Tribunale: clandestini da Albania devono tornare in Italia perché lo vuole la UE
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### Il Primato della Legge Italiana: Una Chiamata all’Azione
**Roma, 18 Ottobre 2024** – È con sgomento e una crescente preoccupazione per la sovranità giuridica italiana che oggi ci troviamo a commentare l’ultimo comunicato stampa rilasciato dai giudici di Roma, riguardo alla delirante sentenza che vorrebbe imporre al governo di fare tornare in Italia i clandestini inviati in Albania.
Secondo quanto dichiarato, l’Italia dovrebbe accettare il ritorno di migranti clandestini dall’Albania perché, testuali parole, “ce lo chiede la UE”. Questa affermazione non solo mette in discussione l’autonomia giudiziaria italiana ma sfida apertamente il principio basilare della supremazia delle leggi nazionali.
È inaccettabile, anzi, è sconcertante, che i giudici nazionali si sentano “vincolati” non dalle leggi dello Stato italiano, che hanno giurato di servire e proteggere, ma da direttive che sembrano bypassare il nostro ordinamento giuridico. Questo atteggiamento non solo mina l’indipendenza della nostra magistratura ma erode la fiducia dei cittadini nelle istituzioni che dovrebbero rappresentarli e difenderli.
La sentenza solleva interrogativi seri sulla nostra identità come nazione sovrana. È questo il momento giusto per ribadire, con forza e chiarezza, che il diritto italiano deve sempre prevalere su qualsiasi legislazione dell’Unione Europea. La nostra Costituzione, la legge fondamentale dello Stato, non può e non deve essere considerata inferiore o subordinata a qualsiasi altra normativa esterna.
È necessario, quindi, avviare un dibattito urgente e, se necessario – come scrive il senatore Borghi della Lega su X – procedere con una modifica costituzionale che sancisca, senza ambiguità, il primato del diritto nazionale. Parlare con gli alleati politici per discutere e, se il caso, presentare un disegno di legge in tal senso, diventa non solo una mossa strategica ma un atto di responsabilità verso gli italiani.
Questa situazione ci ricorda che la democrazia e la sovranità non sono acquisizioni definitive ma richiedono vigilanza continua e, quando necessario, interventi decisi. L’Italia ha una storia giuridica ricca e complessa, che non può essere messa da parte in nome di una presunta necessità europea. Le leggi che governano il nostro paese devono nascere dal consenso dei suoi cittadini e non da direttive che sembrano più imposizioni che suggerimenti.
È tempo di alzare la voce contro chi, dall’interno delle nostre istituzioni, sembra dimenticare o, peggio, ignorare il principio fondamentale della sovranità nazionale. L’Italia deve riaffermare la sua autonomia giuridica, non solo per preservare la propria identità ma per garantire che la giustizia e la legge siano veramente al servizio dei suoi cittadini, e non di interessi esterni.
Che questo sia un momento di riflessione ma anche di azione. Che ogni cittadino, ogni rappresentante, ogni giurista ricordi il giuramento alla Repubblica e agisca di conseguenza. La sovranità non si negozia.
Vediamo se adesso lo capiscono art zero della splendida costituzione di merda italiana : le leggi italiane prevalgono su quelle di diritto internazionale, solo una manica di coglioni servi 80 e passa anni fa poterono partorire una costituzione da castrati
Mi permetto di dissentire, egregio Signore, perchè la Costituzione italiana bene o male funzionava, pur essendo gravata da logorroicità eccessiva con voci che entrano in contrasto tra loro e richiedono interpretazioni da parte di esperti, i “Costituzionalisti”
Il problema è nato invece col Parlamento europeo che ha consegnato il potere esecutivo ai burocrati nominati dai politici e che emettono direttive su qualunque argomento, arrivando a ricattare i paesi che si oppongono e facendoti credere di essere un’espressione della democrazia ma se al posto di “Euroburocrate” si scrivesse “Gauleiter” ecco che si vedrebbero le cose nella loro giusta luce ma si offenderebbero troppi lettori e dunque soprassiedo.