A 11 anni entra nel bar e chiede aiuto: «Papà (immigrato) ci picchia tutte»
Related Articles
«Mi hanno picchiata mentre portavo fuori il cane»: una ragazza di 20 anni racconta il suo incubo
Caterina, una giovane di 20 anni, ha vissuto un vero e proprio incubo mentre portava fuori il suo cane. La notte tra venerdì e sabato, mentre rientrava da una serata in un locale, è stata aggredita da un uomo e una donna poco più grandi di lei. La giovane ha raccontato di essere stata picchiata brutalmente, con i suoi aggressori che minacciavano di uccidere il cane prima di rivolgere la loro violenza su di lei. Fortunatamente, le minacce non sono state portate a termine, ma Caterina è rimasta profondamente scossa dall’esperienza.
L’aggressione è avvenuta in una zona residenziale di Torino, e la giovane ha deciso di condividere la sua storia per avvisare gli altri e sensibilizzare sulla sicurezza nelle strade. “Non so perché ce l’avessero con me, ma voglio avvisare gli altri,” ha dichiarato Caterina.
Le autorità stanno indagando sull’incidente, cercando di identificare i responsabili e garantire che episodi simili non si ripetano. Nel frattempo, la comunità locale si è stretta attorno a Caterina, offrendo supporto e solidarietà.
Bergamo, due studenti minorenni aggrediti a Porta Nuova. Continua l’incubo maranza
A Bergamo, due studenti minorenni di Calcinate sono stati aggrediti a Porta Nuova dopo aver pranzato in un fast food. L’incidente è avvenuto venerdì pomeriggio, quando i ragazzi sono stati accerchiati e aggrediti da un gruppo di circa quindici persone. I giovani sono riusciti a divincolarsi e a scappare, ma l’esperienza li ha lasciati profondamente scossi.
I genitori dei ragazzi hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri, e le autorità stanno indagando per identificare i responsabili. Questo episodio è solo l’ultimo di una serie di aggressioni che hanno coinvolto giovani nella zona di Porta Nuova, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza nella città.
La comunità locale ha espresso solidarietà ai ragazzi e alle loro famiglie, chiedendo maggiori misure di sicurezza per prevenire futuri episodi di violenza.
Bimba entra al bar a Jesi e chiede aiuto: «Chiamate i carabinieri, papà ci picchia tutti. Anche le mie sorelline»
A Jesi, una bambina straniera è entrata in un bar chiedendo aiuto e implorando di chiamare i carabinieri. La piccola ha raccontato che il padre immigrato picchiava lei e le sue sorelline. Tremante di paura, la bambina ha trovato il coraggio di denunciare la situazione, mettendo in salvo se stessa, la madre e le sorelle.
Per le tre sorelline, e la loro madre, vittime di maltrattamenti in famiglia, la Procura ha attivato un codice rosso. Il nuovo procedimento del Codice penale che tutela le vittime di violenza di genere, è scattato a seguito della condotta reiterata dell’uomo, un 44enne straniero, dopo che la settimana scorsa la più piccola delle figlie è riuscita a scappare delle botte e chiedere soccorso in un bar sotto casa.
APPROFONDIMENTI
Attivato il codice rosso, ora la mamma e le tre figlie, due minorenni e una maggiorenne, si trovano al sicuro in una residenza protetta a spese dei contribuenti. Per il 44enne, già in una condizione di allontanamento forzato dal nucleo familiare, non è stata disposta alcuna misura cautelare. Ma, denunciato per maltrattamenti in famiglia, non è detto che non possa essere raggiunto da un provvedimento più restrittivo. E alla fine, comunque, dovrà vedersela con la giustizia. «Per favore, chiamate i carabinieri, papà sta facendo di nuovo del male alla mamma e alle sorelline». Era stata questa la richiesta di aiuto, lo scorso primo ottobre in un bar sotto casa, della più piccola delle sorelle. Ancora solo una bambina, già a dover fare i conti con la crudeltà del mondo degli adulti. Nel locale, quella sera, c’erano poche persone. Hanno visto l’11enne entrare, spaventata a morte com’era e col fiatone per la corsa. Poi quelle parole, cariche di coraggio. Subito è scattato l’allarme al 112. «Papà ci sta facendo di nuovo del male». Di nuovo, perché alcuni giorni addietro l’uomo si sarebbe già scoppiato in un impeto d’ora violenta. Era la metà di settembre, e a farne le spese in quella lite furibonda era stata la sorella maggiore, poi finita in ambulanza all’ospedale.
Le circostanze allora erano apparse diverse, ma il caso è stato comunque preso in carico dagli assistenti sociali che in un grande lavoro di collaborazione con i carabinieri della Compagnia di Jesi hanno voluto comunque mantenere alta l’attenzione sulla situazione della famiglia. Il quadro allarmante, di violenze ripetute, soprattutto ai danni della madre, è emerso solo in seguito, dopo la denuncia della piccola eroina la settimana scorsa. L’attivazione del codice rosso ha consentito un’accelerazione dell’avvio del codice rosso, rafforzando così la tutela delle vittime.
Le autorità stanno indagando sull’incidente ma dovrebbero, invece, pensare ad abrogare i ricongiungimenti familiari.
Fonti
Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.
Write a comment