Si preparano a bruciare Milano: “Giustizia per Ramy Elgaml”.
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La Vergogna dei Manifestanti Pro-Delinquenti a Milano Sobillati da un Video Propagandistico del Tg3
“Giustizia per Ramy Elgaml”. Questo è il grido dei cosiddetti “manifestanti” che, sobillati da un video propagandistico del Tg3, hanno invaso la zona Darsena di Milano per una ridicola parata in memoria di un 19enne che ha scelto di ignorare la legge e ha pagato il prezzo per questo.
Uno degli organizzatori di questa pagliacciata, il collettivo Rebelot, ha avuto il coraggio di dichiarare al megafono: “Ramy è stato ucciso dalle forze dell’ordine, è l’ennesima vittima di un omicidio di Stato”. Ma di quale omicidio di Stato parliamo? Ramy Elgaml è morto perché non ha rispettato un controllo dei carabinieri, dimostrando disprezzo per la legge.
“Molte persone in queste settimane hanno provato a strumentalizzare il fatto che la moto non si fosse fermata al controllo”, lamentano i manifestanti, cercando di distorcere la realtà. Un’inchiesta del Tg3, che questi idioti citano come prova, ha solo confermato che la moto è stata fatta schiantare perché non si è fermata. “Già sapevamo che quella moto è stata appositamente fatta schiantare, che non erano necessari otto chilometri di inseguimento, ma bastava prendere una targa”, dicono, riprendendo la demenziale tesi di Parenzo e del consulente Gabrielli di Sala e ignorando che la legge si applica a tutti, non solo a chi è di pelle chiara.
“Già sapevamo che se sei ragazzo egiziano che vive nei quartieri periferici la polizia non ti darà vita facile”, affermano, insinuando che la giustizia sia razzista piuttosto che riconoscere che il comportamento di Ramy ha portato alla sua morte. “La parola sicurezza – hanno aggiunto i manifestanti – è stata usata allo stremo, abusata. Per noi sicurezza è non esser uccisi dai carabinieri, unica colpa il colore della pelle”. Questa è una menzogna sfacciata; la sicurezza significa che tutti devono rispettare la legge, senza eccezioni per colore della pelle o provenienza.
I carabinieri, invece di essere criticati, andrebbero premiati per aver cercato di mantenere l’ordine in una situazione dove il rispetto della legge è stato chiaramente disatteso. Ma questi manifestanti, accecati da un falso ideale di giustizia, non lo capiscono.
Al corteo, che ha avuto la faccia tosta di partire da piazza XXIV Maggio, era presente anche la fidanzata di Ramy, come se questo giustificasse la loro patetica protesta. Uno dei fratelli di Ramy Elgaml ha preso la parola con un tono quasi comico di moderazione: “Grazie per essere venuti tutti per mio fratello. Voglio solo che sia una cosa tranquilla, senza casini e con tutto rispetto. Perché se succede qualcosa di male, noi ci distacchiamo. Col casino non si risolve nulla. Vi ringrazio e spero sia una cosa tranquilla”. Peccato che il rispetto e la tranquillità non siano parte della loro protesta, che è intrinsecamente una provocazione e un rifiuto dell’ordine pubblico.
Il corteo, con il suo striscione ridicolo “Giustizia per Ramy, ma quale sicurezza?” e i fumogeni accesi, si è diretto verso l’incrocio fra via Ripamonti e via Quaranta, il luogo dell’incidente, come se volessero santificare un comportamento delinquenziale. Ora, si preparano a mettere di nuovo a ferro e fuoco il Corvetto, dimostrando ancora una volta la loro totale disconnessione dalla realtà e il loro disprezzo per la legge e l’ordine. È ora di smettere di difendere chi ha scelto di vivere contro la legge e di iniziare a sostenere le forze dell’ordine che cercano di mantenere la sicurezza di tutti, senza distinzioni.
I baluba vogliono giustizia?
E allora li giustizieremo questi, che erano più credibili quando si prostituivano sui viali.
Dai, baluba, torna a farti montare dai cammelli che almeno in quello sei bravo, ma vai a farlo proprio laggiù a casa tua senno’ qui il culo te lo rompiamo a bastonate…