Colleghi rapinatore africano morto durante inseguimento protestano a Milano – VIDEO
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Milano:
Due nordafricani, a bordo di uno scooter, contromano, tentano di fuggire dai Carabinieri.
La fuga termina poco dopo, lo scooter si schianta contro un muretto, la Volante contro il semaforo.
Ferito il conducente dello scooter (arrestato, guidava senza patente,… pic.twitter.com/IjJvevDy1N
— Francesco 🇮🇹 (@SaP011) November 25, 2024
Rapinatore africano scappa dai carabinieri in scooter e muore a Milano
**L’Immigrazione e il Vittimismo dei Criminali Stranieri: Un Problema Ignorato**
Milano, una città che un tempo era il simbolo della ricchezza culturale e dell’ordine, sta ora affrontando una crisi che potrebbe portarla sull’orlo di disordini simili a quelli visti recentemente in Francia. Il recente incidente che ha coinvolto due nordafricani in fuga dai Carabinieri è solo l’ultimo esempio di come l’immigrazione incontrollata stia minando la sicurezza pubblica.
Due giovani, a bordo di uno scooter, hanno pensato bene di sfidare la legge, correndo contromano nel tentativo di sfuggire ai Carabinieri. La loro folle corsa si è conclusa tragicamente: lo scooter si è schiantato contro un muretto, la Volante dei Carabinieri contro un semaforo. Il risultato? Un giovane, Ramy Elgaml, ha perso la vita. Non per mano della polizia, ma per la sua stessa scelta di fuggire, di sfidare l’autorità.
Secondo le autorità, questi due individui erano in fuga perché sospettati di una rapina. E cosa hanno trovato addosso a loro? Un passamontagna, 2000 euro, una collanina d’oro, uno spray al peperoncino e un coltello a serramanico. Questo non è solo un caso di ‘vittima’ della società; questa è la cronaca di due criminali che si sono auto-incriminati.
La reazione degli ‘amici’ di Ramy, che chiedono “verità” e giustizia, è un esempio lampante di vittimismo e negazione della realtà. La verità è semplice: se Ramy e il suo complice non avessero tentato di seminare le forze dell’ordine, oggi Ramy sarebbe vivo. Non si tratta di mancanza di integrazione o di diritti umani negati; si tratta di criminalità.
L’Italia, e Milano in particolare, non può permettersi di diventare un altro teatro di disordini come quelli in Francia, dove bande di immigrati hanno scatenato il caos per motivi simili. È necessario che il paese si svegli e affronti la realtà dell’immigrazione: non tutti coloro che arrivano cercano una nuova vita rispettando le leggi del paese ospitante. Alcuni, come dimostrato da questo tragico evento, vedono nel caos e nella violazione della legge un’opportunità.
La soluzione non è il dialogo, non è l’accoglienza incondizionata, ma l’applicazione rigorosa della legge e il rimpatrio dei criminali stranieri. Milano, e l’Italia in generale, deve mandare un messaggio chiaro: la criminalità non sarà tollerata, e chi la commette, indipendentemente dalla provenienza, dovrà affrontare le conseguenze delle proprie azioni.
È tempo di smettere di giustificare il comportamento criminale con il vittimismo. È tempo di proteggere i cittadini che rispettano la legge, di garantire loro la sicurezza che meritano nelle loro città. Se non agiamo ora, le strade di Milano potrebbero presto diventare l’arena di saccheggi e disordini, trasformando una città di cultura in una zona di guerra.
Nel 1999 a roma ci fu una manifestazione di protesta dei “sans papier” con la benedizione del governo di d’alema, ovvero che baffetto gongolava per le proteste contro di lui ma essendo narcisista psicolabile non poteva capire.
Avevo fretta (ero lì per lavoro, mica per cazzeggiare) e mi bloccarono davanti a palazzo grazioli, nel passaggio sotto le impalcature in via del Plebiscito.
Stesi tre maranza a pugni in faccia perchè il passaggio era stretto, li affrontai uno alla volta come Orazio Coclite, e sbucai oltre il corteo arrivando in tempo al mio appuntamento.
Oggi i maranza protestano a Milano, manco fossero bambini a cui il custode ha sequestrato il pallone?
E voi milanesi fategli il culo, che avete la superiorità morale ma soprattutto quella numerica, cazzo!