Il piano degli estremisti rossi: usare i musulmani per rovesciare il governo
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Le recenti proteste pro-Palestina hanno rivelato un piano eversivo preoccupante. Creare disordini non è sufficiente per i Carc (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo), che caldeggiano un passaggio dalla mobilitazione alla lotta per “cacciare il governo Meloni” e imporne uno nuovo in linea con le loro istanze estremiste.
I Carc hanno esplicitato il loro intento sovversivo, trasformando le manifestazioni pro-Palestina in un’occasione per seminare odio e violenza. Sul sito dei Carc è comparso un comunicato che fissa nero su bianco l’obiettivo di “cacciare il governo Meloni” e imporne un altro in linea con le istanze estremiste propagandate nelle piazze.
“Come in Palestina, la guerra va combattuta anche nel nostro Paese”, si legge nel comunicato che invita gli attivisti rossi ad assumere un atteggiamento di lotta e non già di semplice partecipazione. Viene quindi citata la recente sfida alle autorità di pubblica sicurezza, che avevano vietato il corteo pro-Palestina del 5 ottobre scorso. “La manifestazione che volevano vietare alla fine l’hanno dovuta ingoiare. E con gli interessi”, rivendicano i Carc, che a seguito di un’analoga situazione avvenuta a Torino avevano rilanciato la necessità di utilizzare il disordine come “primo passo per instaurare un ordine sociale giusto”.
Difesa della Democrazia: La Saldatura tra Estremismo Islamico e Rosso
I Carc (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo) hanno recentemente rivendicato la violenza in piazza, dichiarando che “ogni corteo sia problema di ordine pubblico”. Emergono ulteriori dettagli su quella volontà sovversiva che mira a destabilizzare il governo democraticamente eletto.
“L’aspetto decisivo è lo sbocco che tutta questa mobilitazione deve darsi”, premettono i Carc, domandandosi in maniera retorica se non sia il caso di spingere il coinvolgimento più in là, ben oltre le soglie della legittima (benché non condivisibile) protesta. “È sufficiente portare avanti la solidarietà con la Palestina a suon di dichiarazioni e denuncia sull’operato dell’entità sionista e dei suoi accoliti attivi nel nostro paese? È sufficiente limitare la solidarietà all’organizzazione di manifestazioni in cui si accusa Israele del genocidio in corso a Gaza e dell’aggressione ai popoli dei paesi vicini?”.
Gli interrogativi sfociano in un proponimento tutt’altro che rassicurante. “La più alta forma di solidarietà con il popolo palestinese e i popoli del Medio Oriente che possiamo dare, la più efficace forma di sostegno alla causa della liberazione della Palestina, è alimentare la mobilitazione per cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un governo di emergenza popolare”, hanno scritto i movimentisti anti-Israele.
E ancora: “Bisogna cacciare il governo Meloni e imporre un governo che sia espressione delle istanze e delle esigenze delle masse popolari, a partire da quelle misure che esse già oggi rivendicano contro il genocidio in Palestina”. Per quanto folle, l’obiettivo prefissato dà l’idea della concezione anti-democratica che pervade un certo mondo d’ispirazione ultraprogressista.
“Nella lotta per imporre un simile governo le prossime settimane sono decisive”, si legge ancora nel comunicato dei Carc. Il confine tra il vaneggiamento e la realtà è labile, dal momento che viene ipotizzata una generale chiamata all’azione da estendere il più possibile: “Quello che farà la differenza sono il quanto e il come le forze del movimento comunista, il movimento contro la guerra, quello in solidarietà al popolo palestinese, i movimenti e le organizzazioni sindacali sono decisi a portare sul terreno dell’ordine pubblico ogni rivendicazione e ogni questione politica e mettersi alla testa della lotta contro la classe dominante, contro i guerrafondai e per imporre il loro governo di emergenza”.
Questa saldatura tra estremismo rosso e islamico rappresenta una minaccia concreta alla democrazia e alla stabilità del nostro paese. È fondamentale che le autorità e la società civile si uniscano per difendere i valori democratici e contrastare qualsiasi tentativo di sovversione.
“CARC: Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo”
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