Corvetto, l’inizio di una Gaza italiana: l’esercito islamico degli immigrati di seconda generazione
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Corvetto: L’Inizio di una Gaza Italiana
Nel quartiere Corvetto di Milano, si sta formando un esercito islamico di immigrati di seconda generazione. Tra violenze, proteste e minacce, assistiamo ai primi segni di una trasformazione che rischia di fare del quartiere una piccola Gaza, dove la legge della Sharia prevale e l’ordine pubblico è minacciato da giovani che vedono l’Italia non come patria, ma come territorio da conquistare.
Corvetto: Il Presagio di una Gaza Italiana
L’ombra della violenza si allunga sul quartiere Corvetto di Milano, dove l’immigrazione di seconda generazione ha dimostrato di essere non un’opportunità di integrazione ma una minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico. La morte di Ramy Elgaml, un giovane egiziano con precedenti penali, ha scatenato una serie di eventi che sembrano preannunciare un’ escalation senza precedenti.
La Farsa della Giustizia
Non solo i teppisti islamici che hanno bruciato il Corvetto non vengono puniti, ma lo Stato italiano ha l’ardire di indagare sei carabinieri che cercavano di mantenere l’ordine. È un chiaro segno di come la giustizia italiana stia diventando complice di chi vuole trasformare le nostre città in campi di battaglia. Mentre i criminali islamici ridono, le forze dell’ordine vengono messe sotto accusa, rendendo il loro lavoro quasi impossibile. Questa è la giustizia che premia il crimine e punisce chi cerca di fermarlo.
Il Destino dei Paesi Multietnici
Guardiamo alla Siria per comprendere il destino delle società multietniche: un paese dilaniato dalla guerra civile, dove la diversità ha portato non a una ricchezza culturale ma a una violenza settaria senza fine. A Corvetto, vediamo un futuro simile: una piccola Gaza in divenire, dove le bande giovanili islamiche vedono il quartiere come un campo di battaglia per imporre la loro legge, il loro ordine. I giovani musulmani, come gli amici di Ramy, affermano di rubare per “sentirsi integrati”, un’integrazione che si traduce in disordine e criminalità.
La Sfida dell’Autogestione della Giustizia
I musulmani del Corvetto hanno minacciato di “prendersi la giustizia da soli”, un chiaro segno di anarchia e di rifiuto delle leggi italiane. Questo non è solo un affronto alla nostra sovranità, ma un preludio a ciò che potrebbe diventare il nostro quotidiano: un quartiere dove la legge dello Stato viene sostituita da quella della Sharia, dove i giovani immigrati di seconda generazione agiscono come se fossero in un territorio da conquistare.
L’Assurdità della Compassione
La difesa dei criminali da parte di figure come Roberto Vecchioni, che critica l’inseguimento dei carabinieri, è una forma di complicità con chi minaccia la nostra sicurezza. Questa compassione mal riposta è un segnale di resa, che incoraggia ulteriori atti di violenza e ribellione. Non possiamo permetterci di essere così indulgenti quando la nostra stessa esistenza come nazione è in gioco.
L’Ultimatum dell’Impunità
L’audacia con cui i rivoltosi islamici del Corvetto lanciano ultimatum all’Italia, chiedendo la cittadinanza come se fosse un diritto acquisito, è offensiva. Non hanno alcun rispetto per il paese che li ospita, vedono l’Italia non come una terra di opportunità ma come un territorio da conquistare e colonizzare.
Corvetto sta diventando il simbolo di come l’immigrazione di seconda generazione possa portare non a una società più inclusiva ma a una divisione sociale, a un ghetto dove la violenza è la norma e dove la giustizia italiana viene calpestata. Se non agiamo ora, il futuro di Corvetto potrebbe essere un’anticipazione di ciò che accadrà in tutta Italia: una regressione verso il caos e l’illegalità, dove la nostra cultura e le nostre leggi sono messe in secondo piano rispetto a ideologie estranee e pericolose.
Questi ragazzi sono anche più brutti di saviano e di bassetti messi assieme…