Referendum Cittadinanza: appello dei ‘maranza’, la Consulta si Pronuncerà il 20 Gennaio
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Referendum Cittadinanza: Un Affronto alla Nazione, la Consulta si Pronuncerà il 20 Gennaio. Anche noi proponiamo di rivedere i requisiti per ottenere la cittadinanza italiana: da 10 anni a MAI.
Il prossimo 20 gennaio, la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità di un referendum che minaccia di sovvertire le fondamenta dell’identità nazionale italiana. Questo referendum, spesso descritto come un tentativo di “dare la cittadinanza ai maranza di Piazza Duomo”, propone di ridurre i requisiti per ottenere la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni di residenza legale. Un’idea che non solo è un insulto alla nostra cultura e alla nostra storia, ma che contraddice apertamente il principio sacrosanto del ius sanguinis.
L’Italia, una nazione con una tradizione e un’eredità che si estende oltre i millenni, si trova ora di fronte a una proposta che potrebbe diluire il significato stesso di essere italiano. Il termine “maranza”, usato per descrivere i gruppi di giovani che infestano Piazza Duomo con comportamenti incivili e spesso criminali, non è un’iperbole; è un riflesso della realtà di chi, senza rispetto per la nostra terra, cerca di usurpare i nostri diritti.
Il referendum in questione non è solo un attacco al concetto di cittadinanza basato sul sangue, ma rappresenta una chiara manifestazione di una politica migratoria che ha perso di vista il bene del paese per inseguire una falsa idea di inclusività. L’Italia dovrebbe tornare con fierezza al ius sanguinis, il principio per cui la cittadinanza è un diritto di nascita, un legame di sangue con la patria, non un premio per chi ha semplicemente vissuto qui per un periodo di tempo.
Sostenere un tale referendum è come aprire le porte senza discriminazione, permettendo a chi non ha alcun legame con la nostra cultura, storia e tradizioni di appropriarsi di un’identità che non gli appartiene. Questo non è progresso; è una tradimento della nostra eredità.
Il ius sanguinis ha servito bene l’Italia, mantenendo un senso di comunità e appartenenza tra chi ne può veramente vantare il diritto. Permettere a chiunque di ottenere la cittadinanza italiana con così poca fatica e senza un vero legame con il paese non solo degrada il valore della nostra cittadinanza, ma mette a rischio la sicurezza e l’ordine pubblico.
Il 20 gennaio, la Corte Costituzionale ha un’opportunità unica per difendere l’integrità dell’Italia. Dichiarare inammissibile questo referendum sarebbe un atto di coraggio e di rispetto verso la nostra nazione. È tempo di ricordare che la cittadinanza non è un diritto universale ma un privilegio guadagnato attraverso un legame profondo con il nostro paese.
Non possiamo permettere che l’Italia diventi una terra senza identità, dove chiunque può reclamare la cittadinanza semplicemente per aver camminato per le sue strade per qualche anno. Il futuro dell’Italia dipende da questa decisione. Torniamo al ius sanguinis, proteggiamo l’italianità e salviamo la nostra cultura dall’assalto di chi non la merita.
Basterebbe fargli pagare le tasse e pretendere il rispetto delle leggi vigenti, tutte quante reintroducendo la norma de “l’ignoranza della Legge non costituisce attenuante”, facendo pagare sazioni penali e amministrative salate qualora ciò non avvenga, come succede a tutti i cittadini indigeni normali.
Questi si chiamano semplicemente “doveri”, adempiuti i quali si accede allora ai “diritti”, in questo ordine di sequenza: prima i doveri poi i diritti.
Avete capito baluba di merda?
E se non vi sta bene allora andate a protestare non qua ma là da dove siete partiti…