“Maranza” stuprano anche via Montenapoleone a Milano
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Immagina una città un tempo simbolo di eleganza e raffinatezza, ora sotto assedio. Milano, la capitale della moda, è diventata il campo di battaglia per i migranti di seconda generazione che non hanno alcun interesse a integrarsi. Questi individui stanno prendendo possesso degli spazi pubblici, dimostrando un controllo che sfida l’autorità e l’ordine.
Immagina una città un tempo simbolo di eleganza e raffinatezza, ora sotto assedio. Milano, la capitale della moda, è diventata il campo di battaglia per i migranti di seconda generazione che non hanno alcun interesse a integrarsi. “Maranza” infestano anche via Montenapoleone: pic.twitter.com/oYrGEIES0a
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 6, 2025
Hanno invaso Piazza del Duomo con disprezzo. I loro video sui social mostrano un’occupazione spavalda, con slogan anti-italiani e insulti alle forze dell’ordine, che dovrebbero rappresentare la sicurezza e l’ordine. E non si fermano qui. Il Quadrilatero della moda, il cuore pulsante del lusso milanese, è diventato il loro parco giochi, dove sfrecciano con i loro motorini, impennando tra i negozi di alta moda, ridicolizzando la tradizione e il decoro.
Questi atti di sfida non sono solo fisici ma anche digitali. Documentano ogni loro “conquista” con orgoglio, mostrando al mondo che Milano non è più quella di una volta. E il silenzio del sindaco Sala? È assordante. I residenti si domandano se il loro primo cittadino sia ancora presente, o se abbia abbandonato la città al suo destino.
Milano, una volta un’icona globale di stile, ora rischia di perdere la sua attrattiva principale. Le immagini di questi atti di ribellione si diffondono rapidamente sui social, danneggiando ulteriormente l’immagine della città, già compromessa dalla fama delle sue stazioni metropolitane come luoghi di borseggio.
La domanda che risuona tra i milanesi è: siamo ancora in tempo per salvare la nostra città? O dobbiamo arrenderci?
Siamo in tempo se azzeriamo ora l’immigrazione islamica regolare.
La sfida degli immigrati di seconda generazione in Italia, quelli che alcuni vorrebbero automaticamente riconoscere come cittadini attraverso lo ius soli, si manifesta in atti di sfida aperta contro l’ordine pubblico e l’identità culturale delle nostre città. Questi giovani, spesso lontani dall’integrazione, non nascondono la loro intenzione di dominare spazi sociali storicamente italiani, dimostrando un’arroganza che sfida le norme sociali e giuridiche del paese.
Recentemente, a Milano, la “movida” di Capodanno è stata segnata da atti di vandalismo e insulti verso l’Italia e le sue forze dell’ordine, documentati e diffusi attraverso i social media. Questo non è un caso isolato; via Montenapoleone, simbolo del lusso milanese, è stata teatro di impennate di scooter, con giovani che si riprendono mentre sfrecciano tra i negozi di alta moda, ridendo e scherzando della loro impunità. Il video è diventato virale, un affronto diretto alla città e ai suoi residenti, un atto di sfida che grida “questo è il nostro territorio ora”.
Questi eventi non sono solo atti di teppismo giovanile, ma rappresentano una sfida più profonda all’ordine sociale e all’identità di Milano. La mancanza di intervento o commento da parte delle autorità cittadine, come il sindaco Beppe Sala, lascia i cittadini con un senso di abbandono. La domanda che si pongono è se sono ancora i padroni della loro città o se devono rassegnarsi a vedere i loro spazi più simbolici e sicuri trasformati in zone di anarchia.
Milano, capitale della moda e del design, rischia di perdere il suo appeal internazionale se la percezione di sicurezza e ordine pubblico continua a deteriorarsi. Gli atti di questi giovani non sono solo una sfida alla legalità, ma un attacco all’immagine e all’economia della città. I milanesi si chiedono se c’è ancora tempo per riprendere il controllo, per ristabilire un senso di comunità e sicurezza che non sia più minacciato da chi, pur nato o cresciuto in Italia, non si sente parte di essa.
In conclusione, la questione dell’integrazione delle seconde generazioni non può essere risolta con la semplice concessione della cittadinanza. Richiede un impegno reciproco, rispetto per le leggi e la cultura del paese ospitante, e una volontà di costruire insieme un futuro comune. Senza questo, il tessuto sociale rischia di lacerarsi, lasciando spazio a divisioni e conflitti. È tempo di affrontare questo problema con serietà, per il bene di tutti i cittadini, nativi e nuovi arrivati.
sono tanto inclusivi da quelle parti, è giusto che includano anche le cose brutte; troppo comodo includere solo le cose che ti fanno comodo
Andate nella pagina di Salvini. Ci dice che un immigrato di nome Ahmed è diventato poliziotto in Italia.
Salvini è un buffone.
Via Montenapo a Milano, di proprietà degli scicchissimi della ztl, degli ottimati del clubino e di ciclobby (rigorosamente in minuscolo tanto sono inutili), di quelli che si comperavano le auto da 2 litri “da proletari” così potevano rubargliele senza patemi d’animo, oggi invasa dai baluba?
MI RIDE ANCHE IL CULO!!!
DOPO che la merdaglia avrà inbalubato per benenvia Montenapo, provocando crisi isteriche ai baùscia, potremo disinfettarla e vivere meglio, tutti.