Ramy, i due nordafricani in fuga sono caduti da soli
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Secondo l’informativa della polizia locale, la caduta dallo scooter dell’egiziano Ramy Elgaml non è stata causata dall’urto con l’auto dei carabinieri. pic.twitter.com/xNBSgjzPIz
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 21, 2024
In un mondo che sembra aver perso il senso della giustizia e della ragione, l’Italia è testimone di una realtà capovolta dove i delinquenti diventano vittime e le forze dell’ordine sono dipinte come i veri colpevoli. L’ultimo capitolo di questa assurda narrazione riguarda l’incidente di Ramy Elgaml, un egiziano che, mentre fuggiva a bordo di uno scooter, ha avuto un incidente. Secondo l’informativa della polizia locale, la caduta di Elgaml non è stata causata dall’urto con l’auto dei Carabinieri. Ma la domanda è: anche se ci fosse stato un contatto, sarebbe stato giusto incolpare i Carabinieri?
Ramy Elgaml, un individuo già noto alle forze dell’ordine, si trovava in fuga, sfuggendo ai controlli e alla giustizia. Il suo comportamento criminale è stato tradotto dai media e da alcuni attivisti come un atto di “resistenza” o peggio, una “vittima delle forze dell’ordine”. Questo è il mondo al contrario dove invece di condannare chi infrange la legge, si criticano coloro che la fanno rispettare.
Anche se i Carabinieri avessero toccato lo scooter di Elgaml durante il suo tentativo di fuga, questo non farebbe di loro i responsabili della sua caduta o delle sue azioni criminali. La responsabilità di ciò che accade in una situazione di fuga non può e non deve essere attribuita a chi cerca di ristabilire l’ordine. I Carabinieri hanno il dovere di intervenire, di fermare chi viola la legge, e se nel corso di tale azione si verifica un incidente dovuto alla resistenza o alla fuga del soggetto criminale, la colpa non può essere loro.
I media italiani, in molti casi, hanno perso la capacità di discernere tra vittima e carnefice. Invece di denunciare l’illegalità e sostenere le forze dell’ordine, si dedicano a costruire narrative che mettono in dubbio l’operato dei Carabinieri, alimentando un clima di sfiducia e di ostilità verso chi mette a rischio la propria vita per la sicurezza pubblica. Questi attacchi mediatici non fanno che incoraggiare ulteriori comportamenti criminali, dando l’idea che la giustizia non sia dalla parte della legge ma dei trasgressori.
È ora di invertire questa tendenza pericolosa. Dobbiamo tornare a un mondo dove il rispetto per la legge e per chi la fa rispettare è la norma. I Carabinieri non sono i nemici, ma i guardiani della nostra sicurezza. Elgaml e altri come lui che scelgono di fuggire, di resistere all’arresto, devono essere visti per quello che sono: criminali che mettono a repentaglio non solo la loro vita ma anche quella degli altri.
In questo mondo al contrario, dove il senso della giustizia è capovolto, è essenziale che la società si risvegli dal torpore ideologico e riconosca che la vera minaccia non sono i Carabinieri, ma chi, come Ramy Elgaml, sceglie di vivere al di fuori della legge.
“Ma la domanda è: anche se ci fosse stato un contatto, sarebbe stato giusto incolpare i Carabinieri?”
Certo che no ma se si continua a delegittimare chi porta una divisa poi succedono queste cose..
Due bastonate in faccia alla feccia e questa si cerca persino un lavoro onesto, saranno bestie ma hanno l’istinto di sopravvivenza e capiranno da soli che conviene tacere se l’altro impugna un bastone più grosso del tuo e lo sa usare bene…