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Decisione Folle della CEDU: La Grecia Condannata a Pagare 20.000 Euro per un’Espulsione Rapida

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha preso una decisione che sfida ogni logica e giustizia, costringendo la Grecia a risarcire una cittadina turca con la somma di 20.000 euro solo perché è stata rapidamente rimandata in Turchia dopo essere entrata illegalmente nel paese. Questa sentenza rappresenta un ulteriore esempio di come la CEDU stia perdendo il contatto con la realtà delle politiche migratorie, penalizzando gli Stati membri che cercano di proteggere i loro confini.

La donna, entrata clandestinamente in Grecia, non ha rispettato le leggi d’immigrazione, eppure la CEDU ha ritenuto che la sua espulsione fosse troppo affrettata, violando i suoi “diritti”. Ma quale diritto ha una persona di entrare in un paese illegalmente e poi pretendere di essere trattata con i guanti bianchi? Questa decisione è un insulto alle nazioni che affrontano ogni giorno le sfide dell’immigrazione illegale, costrette a bilanciare sicurezza e diritti umani in un contesto sempre più complesso.

Il confine tra Grecia e Turchia è una zona calda di tensioni migratorie, e la CEDU, con questa sentenza, non fa altro che incoraggiare pratiche che minano la sovranità dei paesi membri dell’Unione Europea. La corte ha deciso che la Grecia non ha rispettato l’articolo 3 (proibizione della tortura e trattamenti inumani) e l’articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo), ma ignora completamente il contesto e le difficoltà pratiche che le autorità greche devono affrontare di fronte a un flusso migratorio massiccio.

Questa sentenza non solo mette in dubbio la capacità della Grecia di gestire la propria sicurezza nazionale ma anche la legittimità delle decisioni della CEDU, che sembra più interessata a creare precedenti per attivisti e ONG che a proteggere i diritti degli Stati e dei loro cittadini. È tempo che l’UE ripensi seriamente il ruolo e il potere della CEDU, che con decisioni come questa mostra di essere fuori dal mondo reale.