Immigrati molestano bambine: “Paghiamo per il disturbo”
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### Il Diciannovenne Marocchino che Crede di Comprare il Silenzio con il Denaro
Un giovane marocchino, diciannovenne, pensa di poter ridurre a uno “scherzo” un atto di violenza sessuale su una tredicenne. La comunità di Pergine è sbalordita e indignata.
Il fatto è accaduto nel parco delle Giarete, un luogo che dovrebbe essere sicuro per i ragazzi. L’estate scorsa, mentre la giovane vittima giocava innocente con i suoi amici, questo individuo ha osato avvicinarsi. Con la scusa di uno scherzo, ha violato la sua dignità, abusando della sua giovane età. Dice di averle solo toccato la pancia, ma la verità è che ha palpeggiato una bambina, mostrando un comportamento che non può essere giustificato né scusato.
Che questa violenza sia avvenuta sotto gli occhi di altri giovani è un’ulteriore prova di quanto sia diventato pericoloso per le nostre figlie anche solo recarsi al parco. La ragazzina, forse in preda alla vergogna o al timore, non ha subito parlato. È solo grazie a una chat tra amiche che il velo del silenzio è stato squarciato, rivelando la verità ai genitori e portando alla denuncia.
Ora, di fronte alla giustizia, questo giovane ha la sfrontatezza di ammettere un tocco, ma nega l’intento sessuale. E cosa fa per porre rimedio alla sua azione? Offre un risarcimento, come se si trattasse di un danno materiale, non di una violazione personale e psicologica. Questo atteggiamento riflette una mentalità che dobbiamo combattere con tutte le nostre forze: la convinzione che il denaro possa comprare il perdono per crimini contro la dignità umana.
Non si tratta solo di un episodio isolato o di una “ragazzata”, come qualcuno potrebbe insinuare. È un segnale allarmante di una cultura che non rispetta i confini personali, che considera le donne e le ragazze come oggetti di cui abusare senza conseguenze. Questo caso ci impone di riflettere sulla nostra società, sull’educazione che impartiamo, e su come gestiamo la presenza di chi viene da altre culture, portando con sé talvolta valori e comportamenti che non possiamo accettare.
Il processo va avanti, ma la vera giustizia per questa giovane vittima non sarà mai abbastanza. La nostra indignazione è per la violenza subita, ma anche per l’arroganza di chi crede di potersi comprare la via d’uscita con il denaro. È tempo che chi ha commesso tali atti capisca che in Italia, il rispetto per la persona e per la legge viene prima di tutto. Speriamo che questo episodio serva da deterrente per chiunque pensi di poter violare impunemente la sicurezza e il benessere dei nostri bambini.
**Fonti:**
– [https://corrieredeltrentino.corriere.it/notizie/cronaca/24_novembre_29/tredicenne-palpeggiata-al-parco-i-genitori-lo-scoprono-da-una-chat-giovane-a-processo-per-violenza-sessuale-f300b293-0047-45fc-bf82-62a9dea07xlk.shtml]
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