Toghe rosse vogliono la scorta per difendersi dai cittadini: ma chi protegge i cittadini dai loro clandestini?
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**Quando la Giustizia si Protegge e Ignora le Vittime: Il Caso della Giudice Albano**
Torino, 24 Ottobre 2024 – Mentre i giudici, ideologicamente schierati, richiedono e ottengono protezione e la scorta per presunte minacce ricevute, è il caso del magistrato che vorrebbe rinchiudere Salvini per avere difeso le frontiere dai teppisti umanitari di Open Arms, le vere vittime delle decisioni di quegli stessi giudici – i cittadini italiani che subiscono le conseguenze delle politiche migratorie lassiste – restano senza difesa.
Il caso della giudice Silvia Albano, che ha ricevuto presunte minacce di morte, ha portato alla luce non solo la polarizzazione all’interno della magistratura ma anche l’evidente partigianeria di **Magistratura Democratica**, che si conferma essere un vero e proprio partito di estrema sinistra all’interno del sistema giudiziario.
Sulla Albano, è cruciale focalizzarsi non solo sulle minacce, che sono ovviamente da condannare, ma anche sulle numerose lettere di protesta che esprimono il crescente malcontento dei cittadini. Questi ultimi, che finanziano con le loro tasse i salari dei giudici, esigono un cambio di rotta o minacciano, con il loro discontento, di voler “licenziare” chi non serve più gli interessi della comunità.
**Magistratura Democratica** ha prontamente difeso la Albano, vedendo nelle minacce un prodotto di una “campagna di discredito” orchestrata contro i magistrati. Questa reazione solleva interrogativi su un sistema dove i giudici sembrano più preoccupati di proteggere se stessi e i loro colleghi, piuttosto che garantire la sicurezza pubblica. Il supporto espresso da Filiberto Zaratti di **Alleanza Verdi e Sinistra (AVS)** alla Albano, infatti, sottolinea ulteriormente come la questione sia diventata un terreno di scontro politico: le toghe rosse non applicano la legge, applicano quelle che vorrebbero loro. Quelle che vorrebbe la minoranza che li rappresenta in Parlamento.
Il paradosso è evidente: mentre i giudici si barricano dietro una sicurezza accresciuta, la popolazione, che subisce direttamente gli effetti di decisioni giudiziarie permissive in materia di immigrazione, è lasciata in balia di una crescente insicurezza. La richiesta di scorta per i giudici coinvolti in processi come Open Arms, contrapposta alla mancanza di analoga protezione per i cittadini, evidenzia un sistema che sembra aver perso il contatto con la realtà e le necessità del paese.
Che poi, la scorta arriva da quei poliziotti che indagano se sparano ai loro clandestini…
La vicenda mette in luce l’urgenza di una riforma della giustizia che riporti l’equilibrio e la fiducia tra i cittadini e le istituzioni giudiziarie. È tempo che la magistratura, e in particolare frange come **Magistratura Democratica**, smettano di agire come un blocco politico e tornino a essere un organo imparziale, al servizio non di un’ideologia ma della legge e della sicurezza di tutti i cittadini. Altrimenti si trovino un altro lavoro. Soros li aspetta.
“…Vedendo nelle minacce un prodotto di una “campagna di discredito” orchestrata contro i magistrati… ”
Non hanno citato nè Putin nè il cambiamento climatico nè la Ferragni: che razza di lazzaroni, confondono poi le idee ai loro seguaci in cerca della verità…