Groenlandia americana, probabilità molto alte
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Trump vuole davvero la Groenlandia
La storia ci insegna che il controllo delle regioni artiche ha sempre avuto un’importanza strategica, risalendo ai tempi delle esplorazioni vichinghe e delle prime rotte commerciali nordiche. Oggi, con le principali flotte artiche detenute da #Russia e #USA, che vantano rompighiaccio a propulsione nucleare e sottomarini capaci di esplorare profondità una volta inaccessibili per via delle pressioni estreme, il gioco geopolitico si fa ancora più complesso.
Durante la Guerra Fredda, l’Artico divenne un teatro centrale per la dimostrazione di forza tra superpotenze, con la costruzione di basi militari e la sorveglianza delle rotte marittime. Gli Stati Uniti, però, hanno sempre avuto uno svantaggio logistico e geografico rispetto alla Russia: lo sviluppo costiero artico. Con l’eccezione della sola Alaska, acquisita dagli USA con l’acquisto dell’Alaska nel 1867 da parte del Segretario di Stato William Seward, gli americani sono costretti a operare attraverso paesi NATO, che, sebbene alleati, limitano la loro autonomia operativa.
Le basi NATO nel circolo artico, come quelle in Groenlandia, sulle isole Svalbard o sull’isola di Jan Mayen, sono prevalentemente presidiate da personale statunitense, ma l’influenza politica dei paesi ospitanti come la Norvegia ha storicamente imposto restrizioni. Ricordiamo le proteste norvegesi degli anni ’80 e ’90 contro la presenza militare americana nelle Svalbard, che evidenziarono come gli Stati Uniti dovessero navigare tra le rigide politiche ambientali e le sensibilità locali.
Il concetto è chiaro: operare in territori propri offre vantaggi in termini di autonomia decisionale e gestionale, un principio che risale alla dottrina Monroe del XIX secolo, che affermava il diritto americano di agire senza interferenze in America. La Russia, con il suo impressionante sviluppo costiero artico fin dai tempi dell’Unione Sovietica, può creare basi navali e aeree senza le complicazioni politiche che affliggono gli USA.
E ora, la Groenlandia entra in gioco, un territorio che, sebbene sotto la corona danese, ha un’autonomia interna che ne fa un’entità quasi-statali. La Danimarca gestisce solo la politica estera e la difesa, una situazione che ricorda le dinamiche coloniali del passato, dove le metropoli esercitavano un controllo parziale su territori lontani. Gli Stati Uniti potrebbero sfruttare questa ambiguità istituzionale per fare pressioni, puntando a rendere la Groenlandia il loro 51° stato, richiamando alla memoria la loro espansione territoriale storica attraverso l’acquisto di territori come la Louisiana o l’Alaska.
In questo caso sarebbe ancora più semplice. Basterebbe irretire la maggioranza dei cinquantamila eschimesi che la abitano perché prima ottengano l’indipendenza e poi chiedano l’anschluss agli Usa. Come? Pagando 100mila dollari a testa. Per un territorio sconfinato e disabitato, con lo scioglimento dei ghiacci potenzialmente abitabile, un affare.
Questo scenario non è quindi una semplice boutade, ma un’opportunità strategica che si inserisce in una lunga storia di espansionismo e controllo delle risorse artiche, riflettendo le dinamiche di potere che hanno caratterizzato la geopolitica del passato e che continuano a modellare il presente.
Aspettavo questo servizio, allora ricapitoliamo
Putin ha spazzato via una marea di pedofili nazisti con contorno di puttanume troie dalla moralita così alta che vendono i propri figli bimbo Kinder ai ricchi rikkioni negri americani, e il nostro bel governo di merda che fa a gara ad elargire i nostri soldi per aiutare un ritardato mentale fallito e perdente, già morto
Adesso che zio Trump invadera’ la Groenlandia che è autonoma nei confronti della Danimarca così come la Corsica che non si sente francese ma corsa
La nostra SmelonA cosa fara’?, andrà a morire ammazzata come si spera in prima linea contro l assassino invasori, a vantaggio della democrazia, o spenderà altre vagonate di nostri soldi per armare i. Pinguini con il cattivissimo trumPE?
O trumPE può farlo e Putin no?
Governo di idioti
Glissiamo pure su quello che c’è sottoterra e che interessa tutti a livello industriale e concentriamoci sul nome di questa terra, una storpiatura di “terra verde” come la chiamarono i Vichinghi parecchi secoli fa.
Avevano le traveggole e scambiavano il ghiaccio odierno per prati e boschi?
No, all’epoca il clima terrestre era più caldo e non c’era la neve a quelle latitudini, la glaciazione è arrivata molto più recentemente e ancor più recentemente c’è stata l’inversione di tendenza.
Siamo sopravvissuti all’ultima glaciazione ed al precedente periodo di surriscaldamento: la prova è che siamo ancora qui a non lasciarci intimorire dai catastrofisti che ci vogliono morti se non gli affidiamo i nostri soldi ed il potere, quindi…
ECOLOGISTI DI TUTTO IL MONDO: ANDATE AFFANCULO!
E aggiungo che con lo scioglimento dei ghiacci ai due poli le terre non verranno sommerse come predicano i suddetti ecUlogisti: almeno in europa i porti “storici” del Mar Mediterraneo sono oggi esattamente dove i Greci, i Romani e quant’altro li hanno costruiti venti e passa secoli fa: darà fastidio ma è così…
Ma che si fa? Armiamo quel che resta dei vikinghi contro Trump, o c’è ne sbattiamo? Visto che la SmelonA prende ordini dai massoni ammerrikani?
Donald Trump è a posto per il solo fatto che fa incazzare a morte tutti quelli che si credono padroni del mondo, lasciamo tranquilli i vichinghi, trombiamoci pure le vichinghe e sogniamoci che le batterie antiaeree americane vengano utilizzate per abbattere i duemila voli charter degli ecUlogisti quando si radunano per protestare contro l’utilizzo dei voli aerei, basta andare a piedi come ordinano loro e il pianeta Terra diventa frocio come loro…