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Mestre Sotto Assedio: L’Invasione Culturale che Minaccia la Nostra Identità

Mestre, una volta una città italiana con una cultura e una tradizione ben definite, si trova oggi sotto un’invasione che sta alterando la sua identità etnica. La notizia che ha scosso la comunità locale è che nelle scuole di Mestre si inizierà a insegnare il bengalese, una lingua estranea alla nostra storia e al nostro patrimonio culturale, per favorire i coloni bangla.

Questa decisione è l’apice di un fenomeno che ha visto la città, insieme alla non lontana Monfalcone, trasformarsi in una colonia di migranti bengalesi, che non hanno alcun interesse nell’integrarsi, ma piuttosto nel creare enclave culturali isolate. Stiamo assistendo a una colonizzazione culturale che minaccia di cancellare la nostra identità.

I nostri ragazzi, che dovrebbero imparare le lingue che aprono le porte del mondo come l’inglese – o semmai il cinese! – saranno invece costretti a dedicare ore preziose a padroneggiare i suoni gutturali che caratterizzano questa lingua straniera. Questo non è un arricchimento, ma una forzata rinuncia alla nostra lingua e alla nostra cultura.

La domanda che dobbiamo porci è: perché dobbiamo adattarci noi, invece di richiedere a chi viene qui di adattarsi alla nostra cultura? Perché i nostri studenti devono perdere tempo prezioso per imparare una lingua che non offre loro alcuna prospettiva professionale o culturale in un contesto internazionale? Questa imposizione culturale è un sintomo di una politica migratoria fallimentare, che non solo non protegge i nostri cittadini ma li penalizza, costringendoli a conformarsi a tradizioni e usanze che non sono le loro.

Ancora meglio: cosa ci fanno i bengalesi in Italia?

L’educazione dovrebbe essere il pilastro su cui costruire il futuro dei nostri giovani, non un terreno di sperimentazione per multiculturalismo forzato.

È tempo che i cittadini di Mestre, e di tutta Italia, si alzino in piedi per difendere la propria identità. Dobbiamo chiedere ai nostri governanti di mettere un freno a questa invasione culturale e di proteggere la nostra lingua, la nostra storia e le nostre tradizioni. Non si tratta di rifiutare la diversità, ma di difendere la nostra esistenza come popolo con una propria identità.

Inoltre, è fondamentale interrogarsi su come questa decisione influenzerà l’educazione dei nostri figli. Stiamo veramente migliorando il loro futuro o stiamo sacrificando il loro potenziale per una visione distorta di tolleranza e integrazione?

Mestre merita di meglio. Merita di rimanere italiana, con le sue tradizioni, la sua lingua, i suoi valori. È ora di alzare la voce contro questa invasione culturale che cerca di cancellare chi siamo.

Mestre, città invasa da bengalesi. Ora i nostri ragazzi dovranno imparare a fare i suoni gutturali che emettono quei marroncini pic.twitter.com/VmIK391slR

— Lo smigrantizzatore (@MigrHunter) January 18, 2025