Maranza nordafricani dettano legge con la violenza: la ‘danza del coltello’
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Milano è sotto assedio dai maranza nordafricani.
Non c’è più spazio per il romanticismo o per la poesia nelle nostre strade. Gli scippi, le aggressioni e gli stupri sono diventati la nuova normalità per i milanesi. E chi paga il prezzo più alto? Le persone più vulnerabili, soprattutto le giovani donne, spesso turiste. Basti pensare al caos di Piazza Duomo la notte di Capodanno. Decine di ragazze, lì per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, sono state molestate fisicamente e verbalmente. Solo otto hanno avuto il coraggio di denunciare.
Tra queste, Imogen, una studentessa inglese di soli 19 anni, ha raccontato al Corriere della Sera il suo calvario. “Mi hanno afferrato da dietro, separandomi dai miei amici. Mi hanno bloccato, palpeggiandomi mentre uno cercava di strapparmi il vestito. Era un attacco di panico continuo – ha detto – si avvicinavano ridendo, toccandomi e mostrando il loro piacere. Erano implacabili.” Un tentativo di stupro di gruppo che gli esperti hanno definito “Taharrush Gamea”, un termine arabo per un fenomeno bestiale, una caccia alla donna che diventa un gioco crudele.
Ma la violenza non si ferma lì. I maranza si sentono invulnerabili, come Al Capone. Video postati dopo Capodanno mostrano giovani immigrati nordafricani che sfogano la loro rabbia e disprezzo per l’Italia con insulti e gesti osceni. “Vaffanculo Italia”, “Polizia di merda”, accompagnati dal dito medio sollevato, un messaggio chiaro alle istituzioni.
Un altro video, girato in una periferia di Milano, mostra questi stessi individui partecipare a una “danza del coltello”. Non è una semplice danza, ma un’esibizione di come si maneggia un’arma, quasi un tutorial per aspiranti criminali.
E non è una sorpresa. Anche in TV, su reti nazionali, si è visto il coltello glorificato da chi si autoproclama “re dei maranza”. Un’intervista a “Dritto e Rovescio” dove un giovane spiegava: “Se vado in posti pericolosi, devo portarmi un coltello, non si sa mai se mi aggrediscono e muoio…”
Questa è la realtà di Milano oggi. Una città che sembra aver perso il controllo, dove i maranza nordafricani dettano legge con la violenza e l’arroganza.
Se muori a cosa ti serve il coltello, baluba testa di cazzo?
Se lo incontrate sparategli in pancia anche da parte mia, se sopravvive resterà castrato e la smetterà di rompere…