Toghe rotte: per un giudice sono clandestini e per un altro devono tornare in Italia
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### La Sovranità Nazionale contro l’Arroganza Giudiziaria: Un Caso di Studio
Ieri, in una seduta congiunta delle Commissioni territoriali, è stata presa una decisione che ha ribadito come in Italia sbarchino solo clandestini: tutte le richieste di protezione internazionale presentate da un gruppo di migranti, identificati come bengalesi ed egiziani, sono state respinte. Questi individui, ora considerati clandestini anche ufficialmente, si trovano al centro di un dilemma legale e politico, poiché i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma hanno decretato il loro ritorno in Italia.
**La Sovranità sotto Assedio**
Questo evento mette in luce una questione più ampia: la tensione tra la sovranità nazionale e l’intervento giudiziario. È un principio fondamentale della democrazia che le politiche di una nazione, specialmente quelle che riguardano i confini e l’immigrazione, siano decise dalla volontà della maggioranza, rappresentata attraverso le istituzioni governative e legislative elettive. Tuttavia, quando le decisioni dei giudici sovvertono queste politiche, sorge un conflitto che mette in discussione l’equilibrio dei poteri.
**Il Ruolo dei Giudici**
Il giudice, in questo caso, potrebbe essere visto da alcuni come un ostacolo alla politica nazionale sull’immigrazione, potenzialmente accusabile di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, visto che di clandestini si tratta anche secondo un altro organo giudiziario dello Stato. I giudici: essi devono applicare la legge, non fare politica. Non legiferare via sentenze.
**L’Intervento Militare: Una Soluzione?**
L’idea di impiegare i militari per “ripristinare la legalità” nei tribunali è una proposta radicale che solleva preoccupazioni significative. Sarebbe un passo verso l’erosione della separazione dei poteri, un pilastro delle democrazie moderne. Usare la forza per influenzare o correggere le decisioni giudiziarie sbagliate potrebbe portare a un pericoloso precedente. Ma non è più pericoloso lasciare che un manipolo di burocrati governi al posto del popolo? Non è questa la vera sovversione del sistema democratico? I cultori delle toghe rosse si trincerano sempre dietro l’indipendenza della magistratura, essenziale per un sistema giudiziario equo e imparziale: ma questa indipendenza è diventata irresponsabilità e arroganza. La magistratura non può e non deve essere indipendente dalla volontà popolare.
Intervento militare nei tribunali?
Troppo radicale, tenendo presente anche cosa ci sia oggi nelle Forze armate.
Secondo me basterebbe introdurre il reato di “Simulazione di Intelligenza” e applicarlo anche retroattivamente per sfoltire i ranghi della magistratura, non solo quella italiana…
Toghe rosse cancro da estirpare!
Sostituirle con tribunali militari!