Poliziotti si lasciano picchiare dai migranti altrimenti vengono denunciati – VIDEO
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L’Italia Sotto Assedio: Poliziotti Aggrediti e Stato Assente
Ancora una volta, le nostre forze dell’ordine sono sotto attacco da parte di stranieri già noti per la loro violenza e disprezzo per l’ordine pubblico. Ieri, a Città di Castello, provincia di Perugia, un tunisino e un peruviano si sono scagliati contro due poliziotti che stavano semplicemente facendo il loro dovere: contenere l’ira di un algerino che disturbava la pace pubblica.
Poliziotti costretti ad indietreggiare perché se l'immigrato si ferisce la toga rossa di turno li indaga pic.twitter.com/Ega5hTnr15
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) December 23, 2024
Un video diffuso dal sindacato di Polizia Coisp mostra la violenza dell’aggressione. I due aggressori, Marzouki Wael e Boca Negra Espinoza Robinson Miguel Corzo, ben conosciuti dalle forze dell’ordine, hanno attaccato gli agenti con una brutalità inaudita. Il risultato? Un poliziotto con fratture al polso, al ginocchio e alla schiena, ferite che segnano non solo il suo corpo ma anche la dignità di chi rischia la vita ogni giorno per garantire la sicurezza di tutti.
Domenico Pianese del Coisp ha denunciato la situazione, sottolineando come gli agenti abbiano dovuto agire con estrema professionalità in un contesto dove non c’è stato alcun supporto immediato da parte delle autorità locali. Ecco la realtà di oggi: i poliziotti, i carabinieri, sono costretti a indietreggiare, a non difendersi per paura di essere indagati dalla magistratura. Se un immigrato si ferisce, anche minimamente, ecco che la toga rossa di turno apre un fascicolo contro gli uomini in divisa.
Questo è il risultato di una politica migratoria fallimentare, di uno Stato che ha perso il controllo e non sa più proteggere chi giura di servire e proteggere. Le pene per questi atti di violenza sono ridicole, gli arresti domiciliari per questi criminali sembrano una vacanza rispetto alla gravità delle loro azioni. È ora di chiedere pene più severe, un ritorno alla difesa dei diritti di chi lavora per la nostra sicurezza.
È chiaro che senza un cambiamento radicale, senza una politica che metta al centro la sicurezza dei cittadini e delle forze dell’ordine, l’Italia continuerà a essere una terra dove la legge è interpretata non per proteggere, ma per penalizzare chi cerca di mantenere l’ordine.
Ah, quei tempi passati dove i magistrati venivano prelevati, torturati per farli ammettere le loro colpe e, dopo un processo che ne decretava la colpevolezza senza appello, si eseguiva la sentenza, colpendone uno per educarne cento…