Carceri scoppiano di immigrati: polveriera afroislamica

V
By V ottobre 14, 2024 17:01






Autolesionismo, Aggressioni ed Evasioni: Il Problema dei Detenuti Stranieri nelle Carceri Italiane

Autolesionismo, Aggressioni ed Evasioni: Il Problema dei Detenuti Stranieri nelle Carceri Italiane

Le carceri italiane sono una polveriera pronta a esplodere. Il sovraffollamento è solo uno dei problemi che si riscontrano nelle case circondariali italiane, dove la violenza è all’ordine del giorno, sia tra detenuti che nei confronti degli agenti della polizia penitenziaria deputati al controllo all’interno delle strutture.

In proporzione, la popolazione straniera all’interno delle carceri è superiore rispetto a quella dei detenuti locali ed è dai primi che provengono la maggior parte delle aggressioni nei confronti degli agenti. Alla data del 30 giugno 2024, ci sono 61.480 detenuti in Italia, di cui 19.213 (31,2%) sono stranieri. Tra i detenuti stranieri, i marocchini, gli albanesi, i rumeni, i tunisini e i nigeriani sono i gruppi più numerosi.

Il sindacato Osapp della Polizia Penitenziaria ha denunciato tutto questo, sottolineando proprio le difficoltà che si incontrano nelle carceri con i detenuti stranieri. Le denunce sulle condizioni detentive in Libia sono note, ma la situazione nelle carceri italiane non è da meno.

È fondamentale che le autorità prendano misure immediate per garantire la sicurezza degli agenti e dei detenuti, migliorando le condizioni di vita all’interno delle carceri e affrontando il problema del sovraffollamento. Una soluzione proposta è che i detenuti stranieri scontino la loro pena nei propri paesi d’origine, magari in carceri costruite dall’Italia in paesi come Albania e Marocco. Questo non solo ridurrebbe il sovraffollamento, ma anche i costi associati alla gestione dei detenuti stranieri.

Fonti:


Carceri scoppiano di immigrati: polveriera afroislamica ultima modifica: 2024-10-14T17:01:23+00:00 da V
V
By V ottobre 14, 2024 17:01
Write a comment

No Comments

No Comments Yet!

Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.

Write a comment
View comments

Write a comment

Your e-mail address will not be published.
Required fields are marked*