Appena sbarcati stupri, molestie e saccheggi: poi chiedono asilo
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Non bastassero i saccheggi, ci sono le molestie, i tentativi di stupro, e un senso di impunità che permea l’aria. In Sardegna, come altrove, giovani donne sono state importunate, rendendo le strade italiane meno sicure per le nostre figlie, sorelle e madri.
Due ragazze italiane violentate in strada da branco richiedenti asilo africani
**Gli Algerini Richiedenti Asilo e l’Ondata di Saccheggi e Violenze**
Cagliari, come molte altre città italiane, si trova di fronte a una realtà inquietante: la recente aggressione nel quartiere di Sant’Anna, dove due cittadini algerini, richiedenti asilo, hanno tentato di derubare e abusato sessualmente di una giovane donna, è solo l’ultimo capitolo di una serie di incidenti che coinvolgono immigrati algerini. Questi episodi non sono isolati, ma parte di un pattern preoccupante che si ripete in tutto il paese.
Mesi fa, a Monastir, un gruppo di circa 40 migranti appena sbarcati aveva assaltato un supermercato, razziando alimentari e alcolici sotto lo sguardo impotente del personale e di una singola guardia giurata, incapace di intervenire per la disparità numerica. Il sindaco di Monastir, Luisa Murru, ha più volte denunciato simili comportamenti, sottolineando come la presenza di numerosi migranti nel centro di accoglienza locale abbia portato a un clima di tensione e insicurezza. La Murru ha evidenziato, in una lettera indirizzata al questore, al prefetto e al sindaco di San Sperate, come questi gruppi si muovano con atteggiamenti minacciosi, arrivando a compiere furti e molestie.
Non è la prima volta che si rivolge alle autorità. Nel 2020 aveva già segnalato al ministro dell’Interno di allora, la pessima Luciana Lamorgese, la fuga di migranti dal centro di accoglienza, che avevano poi compiuto furti in un centro commerciale e molestato minorenni nel paese. Questi episodi, a suo dire, mettono in crisi la serenità di una comunità che ha sempre accolto e cercato di integrare gli stranieri, ma che ora si sente minacciata e abbandonata dalle istituzioni.
Gli episodi di saccheggio e violenza non si limitano a Monastir. In altre località italiane, i migranti, spesso appena sbarcati, si sono resi protagonisti di atti di criminalità, come l’assalto a un paesino dove hanno perpetrato atti che ricordano le “nuove marocchinate”, un termine usato per descrivere le violenze sessuali e i saccheggi compiuti dalle truppe coloniali francesi nel 1944.
Il problema non è solo la sicurezza fisica, ma anche la percezione di ingiustizia e abbandono tra i cittadini italiani, che vedono l’ordine pubblico messo in discussione senza che vi sia una risposta adeguata da parte dello Stato.
La risposta delle autorità, quando presente, si limita spesso a promesse di incrementare i controlli, come avvenuto dopo l’incontro in videoconferenza con la prefettura di Cagliari, ma queste sembrano essere solo soluzioni temporanee.
È evidente che questa questione non può più essere ignorata. L’Italia si trova a un bivio: continuare a tollerare una situazione che mina la sicurezza dei suoi cittadini o prendere misure decisive per affrontare il problema alla radice, garantendo al contempo un’accoglienza sicura e ordinata.
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