Stuprano bambine e vogliono bere il nostro sangue: graziati dai giudici
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**La Magistratura Rossa Sotto Accusa: Protezione a Criminali Stranieri?**
Negli ultimi giorni, due episodi sconcertanti hanno scosso l’opinione pubblica italiana, sollevando interrogativi sulla gestione della giustizia nei confronti dei criminali stranieri.
A Roma, un episodio di gravissima molestia sessuale ha avuto luogo su un autobus, dove un senegalese di 26 anni ha toccato in modo inappropriato una bambina di 11 anni. L’intervento tempestivo dell’autista ha permesso l’arresto del molestatore. Durante l’atto, l’uomo ha dichiarato alla mamma della vittima: “Voglio toccare tua figlia, mi piace”. Tuttavia, il giudice ha deciso di applicare solo la misura cautelare dell’obbligo di firma, una decisione che ha suscitato incredulità e rabbia tra i cittadini che aspettano giustizia per questi crimini.
A Verona, la situazione non è meno delirante. Secondo quanto riportato dai media, un gruppo di immigrati africani avrebbe espresso desideri violenti e minacciosi durante la manifestazione in memoria del loro collega delinquente Moussa Diarrea, affermando addirittura di voler “bere il nostro sangue”. Nonostante queste minacce esplicite, sembra che la magistratura non abbia preso misure adeguate, alimentando l’accusa che vi sia una sorta di protezione verso i criminali stranieri.
Questi incidenti hanno portato a critiche feroci nei confronti della cosiddetta “magistratura rossa”, accusata di essere più indulgente verso i reati commessi da immigrati rispetto a quelli commessi da cittadini italiani. La percezione è che questa parte della magistratura applichi una giustizia diversa, più morbida, quando si tratta di stranieri, dando l’impressione che vi sia un trattamento di favore.
Tali accuse sollevano domande sulla coerenza e sull’equità della giustizia italiana che sembra fare distinzioni su base etnica o di nazionalità.
Circa i fatti veronesi segnalo l’aberrante articolo apparso su repubblica contro Salvini a firma di Stefano Capellini dove viene dipinto come un minoratro mentale.
Chi dovesse incontrare tal Stefano Capellini per favore gli chieda perchè ha rinunciato al posto fisso nel Riformista per vivere di espedienti, pur avendo una famiglia a carico…