Stuprata da 7 africani, violentare italiana è rito di iniziazione – FOTO
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Stuprata a turno da 7 africani fino a farla svenire: aveva inseguito ladro in edificio
Lei voleva solo recuperare il cellulare che le avevano rubato a Porta Nuova. Così ha rincorso il ladro fino al parco del Valentino, dove si è poi ritrovata quasi nuda, senza scarpe, pantaloni e mutande. Tra la corsa e l’arrivo dell’ambulanza, il buio. L’ultimo ricordo, una violenza sessuale di gruppo dentro quel che resta del Club 84, storica discoteca abbandonata lungo corso Massimo D’Azeglio. Con il terribile dubbio che il suo dramma fosse un rito di iniziazione per il più giovane del branco: «Mi hanno stuprata e poi ho sentito uno che diceva a un altro: “Adesso sei un uomo”».
È la stessa ragazza, una 27enne torinese di origine peruviana, a raccontare il suo incubo nella denuncia presentata il giorno dopo al commissariato San Paolo della polizia. Da lì è partita immediatamente un’indagine, che ha la priorità in virtù del Codice rosso: «L’altro giorno siamo andati nell’ex discoteca con gli agenti – riporta il papà della 27enne, che ha contattato la redazione per raccontare quanto successo e chiedere giustizia – C’erano sei o sette uomini, li hanno portati via tutti e mia figlia ha riconosciuto due stupratori in mezzo a loro. E ha ritrovato lì anche un accendino che aveva comprato poco prima di questo incubo. Adesso aspettiamo che ci facciano sapere come stanno andando le indagini».
I fatti risalgono alla sera del 15 ottobre, come riferisce la vittima nella sua denuncia: «Avevo bevuto qualcosa, poi sono andata a cercare un bancomat lungo via Nizza – ripercorre la ragazza, che chiameremo Aida – Qui un ragazzo, sui 18 anni e con accento arabo, si è avvicinato e si è offerto di aiutarmi. Mi ha portata in direzione del Valentino ma, prima di arrivare, mi ha strappato il cellulare dalle mani».
Aida, forse un po’ stordita per l’alcol che aveva bevuto, ha deciso di correre dietro al ladro. Lo ha seguito in corso Massimo D’Azeglio e ha proseguito fin dentro il rudere della discoteca a due passi da Villa Glicini e dal castello del Valentino (dove ha sede la facoltà di Architettura, di fronte a corso Marconi): «Sono entrata e ho detto al ragazzo di restituirmi il telefono. Un attimo dopo, sono arrivati quattro o cinque nordafricani: due mi hanno bloccato l’uscita, altri due mi hanno spinta e buttata sopra un materasso». Dove si è consumato lo stupro di gruppo, anche se Aida ha perso i sensi e non è in grado di ricordare in quanti abbiano abusato di lei.
Di certo c’è che la 27enne è stata poi soccorsa dai sanitari del 118 in un altro punto del parco, dove probabilmente è stata trascinata dal branco dopo la violenza. Trasportata in ambulanza, è stata prima visitata alle Molinette e poi al Sant’Anna: «Intanto io l’avrò chiamata mille volte perché non tornava a casa – interviene il papà – È arrivata poi alle 6 del mattino, dopo che i medici avevano confermato quello che le era capitato. Adesso ci rivolgeremo a un avvocato e a un centro antiviolenza: ci aspettiamo che quegli uomini vadano in galera perché quanto successo a mia figlia non deve più capitare a nessuna ragazza».
Ti rivolgi ad un avvocato? Altri si rivolgerebbero ad un killer professionista.
*… Altri si rivolgerebbero ad un killer professionista…”
No, ci andrebbero loro di persona perchè ci sono cose che un uomo non può delegare se vuole guardarsi ancora allo specchio. Violentano tua figlia? Si. in pubblico puoi dire che sei addolorato ma perdoni quelli che hanno sbagliato poi indossi una felpa col cappuccio, li vai a cercare e saldi il conto. Se sei troppo anziano o malconcio di salute te li fai portare e provvedi a fargliela pagare malamente… non usa più fare questi ragionamenti di questi tempi, quindi li prendi in contropiede perchè non se l’aspettano mica…