La stuprano in dieci migranti ma l’unico arrestato lo liberano: “Era ubriaca”
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Erano una decina a stuprarla, gli immigrati. Ora hanno liberato anche l’unico che avevano arrestato. Non ne hanno beccato nemmeno uno.
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In un’ennesima prova dell’inefficienza e delle falle del nostro sistema giudiziario, un 18enne straniero, arrestato per uno stupro di gruppo commesso ai danni di una donna di 27 anni nel cuore del parco del Valentino, è stato rilasciato. La decisione del Tribunale del Riesame, che ha concesso la scarcerazione, si basa su motivazioni che lasciano sbalorditi: la vittima, si dice, non era lucida, il crimine è avvenuto in condizioni di buio e aveva bevuto.
Questa sentenza non solo insulta il dolore e la sofferenza della vittima, ma rappresenta un pericoloso precedente. È inconcepibile che la condizione della vittima al momento dell’aggressione possa essere usata a giustificazione della liberazione dell’aggressore. Il fatto che fosse buio o che la donna avesse bevuto non cambia la natura del crimine commesso. Si tratta di una vera e propria beffa alla giustizia, che sembra voler proteggere il colpevole piuttosto che la vittima.
La società italiana si trova di fronte a un bivio: continuare a permettere che tali sentenze ridicolizzino la sofferenza delle vittime e minino la fiducia nel nostro sistema legale, o alzare la voce per una giustizia che non dia scappatoie ai criminali basandosi su pretesti che non tengono conto della gravità dell’atto commesso. Questo episodio è un allarme rosso per tutti noi: è tempo di chiedere riforme che garantiscano una vera giustizia, senza se e senza ma.
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