Moussa, secondo la sinistra poteva sgozzare italiani perché depresso
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Negli ultimi anni, diversi casi di cronaca nera hanno sollevato un dibattito acceso in Italia riguardo alla salute mentale degli immigrati e al loro impatto sulla sicurezza pubblica. Il recente caso di Moussa Diarra, un rifugiato maliano di 26 anni, che si è detto fosse “depresso,” riapre la discussione su un tema delicato e complesso.
Il 26enne rifugiato del Mali Moussa Diarra “era depresso”
👉 come Moussa Sangare, l’assassino di Sharon Verzeni, aveva “problemi psichici” dopo non essere diventato un rapper di successo
👉 come Chukwuka Nweke, l’assassino di Iris Setti, “non era stato curato”Insomma, solo i… pic.twitter.com/UyfpR6MRTQ
— Francesca Totolo (@fratotolo2) October 22, 2024
La depressione di Diarra è stata messa in evidenza, similmente a quanto accaduto con altri casi:
– **Moussa Sangare**, che dopo il fallimento delle sue ambizioni musicali come rapper, ha ucciso Sharon Verzeni, e si è parlato anche di lui in termini di “problemi psichici”.
– **Chukwuka Nweke**, responsabile della morte di Iris Setti, per cui è stata sottolineata la mancata cura dei suoi disturbi mentali.
– E non possiamo dimenticare **Adam Kabobo**, il cui caso è stato uno dei più scioccanti, con atti di violenza attribuiti a gravi problemi psichici.
Questi casi portano in superficie una tendenza preoccupante: la frequente associazione tra atti di violenza commessi da individui di origine africana e la loro presunta instabilità mentale. La domanda che sorge spontanea è: stiamo importando malati mentali?
Questa retorica, che spesso semplifica la complessità dei singoli casi riducendoli a problemi di salute mentale, rischia di deresponsabilizzare l’immigrato criminale. Cercano di scusarli dimenticando che, anche fosse questione di salute mentale, stanno dipingendo un quadro in cui ogni immigrato potrebbe essere un potenziale aggressore.
È cruciale affrontare due aspetti fondamentali:
1. **La Salute Mentale**: Gli immigrati, specialmente clandestini, affrontano problematiche che possono esacerbare o far emergere problemi di salute mentale. Una politica d’accoglienza che non tenga conto di questi aspetti e non respinga i clandestini, è destinata a fallire e fare danni come sta accadendo in Italia da anni.
2. **La Sicurezza Pubblica**: Non si può negare che molti immigrato rappresentino un pericolo, ma la soluzione non risiede nella deresponsabilizzazione del criminale, semmai nelle espulsioni dei moussa e di massa.
L’africano è depresso e chi lo cura? Lo psicologo europeo.
Bellissimo,è vero progressismo di sinistra… peccato solo per un piccolo particolare: la pretesa di riconoscere le angosce di chi è nato e cresciuto in una società diversa dalla tua nonchè di conoscerne i rimedi ovvero che sono tutte fregnacce.
Quanti sanno, per esempio, che nella tradizione polacca il bianco è il colore della morte invece del nero?
Se una donna polacca rivela allo psicanalista straniero che sogna di vestire di bianco non bisogna dirle che va tutto bene perchè sogna il matrimonio, significa invece che ha tendenze suicide e va aiutata.
PS: e che fine ha fatto il famoso Kabobo che era disturbato mentalmente QUINDI non andava perseguito per aver cacciato e ucciso a picconate tre milanesi scelti a caso?