Migrante stupra la figlioletta ma è libero
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L’Immigrazione e la Magistratura: Un Fallimento Che Offende la Giustizia
In una Roma che sempre più spesso si trova a fare i conti con le conseguenze di una politica migratoria fuori controllo e una magistratura che sembra aver perso ogni senso di giustizia, emerge un caso che grida vendetta: un 50enne filippino, autore di vent’anni di botte, maltrattamenti e violenze sessuali ai danni della propria moglie e figlia, è riuscito a diventare irreperibile. E per tutto questo orrore, il pubblico ministero chiede solo 6 anni di reclusione.
Che razza di giustizia è questa? Dove sono finiti i valori di protezione e tutela delle vittime? Qui non stiamo parlando di un errore giudiziario o di una legge interpretata male, ma di un sistema che ha fallito miseramente nel suo compito più sacro: proteggere i più deboli, le donne e i bambini, da un mostro che ha abusato della loro fiducia e vulnerabilità per due decenni.
Il fatto che questo individuo sia irreperibile è un’ulteriore beffa, un insulto alla dignità delle vittime, che non solo hanno dovuto sopportare l’indicibile, ma ora vedono il loro carnefice sfuggire alla giustizia. Ma chi ha permesso che ciò accadesse? La risposta è chiara: una politica migratoria che non sa controllare chi entra nel nostro paese e una magistratura che, con la sua lentezza e indulgenza, permette ai criminali di scomparire nel nulla.
Le nostre leggi, le nostre istituzioni, dovrebbero essere pilastri di giustizia e protezione. Invece, ciò che vediamo è una magistratura che, con la sua inefficienza, permette a chi ha commesso crimini di tale gravità di evadere le proprie responsabilità. Come è possibile che un individuo capace di vent’anni di violenze sistematiche non sia stato monitorato, non sia stato posto sotto sorveglianza rigorosa? Come può un sistema che dovrebbe essere all’avanguardia nel proteggere i cittadini fallire così clamorosamente?
Questo caso non è solo una macchia sulla nostra società, ma un campanello d’allarme che suona a tutto volume. È evidente che l’immigrazione, quando non gestita con rigore e responsabilità, può portare a situazioni di questo tipo, dove individui pericolosi trovano rifugio e impunità nel nostro paese. La magistratura, da parte sua, mostra una debolezza e una mancanza di risolutezza che lasciano senza parole.
Chiediamo giustizia per queste due vittime, ma anche una riflessione profonda e immediata sulle nostre politiche migratorie e sul funzionamento della giustizia in Italia. Non possiamo permetterci di vedere altri casi come questo, dove la sofferenza di chi è stato maltrattato e abusato viene ulteriormente aggravata dall’assenza di giustizia.
È tempo che chi ha il potere agisca. È tempo che i responsabili di questa catastrofe giudiziaria rispondano delle loro azioni. E soprattutto, è tempo di ricordare che la giustizia non è un’opzione, ma un dovere inderogabile verso ogni cittadino, indistintamente dalla loro provenienza.
Roma, vent’anni di botte e maltrattamenti alla moglie, pestaggi e violenze sessuali ai danni della figlia: il pm chiede 6 anni di reclusione ma il 50enne filippino è IRREPERIBILE. pic.twitter.com/xwKr5tMXAw
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 19, 2024
Avranno trovato una nuova scatola piena di attenuanti generiche e avranno potuto così applicare lo sconto…