Spacciatore chiede asilo in Italia perché è un rapper
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“Siete scemi”, aveva detto un nordafricano in diretta tv riferendosi agli italiani
👉 per evitare l’espulsione, uno spacciatore seriale tunisino e clandestino (già rimpatriato nel 2019 e poi sbarcato nuovamente in Italia) ha chiesto la protezione speciale (ex umanitaria) perché… pic.twitter.com/L6m1J0eqmi
— Francesca Totolo (@fratotolo2) January 20, 2025
L’Insulto e l’Inganno: La Farsa dell’Immigrazione in Italia
In un mondo in cui l’Italia è costretta a inginocchiarsi davanti a politiche migratorie fallimentari, un episodio recente ha raggiunto livelli di assurdità che superano ogni immaginazione. Durante una trasmissione televisiva, un nordafricano, senza alcun rispetto per il paese che lo ospita, ha avuto l’ardire di chiamare gli italiani “scemi”. Questo non è solo un affronto alla dignità di un intero popolo, ma un chiaro sintomo del fallimento dell’accoglienza indiscriminata.
Il caso emblematico è quello di un noto spacciatore tunisino, già rimpatriato nel 2019, che è riuscito a fare ritorno in Italia. Non contento di aver violato una volta le nostre leggi, questo individuo, un clandestino senza riguardo per il nostro Stato, ha escogitato un nuovo stratagemma per evitare l’espulsione. Con un cinismo che rasenta il ridicolo, ha chiesto la protezione speciale, precedentemente nota come protezione umanitaria, affermando di essere un rapper che critica il presidente della Tunisia.
Questa vicenda è la perfetta rappresentazione di come il sistema di accoglienza sia stato manipolato e sfruttato da chi non merita di rimanere nel nostro Paese. Un criminale che, anziché rispettare le leggi e contribuire alla società, si sente in diritto di insultarci pubblicamente e poi utilizza l’arte come scudo, una parodia della giustizia e dell’umanità.
L’Italia è diventata un campo di gioco per chi non ha alcun rispetto per noi, dove gli spacciatori seriali possono sfidare apertamente le nostre leggi e poi chiedere protezione sotto pretesti assurdi. Questa non è accoglienza, è una resa incondizionata davanti a chi ci disprezza. Se essere italiani significa accettare di essere chiamati “scemi” e vedere i nostri confini e le nostre leggi calpestate da chi non ha nulla da offrire se non crimine e disprezzo, allora stiamo assistendo alla morte della nostra nazione.
È tempo di dire basta a questa farsa. Basta con le politiche che favoriscono il crimine organizzato e l’individualismo sfrenato di chi arriva qui solo per sfruttare il nostro welfare. Basta con la protezione speciale per chi ha già dimostrato di non voler integrarsi ma solo approfittare. La nostra tolleranza è stata scambiata per debolezza, e questa debolezza sta portando l’Italia alla rovina.
Dobbiamo ripensare radicalmente le nostre politiche di immigrazione, mettendo al primo posto la sicurezza, la legalità e il rispetto per chi è nato e cresciuto in questo Paese. Non possiamo permettere che l’Italia diventi un rifugio per criminali e ingrati. È ora di alzare la testa, difendere la nostra dignità e dire a chiare lettere: “Se vuoi vivere qui, rispetta le nostre leggi, la nostra cultura e il nostro popolo.”
Qualche anno era stato concesso asilo per motivi di salute ad un baluba che che scoreggiava troppo, non dimentichiamolo…