Africano a petto nudo molesta passanti: militari non possono toccarlo
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**Roma, Stazione Termini: La Parodia della Sicurezza**
A Roma, all’interno del caos quotidiano della Stazione Termini, si è consumata l’ennesima scena che lascia increduli e indignati. Un nordafricano, a petto nudo, ha iniziato a molestare i passanti, trasformando un luogo pubblico in un teatro di violenza e disagio. E cosa fanno le nostre forze dell’ordine? Restano inermi, legate mani e piedi da politiche di sinistra e dalle “toghe rosse” che antepongono l’ideologia alla sicurezza pubblica.
Questo episodio non è un caso isolato, ma un sintomo di un problema più ampio: l’incapacità o, peggio, il divieto di intervenire prontamente contro crimini commessi da stranieri per timore delle ripercussioni legali e mediatiche. I nostri militari, che dovrebbero essere il simbolo della sicurezza, si trovano ad assistere inermi, sapendo che qualsiasi azione per proteggere i cittadini potrebbe scatenare una valanga di processi, accuse di abuso di potere e campagne diffamatorie da parte di chi vede nelle forze dell’ordine una minaccia piuttosto che un baluardo di protezione.
Perché dobbiamo accettare tutto questo? Perché la legge, interpretata in modo così rigido e ideologicamente distorto, impedisce alle nostre forze dell’ordine di difendere i cittadini? Il risultato è una giustizia che protegge i criminali più che le vittime, un sistema che sembra favorire chi infrange le regole piuttosto che chi le rispetta. È tempo di chiedere a gran voce che la sicurezza torni a essere una priorità, che i nostri militari possano fare il loro dovere senza temere rappresaglie giudiziarie o la gogna mediatica. La sicurezza dei cittadini deve prevalere sull’ideologia, e questo significa dare alle forze dell’ordine gli strumenti e la libertà di agire per proteggere la nostra comunità.
Roma, Stazione Termini:
Nordafricano a petto nudo molesta tutti. Perché dobbiamo accettare tutto questo?
I nostri Militari, inermi, non possono toccarlo, perché poi partirebbero i processi e il fango dei compagni. pic.twitter.com/YGHsQgpBez
— Francesco 🇮🇹 (@SaP011) November 2, 2024
Nel 1984 ero un sergente di Marina a Maridist Roma e avevano accoltellato un fra’ a Termini, nulla di grave ma ci siamo fatti giustizia per una questione di principio, visto che ci davano la caccia. Due Marò in divisa facevano da esca nella stazione, una mezza dozzina in borghese erano pronti a intervenire, un’altra ventina sempre in borghese dovevano fare da schermo e nascondere l’azione ai passanti. Ho fatto da esca e ho fatto parte del gruppo di intervento ma non ho avuto il piacere di esserci quando gli abbiamo presi. Però ricordo l’orgoglio di un amico furiere, altrimenti sempre tranquillo, che faceva parte dello schermo quando mi ha detto che li aveva presi a calci pure lui. D’accordo, allora non c’erano telecamere ma leggere che i militari oggi non possono intervenire perchè “i commilitoni li criticherebbero” mi fa cascare le braccia… ecco cosa succede a mandare i soldati a fare gli operatori di pace, perdono l’uso delle palle…