Terrorismo islamico, Cisint: allarme presenza musulmani
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ALLARME MASSIMO: L’IMMIGRAZIONE ISLAMICA È UNA MINACCIA ALLA NOSTRA SICUREZZA!
Siamo di fronte a una crisi senza precedenti! Cinque giovani, tutti sotto i 30 anni, tra cui un minorenne, sono stati colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Andrea Salvatore Romito di Bologna. Questi individui sono sospettati di aver creato un’associazione terroristica jihadista chiamata “Da’Wa Italia”, una vera e propria “chiamata alle armi” contro il nostro paese. Le indagini condotte dai carabinieri del Ros sotto la guida del colonnello Federico Palmieri e del tenente colonnello Luca Latino, e coordinate dai pm Stefano Dambruoso e dalla procuratrice aggiunta Moena Plazzi, hanno rivelato una realtà allarmante: nessuno di questi giovani proveniva da famiglie povere o disagiate. Erano ben integrati nelle loro comunità – Bologna, Spoleto, Monfalcone, Milano – ma non frequentavano moschee o centri di preghiera visibili, rendendo le loro attività ancora più insidiose.
L’operazione antiterrorismo in corso condotta dai Ros dei Carabinieri che coinvolge anche un immigrato musulmano a Monfalcone mette in luce elementi di grave allarme sui rischi rappresentati dalla massiccia presenza di islamici e dal loro preoccupante atteggiamento da tempo manifestato nella nostra città. Lo scrive in una nota l’ex sindaca di Monfalcone e oggi europarlamentare Anna Maria Cisint, da sempre fortemente critica sulla presenza della comunità musulmana. “Questa vicenda conferma anzitutto la presenza di un’ideologia radicalizzata nell’ambito di queste comunità nel contesto di una rete nazionale dedita alla promozione e al rafforzamento delle formazioni terroristiche ‘Al Qaeda’ e ‘Isis’, che sono state protagoniste dei tanti attentati che in questi anni hanno funestato l’Europa con lutti e violenze”, sostiene Cisint.
Per l’ex sindaco, l’operazione dimostra che “l’arrivo indiscriminato di manodopera straniera anche se regolare – che ha reso Monfalcone una delle realtà italiane con la maggior percentuale di islamici sulla popolazione – diventa un fattore non solo di instabilità sociale, ma anche di minaccia alla sicurezza e all’incolumità. Non sono più solamente le grandi metropoli, come Milano e Bologna, i luoghi di insediamento e occultamento di queste cellule e ciò deve far riflettere sulla strategia invasiva di chi punta a sovvertire i nostri valori nel nome della sharia e che ora prende di mira proprio i territori dove le istituzioni si oppongono alle pratiche integraliste”. Ne discende che “è legittimo chiedersi quanto possa aver inciso anche il clima di contrapposizione alimentato dai centri islamici locali che esattamente un anno fa, il 23 dicembre, avevano organizzato una manifestazione facendo confluire migliaia di immigrati da tutta Italia, cui erano seguite le minacce di morte che mi hanno costretto alla scorta personale”. Cisint indica infine che “uno dei giovani arrestati lavorava in un locale a fianco proprio dell’ingresso nel palazzo municipale”.
Le comunicazioni e la formazione alla dottrina jihadista avvenivano esclusivamente online, dimostrando una capacità di organizzazione e radicalizzazione estremamente pericolosa e difficile da monitorare. I dispositivi elettronici sequestrati aiuteranno a svelare ulteriori connessioni nazionali ed europee, ma questo è solo la punta dell’iceberg!
È ORA DI AGIRE! Il governo deve azzerare immediatamente l’immigrazione regolare islamica e bloccare i ricongiungimenti familiari. Non possiamo permettere che ulteriori pericoli si insinuino nelle nostre città. La sicurezza nazionale è a rischio e non abbiamo più tempo da perdere!
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