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In pratica gli italiani vogliono il contrario di quello che sta avvenendo. Quindi non siamo in democrazia. E pensano il contrario di quello che pensano le prostitute dei media. Del resto in Italia si vendono più giornalisti che giornali.

Italia: La Difesa dell’Etnia e dello Stile di Vita Italiano – Un Paese che Resiste

In un’Italia che si sente sempre più sotto assedio, emerge con chiarezza un sentimento di protezione verso quella che viene percepita come l’identità etnica e culturale del nostro Paese. Il recente rapporto del Censis non lascia spazio a dubbi: gli italiani sono in allarme, e giustamente, di fronte a cambiamenti che minacciano il tessuto sociale e culturale che ha definito per secoli la nostra nazione.

Secondo il rapporto, un impressionante 57,4% degli italiani esprime preoccupazione per l’introduzione di regole e abitudini che contrastano con lo stile di vita tradizionale italiano. Non si tratta di mera intolleranza, ma di una legittima difesa della nostra cultura. Pratiche come la separazione di genere negli spazi pubblici o il velo integrale islamico non sono solo estranee, ma sono viste come una minaccia diretta ai valori e alle tradizioni che costituiscono l’essenza dell’italianità.

Il 38,3% degli intervistati vede con timore l’ingresso dei richiedenti asilo, temendo non solo per la sicurezza personale, ma anche per il cambiamento delle dinamiche sociali e familiari. Un’ostilità simile viene riservata a chi porta concezioni della famiglia che divergono da quella tradizionale, con il 29,3% degli italiani che si sente minacciato da queste diversità. E non si tratta solo di idee o stili di vita; il 21,8% vede il nemico in chi ha una religione diversa, il 21,5% in chi appartiene a un’etnia diversa e il 14,5% in chi ha un diverso colore della pelle. Queste percezioni non sono casuali, riflettono una profonda consapevolezza della propria identità etnica e culturale.

Il rapporto Censis ci dice anche che una buona fetta della popolazione italiana, il 37,6%, crede che per essere veramente italiani si debba discendere da un ceppo morfologicamente definito, un concetto che tra i meno compromessi dalla propaganda scolare sale al 53,5%. Questo non è razzismo, bensì la valorizzazione di un’identità che è stata forgiata attraverso secoli di storia, arte, e cultura unicamente italiane. Per il 13,7%, l’italianità si manifesta anche attraverso tratti somatici specifici.

Gli italiani hanno capito che la loro identità non è negoziabile. Si percepisce l’italianità come un’eredità da difendere, un patrimonio di valori che comprende la famiglia, la religione cattolica, e una comunità omogenea. Non è un rifiuto del diverso per il gusto di esserlo, ma una resistenza a un cambiamento che potrebbe diluire o cancellare ciò che rende l’Italia, Italia.

Questo sentimento non è solo comprensibile ma anche giusto. Gli italiani stanno dicendo “basta” all’erosione della loro identità culturale e alla trasformazione del loro Paese in un esperimento di multiculturalismo imposto dall’alto. È tempo di riconoscere e rispettare che l’Italia ha una propria etnia, una propria storia, e un proprio modo di vivere che merita di essere preservato per le generazioni future.