Circondata e violentata dai compagni di scuola stranieri a 14 anni
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Altro che “classi con il 30 per cento di migranti”: servono scuole separate. Anzi: serve abrogare i ricongiungimenti familiari, che studino nei loro paesi e violentino lì.
L’Invasione Sotto i Nostri Occhi: L’Immigrazione di Seconda Generazione e il Caso di Reggio Emilia
Nel cuore dell’Italia piddina, a Reggio Emilia, si è consumato un atto barbaro che dovrebbe farci riflettere seriamente sulla nostra politica migratoria e sull’impatto devastante dell’immigrazione di seconda generazione. Una ragazzina di soli 14 anni è stata molestata sessualmente in un parco dai suoi compagni di scuola, di età compresa tra i 15 e i 16 anni. Al momento tre identificati. Tra questi, uno ha la cittadinanza italiana, mentre gli altri due no.
Il termine “taharrush gamea”, che descrive una pratica di molestia sessuale di gruppo, si è ormai diffusa in Europa come un virus, portando con sé una cultura di violenza e disprezzo per le donne che non dovrebbe avere posto nella nostra società. E ora, questa piaga ha colpito anche Reggio Emilia, dimostrando che non c’è luogo sicuro, non c’è rifugio da questa realtà distruttiva.
⚠️ Reggio Emilia, ragazzina di 14 anni molestata sessualmente al parco: al momento, gli identificati sono 3 compagni di scuola tra i 15 e i 16 anni, un italiano e due stranieri.
La taharrush gamea ormai si è diffusa ovunque. pic.twitter.com/eb2FiwQA8Q
— Francesca Totolo (@fratotolo2) January 19, 2025
L’immigrazione di seconda generazione, lungi dall’essere l’integrazione felice che ci viene spesso raccontata, sta rivelando il suo vero volto: una minaccia alla sicurezza pubblica, alla coesione sociale e ai nostri valori fondamentali. Abbiamo accolto con il cuore aperto, ma cosa abbiamo ricevuto in cambio? Violenza, criminalità e una sfida costante ai nostri principi di convivenza.
Questi ragazzi, cresciuti in Italia, che dovrebbero essere secondo il Pd la prova vivente dell’integrazione, stanno invece mostrando come la cultura e i valori portati dai loro genitori non siano stati sostituiti ma piuttosto rafforzati, creando una generazione che non si sente legata alle leggi e ai costumi del paese che li ospita.
Il nostro sistema educativo, sociale e politico ha fallito nel creare un ponte tra le diverse culture, permettendo invece la proliferazione di atteggiamenti e comportamenti che sono alieni alla nostra civiltà. Non possiamo più ignorare il problema, non possiamo più nascondere la testa sotto la sabbia mentre le nostre figlie, sorelle e madri corrono pericoli in parchi che dovrebbero essere luoghi di serenità.
È tempo di agire, di ripensare radicalmente le nostre politiche sull’immigrazione, di investire in educazione civica e integrazione reale, non solo di facciata. Se non interveniamo ora, con decisione e coraggio, continueremo a vedere i nostri valori, la nostra cultura e la nostra sicurezza minati dalle radici.
Reggio Emilia non è un caso isolato; è il campanello d’allarme che dobbiamo ascoltare. La nostra società è a un bivio: o si protegge, o si lascia inghiottire da una crisi che solo noi abbiamo il potere di fermare.
Reggio nell’Emilia, dove votano rosso con la bava alla bocca perchè nessuno deve andare lì a spiegare le cose?
Se la ragazzina non supererà il trauma subito potrà mandare affanculo i suoi genitori…