disvalore significativamente inferiore”. Motivazione? Violazione del principio di uguaglianza e proporzionalità: non è giusto trattare allo stesso modo uno stupro brutale e un “palpeggiamento di gruppo” breve. Già, perché per queste toghe, un branco che accerchia una donna in un pub, le mette “almeno quattro mani” addosso per 30-45 secondi, causandole traumi psicologici permanenti (come nel caso della campionessa olimpionica palpeggiata a Trastevere), potrebbe rientrare nella categoria “minore gravità”. Risultato? Pene che scendono sotto i 4 anni, forse nemmeno carcere.

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E chi paga il prezzo? Le vittime, ovviamente. Donne che rivivono l’incubo di essere state oggetto di un’umiliazione collettiva, ridotta a “fatto di serie B” da chi siede in una corte che non risponde a nessuno. La Consulta, quel “governo parallelo” di nominati a vita, ha ancora una volta calpestato la volontà popolare, imponendo la sua visione ideologica: tutto è relativo, anche la violenza su una donna, purché non sia “troppo grave”.

Non è un caso isolato. Come denunciato già mesi fa, questa Corte è un bubbone anti-democratico, una casta di “toghe rosse” al servizio di élite globaliste che sabotano leggi su sicurezza, immigrazione e valori tradizionali. Ricordate le sentenze che favoriscono clandestini, riscrivono la famiglia o impongono agenda progressiste? Ora tocca alla protezione delle donne: meglio uno sconto per i branchi “gentili” che una pena certa e severa.

È ora di dire basta. Abolire la Consulta, o almeno riformarla radicalmente: potere al popolo, non a 15 intoccabili che legiferano dalla loro torre d’avorio. Le funzioni di controllo vadano a una commissione di parlamentari eletti, responsabili davanti ai cittadini. Solo così si restituisce sovranità a chi paga le tasse e subisce le conseguenze di queste follie giudiziarie.

L’Italia merita giustizia vera, non sconti per stupratori. Le vittime meritano rispetto, non relativismi da salotto costituzionale. Svegliamoci, prima che sia troppo tardi.

La Consulta sugli stupri di gruppo: «Sì allo sconto di pena» ultima modifica: 2025-12-31T14:21:24+00:00 da V
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By V dicembre 31, 2025 14:21
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