Per il violentatore africano di bambini solo obbligo di firma
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**Indignazione e Giustizia: La Fallacia della Magistratura Italiana**
Un agghiacciante episodio di violenza sessuale ha scosso Roma, mettendo in luce non solo la vulnerabilità delle nostre comunità ma anche la fallacia del nostro sistema giudiziario. Un immigrato di 26 anni, di origine senegalese, ha commesso l’atto orribile di palpeggiare una bambina di soli 11 anni su un autobus. La rapidità dell’autista e l’intervento di un coraggioso passeggero hanno portato all’arresto del colpevole, ma la decisione del giudice di limitare la misura cautelare all’obbligo di firma è una pillola amara da ingoiare per chi crede nella giustizia.
Secondo quanto riportato dai testimoni e dalle forze dell’ordine, il molestatore ha scambiato una donna presente sul bus per la madre della ragazzina e si è rivolto a lei dicendo: “Voglio toccare tua figlia, mi piace”. Subito dopo, ha messo in atto le sue intenzioni, cominciando a palpeggiare la bambina per stuprarla.
Questo non è un caso isolato. Lo stesso individuo aveva già avuto precedenti con la legge per reati legati alla droga. La domanda sorge spontanea: quando sarà abbastanza? Quando un sistema giudiziario, già criticato per la sua lentezza e indulgenza, deciderà che la protezione dei cittadini, specialmente dei più vulnerabili come i bambini, viene prima dei diritti degli aguzzini?
La sicurezza pubblica, la protezione delle nostre famiglie, non dovrebbero essere sacrificati sull’altare di un’ideologia di accoglienza indiscriminata. L’incidente sul bus 505 non è solo un atto di violenza; è un campanello d’allarme per una società che rischia di perdere la sua bussola morale.
L’indignazione della comunità è palpabile. La madre della bambina, il cui mondo è stato scosso fino alle fondamenta, ha espresso gratitudine verso chi ha aiutato sua figlia, ma la verità è che la giustizia non è stata fatta. La decisione del giudice non riflette la gravità dell’atto compiuto né il rischio che questo individuo rappresenta per la società.
È tempo di chiedersi se la nostra magistratura stia realmente proteggendo i cittadini o se, invece, stia adottando un approccio che finisce per favorire i colpevoli seguendo una ideologia corrotta. La sicurezza dei bambini, la tranquillità delle nostre strade e dei nostri mezzi di trasporto, dovrebbero essere la priorità assoluta. Questo episodio deve essere un monito per cambiare rotta, per rivedere le politiche di immigrazione e giustizia, affinché episodi come questo non si ripetano e per garantire che chi commette crimini così orribili non possa più nuocere alla comunità.
Fatemi capire… a forza di firmare verrà rieducato, otterrà la cittadinanza e, riconoscente, voterà per laa sinistra cantando “Bella, dammela, ciao”?