Paesi Sicuri in decreto, ora le toghe rosse dovranno applicare la legge
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Decreto sui Paesi sicuri e la reazione di Nordio
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che mira a blindare gli hotspot in Albania, rendendo norma primaria l’indicazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato che la sentenza della Corte di Giustizia Europea non è stata compresa dai giudici italiani. Nordio ha sottolineato che ora i giudici non possono disapplicare questa legge, ma possono fare ricorso alla Consulta se la ritengono incostituzionale. Il decreto aggiorna l’elenco dei Paesi sicuri, riducendolo da 22 a 19, escludendo Camerun, Colombia e Nigeria. La Premier Giorgia Meloni ha ribadito l’importanza di difendere i confini e di garantire l’ingresso legale in Italia.
Se la Colombia non è un Paese sicuro, allora neanche l’Italia lo è. E il Camerun e la Nigeria? Siccome c’è una regione non sicura, allora non sono sicuri, come dice la Ue? E, anche fosse – e non è – non abbiamo la responsabilità del mondo, pensino a loro stessi.
Quella della Corte di Giustizia Europea è una ”sentenza molto complessa e articolata e molto probabilmente non è stata ben compresa”, dai giudici del Tribunale di Roma, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
“Il giudice può disapplicare un atto amministrativo se lo ritiene illegittimo ma lo può fare incidenter tantum, senza abrogarlo. Semplicemente non lo applica. Questo non vale per la fonte primaria, nel momento in cui un elenco di Paesi sicuri viene inserito in una legge il giudice non può disapplicare la legge”, ha aggiunto Nordio affermando che “il giudice, se ritiene che la legge sia incostituzionale, può fare ricorso alla Corte, quindi tenderei a escludere che possa disapplicarla”.
L’elenco dei Paesi sicuri è stato aggiornato “recependo le indicazioni della recente sentenza della Corte di Giustizia Ue”. In particolare, sono stati rimossi i Paesi rispetto ai quali erano previste “eccezioni di carattere territoriale” (Camerun, Colombia e Nigeria). Il nuovo elenco è ora contenuto in un provvedimento con forza e valore di legge per evitare possibili disapplicazioni fondate su interpretazioni della ‘Direttiva Accoglienza’ (la quale, tra l’altro, non appare “dettagliata e incondizionata”, rimettendo il suo recepimento ai singoli Stati membri).
L’elenco è ora composto da 19 Paesi sicuri, individuati secondo i criteri stabiliti dalla normativa europea (vedi l’art. 2bis del decreto legislativo 25/2008) e dai riscontri rinvenibili dalle fonti di informazione fornite dalle organizzazioni internazionali competenti. Si tratta di Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. L’elenco dei paesi sicuri verrà aggiornato periodicamente, sempre mediante atto avente forza di legge.
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