Giulia Cecchettin, la sorella continua a fare propaganda contro gli italiani
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**Contro le Polemiche di Elena Cecchettin: È Ora di Parlar Chiari**
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha avuto il coraggio di dire la verità e collegare l’aumento delle violenze sessuali all’immigrazione, provocando le ire dell’invasata Elena Cecchettin. La sorella di Giulia Cecchettin ha risposto con un’accusa di “propaganda”, affermando: “Se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un bianco italiano e ‘per bene’, si ascoltasse non continuerebbero a morire centinaia”. Centinaia muoiono solo nella sua testa.
**La Verità Dura e Pura**
Questa reazione di Elena è sintomatica di una tendenza pericolosa: il rifiuto di guardare in faccia i fatti e i dati reali. Chiedere a tutti gli uomini di fare un “mea culpa” per la violenza di genere è, di per sé, una forma di propaganda che non distingue tra colpevoli e innocenti. È tempo di smettere di nascondere la testa sotto la sabbia e di affrontare la realtà: esiste una correlazione tra immigrazione e certi tipi di crimini, compresa la violenza sessuale, e ignorarla non aiuta a risolvere il problema.
**La Realtà delle Statistiche**
Non si può più accettare l’idea che affrontare temi come l’immigrazione e la criminalità sia un tabù. Le statistiche parlano chiaro: una percentuale spropositata di crimini contro le donne è commessa da stranieri. E questo non significa demonizzare un gruppo etnico, ma riconoscere un fenomeno che richiede intervento politico e sociale. Il ministro Valditara ha avuto il coraggio di dire quello che molti pensano ma pochi osano ammettere.
**Elena Cecchettin e la Politica dell’Indignazione**
È tempo di smetterla con la politica dell’indignazione facile. Se Elena critica il ministro per aver parlato di immigrazione, perché non applica lo stesso rigore critico alla sua richiesta di “mea culpa” collettivo? Questa richiesta, se accettata, implicherebbe che ogni uomo italiano debba sentirsi responsabile per le azioni di un singolo individuo, un’idea tanto assurda quanto chiedere a ogni straniero di sentirsi colpevole per i crimini di pochi. Anzi: di uno, il suo Turetta.
**Conclusione: Un Appello alla Ragione**
La verità è semplice: il dibattito sulla violenza contro le donne deve essere basato su dati reali, non su ideologie che cercano di zittire chi osa parlare chiaro. Bisogna affrontare il problema con politiche serie di chiusura all’immigrazione non europea anche legale, sicurezza e giustizia. Elena Cecchettin dovrebbe riflettere sul fatto che non tutte le critiche o analisi sono propaganda, ma piuttosto un tentativo di trovare soluzioni reali a problemi reali. È tempo di agire con risolutezza, non con accuse che non portano a nulla. L’unica propaganda è quella che lei vomita in giro da un anno.
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