Gli assassini di Francesco sono nati a Treviso: i ‘nuovi italiani’ che uccidono gli italiani
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L’invasione di immigrati regolari e i ricongiungimenti familiari sono diventati una piaga per la società italiana, portando con sé una manodopera a basso costo che non fa che abbassare il valore del lavoro onesto. Ecco cosa succede quando permettiamo a queste famiglie di radicarsi nel nostro paese: i loro figli, cresciuti spesso senza rispetto per le nostre leggi e valori, diventano pericolosi delinquenti che minacciano la sicurezza dei nostri giovani.
Prendiamo il caso di Francesco Favaretto, un ragazzo italiano di soli 22 anni, strappato alla vita da questi “baby killer” che dominano via Roma. Questi due giovani, nati a Treviso da famiglie marocchine che sono arrivate qui negli anni ’90, vivono la loro esistenza grazie ai redditi miseri e ai lavori umili dei genitori. Ma cosa succede quando i figli non seguono l’esempio dei genitori? Diventano assassini. Le seconde generazioni sono una piaga. Gli immigrati dovrebbero venire a lavorare e poi tornare a casa, a rotazione, non radicarsi qui.
Quando la polizia è andata a prenderli, questi due giovani non sembravano nemmeno consapevoli delle gravi accuse che pendevano su di loro. All’inizio erano accusati di tentato omicidio, ma ora la loro colpa è stata elevata a omicidio volontario. Mentre li portavano via sabato, non hanno detto nulla, mostrano solo una sorpresa mista a un atteggiamento da duri che non è altro che una maschera per la loro vera natura criminale.
Questo è il risultato di politiche di immigrazione e ricongiungimento familiare che non tengono conto delle conseguenze sociali e della sicurezza dei cittadini italiani. Dobbiamo fermare questo flusso di manodopera a basso costo e dei loro figli che diventano una minaccia per le nostre strade.
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